Summertime - KAI

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«Allora verrai alla festa in piscina di Mattia questo sabato?»

La voce super eccitata di Stephanie, la mia amica super bionda con il fisico da modella, sovrastava l'aria afosa del pomeriggio mentre si crogiolava al sole nel terrazzo del mio palazzo. Ci eravamo appena diplomate, Steffy vedeva questo come un traguardo importantissimo, visto che era stata bocciata innumerevoli volte,che meritava dei festeggiamenti quindi la mia bella amica stava organizzando nel dettaglio le nostre vacanze estive.

«E chi sarebbe questo Mattia?»
Chiesi alzando di poco gli occhiali da sole che proteggevano i miei occhi castani.

«Hai presente quel ragazzino biondino, del terzo anno con la quale ci siamo scontrati alle macchinette tipo verso fine aprile? Ecco Mattia è suo fratello maggiore, è all'ultimo anno di ingegneria ed è bono come non mai»

Sorrisi nel vedere i suoi occhi a cuoricino. Lei era così, si innamorava in zero secondi di chiunque le facesse un complimento, ed inoltre aveva un discreto successo con i ragazzi, ma quando sei bellissima e più grande ( si Stephanie aveva 21) la strada è in discesa.

«Allora? Attendo risposta»

«Non lo so, ci devo pensare»

«E se ti dicessi che ci sarà anche il coreano?»

Mi bloccai.
Nella mia mente si palesò l'immagine di quel ragazzo: Kim Jongin. Era uno studente universitario trasferitosi in Italia per un anno, e divenne una sorta di assistente del nostro professore di educazione fisica, il quale gli aveva affidato l'organizzazione di vari tornei sportivi.

Mai come in quest'anno scolastico appena trascorso, ci fu un'affluenza alle partite della scuola. Calcio a 5, basket, pallavolo. Quando le squadre maschili della scuola orde di ragazzine si presentavano negli spalti, ma non per fare il tifo per farsi notare da Jongin.

Io le capivo, poiché quel ragazzo era di una bellezza rara, fuori dai soliti canoni asiatici.

Era alto, terribilmente alto, il suo incarnato ambrato faceva risaltare la sua muscolatura; le labbra erano carnose che si aprivano in un meraviglioso sorriso.

Non saprei definire il tipo di rapporto che si era creato tra noi. Non eravamo amici, ma nemmeno semplici conoscenti; ci trovavamo a chiacchierare spesso dopo l'ora di ginnastica, o durante la ricreazione, poiché aveva stretto un buon legame con i ragazzi della mia classe. Ma ovviamente, uno come lui non avrebbe mai "perso la testa" per una semplice e comune diciottenne. Così mi sono sempre limitata ad osservarlo da lontano, senza farmi illusioni.

«Qualcuno ci sta pensando... e non mi riferisco alla festa» disse la bionda al mio fianco.

Evito di rispondere bevendo un sorso di ice-tea con la cannuccia.

«Senti Fabiola, puoi mentire a tutto il mondo, ma non a me. Tu hai una cotta per quel ragazzo dalla prima volta l'hai visto»

«Non è vero»

«Beh forse non dalla prima volta che l'hai visto, forse dalla prima volta che ci hai parlato. E poi ricordati che ci hai "limonato" pesantemente» .

Era vero! Io e Jongin ci eravamo baciati. Ci incontrammo ad una festa in discoteca, dopo qualche drink e qualche piroetta in pista, finimmo in un divanetto a divorarci le labbra e a toccarci in modo troppo lascivo, e ammetto di aver desiderato con tutta me stessa di fare l'amore con lui. Dopo quel bacio avevo iniziato pian piano a limitare i nostri contatti, evitando di rimanere da sola con lui, e anche se attorno a noi c'erano altre persone rimanevo nel mutismo più assoluto.

«Come mai Kim Jongin conosce il tuo spasimante?»

«Credo che glielo abbiano presentati i maschi della classe, sai che organizzano partite a calcetto e quelle robe strane da maschi» mi spiegò velocemente agitando la mano come per sbarazzarsi della mia domanda.

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