The backrooms ⁶

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Questa storia è ispirata da un post su /x/ board di 4chan.

Erano circa le 12:15 quando entrai nella clinica Johnson County. Ero lì per un appuntamento che fissai settimane prima per un checkup di routine. Quel posto non era nuovo per me; c'ero stato un paio di volte prima di allora. Comunque, quel luogo mi dava una strana sensazione di nostalgia, come se fosse un posto della mia infanzia o qualcosa del genere, e non riuscii mai a definire esattamente questa impressione, o da dove provenisse..

Non appena entrai, una sensazione travolgente di déjà vu mi travolse. Il ronzio delle luci fluorescenti lampeggianti, la pavimentazione a piastrelle bianche, la pittura beige attenuata che colora i muri. Notai che c'era una TV montata nell'angolo, ed uno schermo piatto più piccolo, che mostrava in continuazione una breve presentazione PowerPoint di pubblicità ed eventi organizzati dalla clinica. Superai la sala d'attesa vuota - una piccola area della stanza principale con riviste, giocattoli per bambini e sedie dotate di cuscini blu - e mi avvicinai alla donna al bancone. Sedeva sulla sua sedia d'ufficio grigia e bluastra, con lo sguardo fisso su un foglio elettronico nello stesso desktop di Windows XP che avevano dal 2008. C'era un foglio firmato sul banco di fronte a me.

“Ho un appuntamento con il Dr. Pebins." le dissi.

“A che ora?”

“Alle 12.30." risposi.

Cominciò a digitare qualcosa con la sua tastiera.

“Ah, ecco qui," rispose lei. “Gary Johnston?”

“Mhm.”

“Bene, dirò al dottore che è qui. Nel frattempo mi compili questo, per favore.”

Mi passò un portablocco con un semplice modulo da compilare. Tornai alla sala d'attesa, mi sedetti, e cominciai a riempire il documento.

Ero circa a metà lavoro, quando improvvisamente caddi all'indietro. Non avevo dormito molto la notte prima, ed ero esausto. Ma sprofondando dietro di me, notai qualcosa di molto insolito - la mia testa non colpì il muro. Infatti, ebbi quasi la sensazione che ci fosse entrata dentro. Mi alzai, alquanto spaventato, e guardai la parete.

Niente.

Nessun buco, nessuna ammaccatura era stata creata all'impatto.

Dunque, allungai la mano per toccare il muro.

E le mie dita ci passarono attraverso.

Balzai indietro dallo shock. “Che cazzo era?” pensai, mentre toccavo il muro nuovamente, ritrovandomi le dita dentro alla parete un'altra volta.

Poi, all'improvviso, persi l'equilibrio, scivolai e caddi direttamente attraverso il muro. Mi ritrovai con la faccia su una moquette marrone chiaro. Una volta rialzato, realizzai che mi trovavo in una stanza completamente diversa. Beh, non proprio una stanza, in realtà - era più che altro un insieme di stanze, tutte connesse tra loro tramite semplici aperture. Le pareti erano coperte con carte da parati dello stesso colore del pavimento. C'era anche un odore travolgente di tappeto umidiccio.

Tornai indietro e provai a toccare nuovamente il muro, e questa volta la mia mano non lo attraversò. “Ma che cazzo?” borbottai. Guardai di nuovo la stanza in cui mi trovavo. Non c'erano finestre, porte, niente nemmeno sui muri (tralasciando quella carta da parati disgustosa, ovviamente); era completamente vuota, a parte una sedia in plastica blu. A questo punto, l'unica cosa che avevo in testa era la paura, e il pensiero incessante di dovermene andare a tutti i costi. Cominciai a correre attraverso le stanze, cercando disperatamente una via di fuga, ma senza successo. Non c'era alcuna uscita.

Sarebbe stato quello il posto in cui avrei trovato la morte? No, doveva esserci per forza un modo per andarmene! Non sarei stato abbandonato così, giusto? Qualcuno si sarebbe accorto della mia scomparsa!

Ma non arrivò nessuno a salvarmi.

Poi, in lontananza, sentii dei passi, ma non quelli di una persona - o almeno, non di una persona normale. Insieme ai passi si sentì un ringhio gorgogliante, come quello di un animale inferocito.

Cominciai a correre. Corsi via più veloce che potevo da quella dannata cosa che mi stava seguendo. Non volevo averne a che fare.

Corsi per quella che sembrò un'eternità, ma mi ritrovavo sempre nella stessa stanza in cui ero arrivato. O almeno, aveva l'aspetto della stessa stanza. Non che potessi distinguerle in qualche modo.

Allora mi sedetti, sconfitto. Una sensazione di terrore sovrastò il mio corpo, e cominciai a piangere. Sarei morto in questo posto.

Sono ancora qui. Non me ne sono andato. Ho accettato il mio destino.

Infatti, posso sentire ancora quei passi. Mi chiedo di chi siano.

Sono passati tre giorni, e non ho idea di dove mi trovo. Potrei essere lontano delle miglia da dove sono arrivato.

Il mio orologio segna le 8:00. Credo proprio che dovrei dormire.

Cavolo! Sono già le 10:00! Ma aspetta, dove sono le luci?

E poi, cosa sono questi passi?

Fonte : Creppypasta Italia Wiki
Autore : ?

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