Prova di stupidità: tutorial by Ivy Jones!

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Quel turbinio di pensieri non mi stava facendo capire più nulla, al punto che, quando Jack mi chiese una risposta, risposi senza esitare:
"Va bene."
...
...
...
"Quindi stiamo insieme?"
"Si." dissi, con voce insicura.
Mi baciò di nuovo.

Passammo il pomeriggio a vedere una serie TV, accoccolati sul suo divano, a baciarci come solo due adolescenti in piena fase ormonale potevano fare. Poi più tardi, quando ormai si era fatto buio, finalmente tornai a casa.
Ero fidanzata. Con la persona sbagliata.
Ero un'idiota? Si. Decisamente.

In poco tempo la notizia arrivò a tutti i nostri amici. Anne e Lily mi chiamarono ansiose per chiedermi delle "novità". Erano contentissime, probabilmente molto più di me. Il giorno seguente a scuola tutti mi squadravano dalla testa ai piedi. Jack era molto popolare, e la notizia della sua nuova ragazza aveva fatto, come sempre, molto scalpore. Ma soprattutto il fatto che non si fosse messo con la solita oca perfetta, ma con una ragazza considerata da tutti "carina, ma nulla di più", sembrava essere incomprensibile per i ragazzi del nostro liceo.

In poco tempo anche i prof vennero a conoscenza della nostra relazione. E con i prof, ovviamente, intendo anche mister so tutto io che, nonostante la mia nuova relazione, non accennava a voler abbandonare i miei sogni. Quello stesso giorno lo incontrai in corridoio. Lui, vedendomi felice stretta tra le braccia di Jack, sembrò diventare ancora più distante di quanto non lo fosse stato il giorno precedente. Quando, passandogli a fianco, provai a salutarlo, lui mi ignorò completamente.
Era tornato ad essere stronzo.
E cazzo... quanto mi faceva eccitare.

È gelosia la sua, o solo provare ribrezzo per la mia felicità? Che razza di idiota!

Quell'uomo era un completo mistero.

La settimana passò tranquilla: i soliti gossip di Lily, le solite scazzottate fuori scuola, la solita noia e i soliti stramaledetti sogni su di lui.
Io e Jack stavamo molto insieme: la mattina arrivavamo a scuola mano nella mano e uscivamo quasi tutte le sere. Per tutti eravamo una bella coppia. Eppure c'era qualcosa che mi mancava. La mia prima relazione me l'ero immaginata diversa: volevo essere innamorata follemente. Jack mi voleva bene, ma ero abbastanza sicura che ciò che provava per me era solo affetto, non amore. E così, le settimane passarono velocemente. Tra me e Lewis c'era ancora quel continuo gioco di sguardi, ma ormai mi ero rassegnata. Lui era il mio prof, e in quanto tale era completamente off-limits. Cercai di farmene una ragione.

Quando arrivò, purtroppo, il giorno della mia interrogazione di matematica, non mi sentivo, ovviamente, per nulla pronta. Ma l'idea di avere il suo sguardo su di me, la sua completa attenzione, anche se sarei andata male, insomma... era davvero tanto allettante.

"Ok Brown, otto. Il prossimo è... Jones. Prego, venga alla lavagna."
Iniziai a tremare. Ero tremendamente nervosa. La matematica non era mai stata il mio forte, ma avevo comunque deciso di scegliere un liceo scientifico per avere una preparazione adeguata all'università. E così Lewis mi dettò un esercizio e iniziai a svolgerlo. Dopo qualche istante, si alzò dalla cattedra e iniziò a osservarmi. Le mie guance iniziarono a infuocarsi. Sperai che nessuno l'avesse notato e continuai a scrivere, cercando di non pensare alla sua presenza alle mie spalle.
"Jones aspetti, ha sbagliato qui, vede?"
Mi prese il pennarello dalle mani e le nostre dita si sfiorarono per un breve istante.
Iniziai ad arrossire ancora di più.

Le sue mani avrebbero potuto toccarmi quanto volevano, non avrei fatto nulla per fermarle, anzi.

Lui sembrò notare il mio turbamento.
"Jones, si sente bene?"
"Si professore, uhm... posso andare un attimo in bagno?"
"Certo" disse, confuso dal mio comportamento. Mi dileguai velocemente dall'aula e mi rifugiai in bagno. Mi bagnai la faccia con acqua fredda, cercando di far scomparire il rossore dalle mie guance. Dopo qualche minuto tornai in classe.

"Jones, se non se la sente può venire anche domani" disse, non appena feci ritorno in aula.
"No prof, mi scusi, ora sto bene. Posso continuare."
Finii l'esercizio e tornai a posto. Nonostante tutto, riuscii a prendere un dignitoso 7. Pensai all'enorme figuraccia che avevo fatto.

Probabilmente mi avrà preso per pazza.

My ProfessorDove le storie prendono vita. Scoprilo ora