Il soffitto bianco

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Che il tempo curi le ferite lo credono solo i disperati, perché chi conosce il dolore lo sa bene che anche dopo anni, quando c'è brutto tempo le cicatrici fanno comunque male.

4 giorni, 96 ore, 5760 minuti, e tantissimi secondi. Era il 18 febbraio, ma di un chiarimento tra Sangio e Giulia, non ce ne era nemmeno l'ombra.

Lui, testone come al solito, pur di non ammettere che sentisse una terribile mancanza della ballerina, cercava disperatamente di riempire le sue giornate, tra chiamate a vecchi amici, uscite con Deddy, e passeggiate in esplorazione di Roma.

Non scriveva, scrivere gli faceva paura, e preferiva evitare.

Lei, dopo la bella trambata durata il tempo di un mezzo attacco di panico, si era rimessa in sé, o almeno ci provava.

Non negava di star soffrendo, ne si autocommiserava. Aveva accettato la situazione di buon grado, e stava lentamente imparando a convivere con quel senso di vuoto che aveva dimenticato esistere.

Se si sarebbe rimessa con Giovanni? Forse, anzi, di sicuro. Gli sarebbe corsa in braccio facendolo cadere, e l'avrebbe stretto a lei senza lasciarlo mai andare, però avrebbe messo delle condizioni.

Assurdo a credersi, ma si sentiva fortificata da quella situazione, con delle nuove consapevolezze, e chissà, magari anche più autostima.

Pensava spesso a lui, non poteva farne a meno, ed avrebbe voluto sapere come stesse, e se in qualche modo sentisse la sua mancanza.

Anche lui nutriva quella curiosità, e se da una parte avrebbe voluto solo la sua felicità, dall'altra, quella un po' più oscura, desiderava che anche lei provasse quella strana mancanza.

Enula, che era stata involontariamente protagonista di quel primo scontro tra i due piccioncini, era anche la confidente numero uno del cantante, che le telefonava ogni qual volta si sentisse troppo solo.

Certo, non era interessato a lei in termini amorosi, ma con Madame impegnata a Milano, era diventata un po' una sorella su cui appoggiarsi.

All'inizio, durante le prime 48 ore circa, la cantante aveva cercato di convincere il ragazzo che avesse fatto la cosa giusta, e che lei fosse d'accordo con lui su tutto.

Dopo il secondo giorno, però, a Enula era diventato ben chiaro che Gio non era come si ostinava a mostrare.

Insisteva a dire che per colpa di lei facesse tardi la sera, e non riusciva mai a stare concentrato sul lavoro, ma la verità era che grazie a lei una sua canzone era diventata una cazzo di Hit, ed il suo telefono era pieno di nuovi testi.

Allora aveva cambiato opinione, non era Giulia a distrarre Sangio, ma era lui stesso che si riempiva la testa di cazzate, e che da 4 giorni, nonostante la ballerina non gli dicesse nulla, le ore notturne le passava a fissare il soffitto.

Il soffitto bianco, non quello di Sangio, ma quello della cameretta di Lola, era (ri)diventato anche il protagonista delle notti di Giulia, che aveva improvvisamente ritrovato l'insonnia.

A volte ascoltava la musica, chiudeva gli occhi e si lasciava trasportare dalle note di quelle canzoni tristi, che adesso riusciva a comprendere a pieno. L'unica che era in grado di farla piangere realmente era solo Lady però.

Non era il ritmo allegro, ma le parole, che li descriveva alla perfezione, e che in quel momento le ricordava attimi si felici, ma troppo lontani.

Magari un giorno sarebbe riuscita a riascoltarla e godersela, più matura e consapevole, ma ogni qual volta partisse quella dolce melodia, il suo unico pensiero era "chissà che prova Sangio quando la canta".

Ballaballaballerina Where stories live. Discover now