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//Jisung//

"Amore, devo vestirmi"
La voce calda e soave di Minho mentre rideva, mi scaldò il cuore mentre lo abbracciavo, stringendo i nostri corpi nudi con braccia e gambe per non farlo alzare dal letto.
"No non voglio, salta la lezione e stai con me" feci il broncio "sei un vampiro, intelligente e bellissimo, con una collezione di lauree non indifferente con tutte le università che hai frequentato in questi anni, non fa nulla se salti una lezione"
Lui mi tolse i capelli dalla fronte per baciarla.
"È quello che dici tutte le volte, non posso saltarle tutte"
Scossi la testa contro il suo petto.
"Per favore"
Lui sospirò girandosi verso di me.
"Ringrazia il fatto che ti amo più della mia stessa vita"  disse con fare serio "sei un viziato" mi strinse più forte a se.
"È che ultimamente non siamo stati molto soli, in modo da fare compagnia a Felix e quindi mi sei mancato tanto" ammisi.

Mi alzai dal letto lasciandogli un bacio sul petto, prendendo poi dei boxer puliti per entrambi e una maglietta di Minho per me, sapevo lui non l'avrebbe voluta.
Mi sdraiai nuovamente affianco a lui guardando il soffitto.
"Non ci sono proprio notizie di Hyunjin?" Chiesi con lo sguardo perso.
Minho sospirò.
"Nulla"
"Felix dice di non aspettarlo, ma lo sai anche tu che non è così" mi girai verso il mio ragazzo e pensai a come avrei potuto reagire io al posto di Felix.
Un dolore fortissimo al petto mi pervase all'idea.

Le dita di Minho mi accarezzarono le guance, asciugando le lacrime di cui non mi ero neanche accorto.
"Jisungie, non ti lascerò mai, te lo giuro"
Quelle parole mi fecero piangere ancora di più.
"Non giurarlo, dimostramelo tutti i giorni per l' eternità" mi aggrappai al suo collo.
Mi baciò i capelli.
"Ti amo Jisungie, non piangere ti prego"
Annuii sul suo collo.
"No si..." piagnucolai "è che non posso concepire come abbia pensato di poterlo lasciare..." pensai ad alta voce.
"Non è così inconcepibile Jisungie" sussurrò mentre mi accarezzava i capelli.
"Lo difendi? Ma sei scem..." iniziai.
"Non ho detto questo" mi interruppe prima di sollevarmi e fare incontrare le nostre bocche in un bacio intenso, mentre con le mani mi stringeva il bacino, portandomi a cavalcioni su di lui.

Il mio cervello era in subbuglio per quelle forti sensazioni e mi dimenticai completamente di Hyunjin e Felix, non riuscivo a pensare ad altro che al vampiro che avevo di fronte e alla sua scultorea bellezza e tutti i propositi che avevo per litigare si volatilizzarono.

//Felix//

Ancora non ci credevo.
Ero un mezzo demone.
Ero immortale.
Avrei potuto vivere per sempre, ma che senso aveva? Vivere l'eternità aspettando qualcuno che non tornerà, non perché non può, ma perché non vuole.
Mi schiaffeggiai con entrambe le mani davanti allo specchio.
"Non puoi andare avanti così"
Presi il telefono e misi una foto nera come sfondo, senza cancellare quella di Hyunjin dal telefono, era troppo prezioso come ricordo.
Presi l'estremità della bandana dai miei capelli e la sfilai.
Mi sentii subito vuoto, solo e nudo.
Intravidi il mio riflesso con gli occhi lucidi.
"Okay forse non sono pronto a disfarmene completamente" notai stringendola con la mano.
Era un oggetto importante, era la bandana che Hyunjin aveva il giorno in cui era diventato un vampiro e che aveva portato ogni giorno fino alla luna...
Era troppo preziosa.
La ripiegai ed uscii dal bagno, Minho era da Jisung probabilmente, perché non era in camera.
Un po' li invidiavo quei due, avevano una storia solida e i loro sentimenti erano percepibili anche dagli altri, bastava vedere come Minho guardava Jisung ogni volta che parlava o come Jisung restava incantato a ogni movimento del castano.
Sbuffai e posai la bandana sul comodino.

Le lezioni quella mattina le avevo trovate veramente noiose, non riuscivo a concentrarmi, ne a prendere appunti.
Mancava ancora molto agli esami, eppure sentivo come se me ne importasse sempre di meno, non solo degli esami e delle lezioni, ma proprio di tutto in generale.
Mia madre e mio padre li sentivo una volta al mese se andava bene e stavano davvero bene senza di me.
Alla fine chi aveva bisogno veramente di me?
A quanto pare nessuno.
I miei pensieri vennero interrotti dal mio telefono che squillava.
"Pronto?" Risposi.
"Ei buongiorno" la voce solare di Dylan mi distrasse dai miei pensieri.
"Ei" risposi sistemando dei libri sulla scrivania.
"Mi chiedevo se avessi da fare ora, magari potremmo fare una passeggiata"
Sorrisi e annuii rumorosamente.
C'era poco da fare.
Era come se Dylan sapesse i momenti in cui ero più giù e comparisse sempre un quelli.
Lui mi faceva bene.
Lui era quello giusto.

