Capitolo 52

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TOBIAS

Quando Tris mi ha raccontato cos'era successo sono quasi morto. Avrei potuto perderla, ancora una volta, ed ero arrabbiato con lei per aver rischiato la vita, ancora una volta, ma non ho avuto il coraggio di arrabbiarmi: questo non era stato un altro quartier generale degli Eruditi; lei si era sacrificata per Caleb, per suo fratello, perché aveva capito che lui non aveva bisogno di morire per dimostrarle il suo affetto. Lei sapeva giá di amarlo e di essere amata da lui, e non voleva perderlo, quando lei poteva fare la stessa cosa con molte meno probabilitá di morire.

Abbiamo fatto passare la perdita di memoria generale per un "tragico incidente", e abbiamo diffuso quella che crediamo sia la veritá sulla storia umana. Com'era prevedibile, il governo degli Stati Uniti ha etichettato la nostra versione come "non attendibile in quanto non ha basi certe", ma almeno abbiamo ottenuto lo smantellamento degli esperimenti e del Dipartimento -e noi non siamo stati processati come ribelli per via della nostra provenienza da un esperimento, che ci rende, secondo il governo, incapaci di intendere e di volere-. Ci vorrá ancora del tempo, ma sento che presto o tardi riusciremo a portare dalla nostra parte l'opinione pubblica. Comunque sia, a breve andremo tutti a vivere a Chicago, che é diventata una cittá come le altre; non diversa da Milwaukee, in effetti.

* * *

~Vieni, è ora. Lo stanno staccando~. Christina. Le sue parole mi fanno rabbrividire, ma mi alzo lo stesso e esco dal centro di controllo. Hana e Zeke non si sono allontanati dal corpo di Uriah da quando siamo arrivati, le mani che cercavano un contatto con la sua, gli occhi che cercavano in lui uno sprizzo di vita. Ma non è rimasta più vita, c'è solo una macchina che gli fa battere il cuore.

Non potrò mai perdonarmi tutto questo, e l'odio del mio migliore amico non è una punizione sufficiente per me. Avevo paura del mostro che c'è dentro di me, e ora questa fobia ho dovuto affrontarla. Ora ho visto chi sono, e mi odio per questo.

Tris è già lì quando arriviamo, così come Evelyn -siamo andati a prenderla qualche giorno fa-. Tris mi guarda, come alla ricerca di qualcosa: alla ricerca dei segni di quello che sto passando. Lei sa riconoscerli quei segni, lo so, perché anche lei li ha portati. Questo significa che può capirmi, capire cosa significa per me tutto questo; e io ho disperato bisogno di conforto, quindi cerco la sua mano.

Dentro la camera ci sono Zeke e Hana, sui due lati di Uriah. Lei gli tiene una mano e lui l'altra. Poi uniscono le mani libere sopra il suo corpo, e lei muove le labbra; non riesco a capire che cosa sta dicendo. Gli Intrepidi hanno preghiere per i moribondi? Gli Abneganti reagiscono alla morte con il silenzio e con i riti, non con le parole. Mi ritrovo perso in un dolore ovattato, ed è per Uriah, il cui sorriso è marchiato a fuoco nella mia memoria. Il fratello del mio amico, e poi mio amico a sua volta, anche se non abbastanza a lungo da farmi contagiare dal suo senso dell'umorismo... Non abbastanza a lungo.

Il dottore abbassa alcuni interruttori, stringendosi una cartella contro il petto, e le macchine smettono di respirare al posto di Uriah. Le spalle di Zeke sono scosse da un tremito e Hana gli stringe la mano con forza, finché le nocche le diventano bianche.

Poi dice qualcosa e apre le mani di scatto, fa un passo indietro, allontanandosi dal corpo del figlio. E lo lascia andare.

Tris ha iniziato a stringermi la mano più forte, nello stesso istante in cui l'ho fatto io. La guardo, e mi accorgo che ha il viso rigato da una, due lacrime. Mi sto comportando da egoista: concentrato su me stesso stavo dimenticando il dolore che prova lei; mi vergogno ancora di più.

Poi Tris alza gli occhi su di me, e i nostri sguardi si incrociano. Voglio andare via, e portare via lei, poterci sfogare senza tutto il viavai di questo corridoio. E so che lei mi ha capito. Andiamo via, camminando per i corridoi tutti identici, e nonostante la presa forte e costante della sua mano sulla mia, e viceversa, il mondo sembra perdere ogni colore, diventare irreale, come quando ci si sta lentamente addormentando, sicuri di fare degli incubi.

Un finale divergente da quello di quell'assassina della RothWhere stories live. Discover now