Mi misi le scarpe velocemente e presi una giacca.
Il telefono squillò si nuovo.
"Si Dylan? Che hai dimenticato sta volta?" ridacchiai conoscendolo.
Non ebbi nessuna risposta.
Guardai il telefono che segnalava un numero privato.
Mi accigliai.
"Pronto?" Chiesi.
Ancora nulla.
Feci spallucce e riattaccai.

Corsi per le scale dei dormitori e raggiunsi Dylan nella sala comune.
"Ehi, dove andiamo?" Chiesi sorridendo.
"Voglio farti vedere un posto" disse.
"Che posto?" Chiesi curioso.
"Lo vedrai"
Mi prese la mano e cominciò a camminare.
Guardai la sua mano, non mi stringeva forte, non aveva alcun tipo di pretesa, mi trascinava e basta.
Un contatto del genere con Hyunjin mi avrebbe fatto impazzire...
No cazzo.
Ero lì con Dylan.
Dovevo pensare a Dylan.
Sorrisi e gli strinsi le dita tra le mie.
Lui si fermò per un secondo e sorrise ampiamente girandosi verso di me.

Mi portò stringendomi la mano fino al retro della struttura dei dormitori.
"Che facciamo qui?" Chiesi guardandomi intorno
"Ti voglio fare vedere una cosa che ho trovato" sorrise.
Camminammo per un altro po' fino ad un muretto beige.
"Quindi cosa?" Mi accigliai.
Lui sorrise.
"Guarda giù"
Lo feci e vidi tre piccoli cuccioli di cane carinissimi.
"Ma che belli" mi inginocchiai per accarezzarli.
"Li ho trovati sta mattina mentre passavo di qua per caso" mi spiegò mettendosi vicino a me "ti ho visto giù col morale e ho pensato che ti sarebbero piaciuti"
Annuii sorridendo.
"Sono bellissimi"
Erano tutti neri e banchi a chiazze.
Uno di loro aveva una chiazza nera enorme sull'occhio.
Lo presi in braccio per accarezzarlo.
"Cosa ne sarà di loro adesso? Non hanno una madre?"chiesi giocando col cagnolino.
"Credo li abbiano abbandonati" rispose lui.
Un vuoto enorme mi pervase.
Anche loro erano stati abbandonati.
"Noi non possiamo tenerli..." notai tristemente.
"No le regole del College sono chiare" mi diede ragione.
"Però potremo venire qui a dargli da mangiare tutti i giorni" sorrisi guardando Dylan.
"Certo, fino a quando non saranno grandi abbastanza per andare via da soli e vivere le proprie vite"
"Sono incroci di lupo" notai guardandogli le orecchie.
Lui annuì.
"Avevo sentito succedesse spesso in queste parti" disse prendendo i due cagnolini nelle braccia "fanno incrociare i cani e i lupi e poi li abbandonano"
Mi accigliai.
"Ma perché lo fanno?"
"A volte è un incidente, i cani scappano e tornano incinte di un lupo, oppure per il mercato nero, solo che non tutti i cuccioli sono portati per la lotta"
"Come fanno a capirlo da così piccoli?" Mi chiesi.
"Non saprei forse hanno delle ossa più grosse o denti più affilati"
"Che cosa orribile" notai accarezzando il cagnolino "sono così piccoli non se lo meritano"
"Ecco perché mi prenderò cura di loro"
Mi girai verso di lui.
Aveva un sorriso sincero e genuino, di quelli che ti scaldano il cuore perché ormai le persone non ne fanno più così.
Quando guardavo Dylan pensavo fosse di un'altra epoca, di altri modi...
"Dylan" dissi cercando il suo sguardo.
"Si?"
"Perché ti piaccio?" Chiesi.
Lui si irrigidì per qualche secondo, poi parlò.
"Non solo perché sei bello" sorrise "hai qualcosa che mi attira, come se volessi stare sempre al tuo fianco..."
Lo interruppi prendendo l'estremità superiore della sua maglietta e portando le mie labbra sulle sue.
Lui restò pietrificato, ma poi ricambiò il bacio.
Le sue labbra erano morbide e accoglienti, eppure mancava qualcosa.
Mi staccai con lo sguardo basso.
Non potevo ricambiare subito i suoi sentimenti, però avrei potuto provarci.
Non meritavamo forse entrambi di essere felici?
"Dylan..."
Venni interrotto da un rumore di cespugli e foglie schiacciate dietro di noi.
Alzai lo sguardo.
Era lontano, i capelli erano più lunghi, era più bianco e aveva gli zigomi scavati, gli occhi avevano uno sguardo cupo e vuoto.
Eppure io l'avrei riconosciuto anche con un sacco in testa.
Il mio cuore smise di battere per poi martellare come se avesse ritrovato l'ossigeno dopo mesi di astinenza.

Con la bocca aperta e le gambe che tremavano mi alzai in piedi.
"H..."
La mia voce si spezzò.
"Hyunjin"

-
Hiiiiii
Come vaaa?
Io ni, ma senza una reale ragione, l'estate sta finendo e tornano le responsabilità e non ne ho voglia😩

So come fare finire questa storia, il problema è scrivere ahahha, dai ci riuscirò piano piano.
Bye babesss alla prossima
🌸🌸🌸🌸🌸🌸

||Hell's Peace|| Hyunlix Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora