Capitolo 3

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Sono fuori da un paio di minuti, mi sono seduta su una panchina abbastanza nascosta così ché nessuno possa vedermi in questo stato, sopratutto i paparazzi

Fortunatamente sono in tuta quindi posso portare le ginocchia al petto senza alcuna preoccupazione

Passano altri 5 minuti e io continuo a piangere pensando a quanto ero felice 2 anni fa...quando lei c'era ancora

La mia migliore amica...Kiara

Lei era così solare, piaceva a tutti,era semplicemente perfetta, tutti l'amavano

Ci siamo conosciute in 1° elementare e dà lì non ci siamo più lasciate...fino a quando non mi ha lasciata lei

Se n'è andata, non ho potuto fare nulla per impedirlo perché la sua malattia cioè la leucemia era all'ultimo stadio e a volte penso ai nostri momenti passati assieme e mi chiedo se un giorno potrò realizzare il suo sogno

Quello di avere una marca di scarpe tutte sue, disegnava modelli stupendi, in futuro se ne avrò la possibilità lo farò io al posto suo

Voleva chiamarla Kiara's Angels

Mentre sono avvolta dai pensieri sento qualcuno circondarmi le spalle così mi giro

«Che succede?»chiede Locatelli con una sigaretta tra le labbra, un gran pezzo di manzo aggiungerei, porco cane che visione

Scuoto la testa come per dirgli di non preoccuparsi ma lui mi fa alzare e mi attira in un abbraccio.

«Non so chi stia causando il tuo dolore ma spero di poterti aiutare ad alleviarlo»

Con queste parole mi rilasso e ricambio l'abbraccio, sento di poterti fidare di lui

«Dai asciuga queste lacrime e entriamo che si staranno preoccupando, sei qui da quasi 15 minuti, stava venendo Fede ma gli ho detto di stare al suo posto così che non si scomodasse»

Mi allontano e lui mi aiuta ad aggiustare alla meglio il mio viso e i miei capelli per poi entrare dentro, non prima di avermi lasciato un bacio sulla fronte con fare fraterno

Entro e vado a risedermi mentre Manuel mi fà l'occhiolino seguito da una faccia buffa per farmi sorridere, e ci riesce.

«Di nuovo?» chiede mio padre alludendo ad un attacco di panico a causa dei miei occhi rossi

«Quasi» rispondo con indifferenza,uno in più o uno in meno...ormai

«Dai amore, ne uscirai, sei forte»mi inciraggia mio padre, senza di lui non so cosa farei. Mia madre non c'è mai, è sempre in giro per il mondo quindi non ho un rapporto speciale con lei, a differenza del mio rapporto con papà. Lui è semplicemente fantastico.

Il cameriere si avvicina a noi e prende le ordinazioni.

Prendo una semplice pizza alla diavola, e una birra Guinness vado sul sicuro.

«Woah, la Guinness, sua figlia ha mille sorprese mister»dice Chiellini rivolto a mio padre

Lui mi fa l'occhiolino e il ricordo della prima volta che l'ho assaggiata mi fa scoppiare a ridere

Eravamo in Irlanda per un weekend padre figlia, avevo 16 anni e volevo provare questa famosa birra irlandese

Mio padre ovviamente non sapendomi dire di no me ne prese un boccale a cena quando eravamo in un pub

La birra era buonissima ma quello che mi fà ricordare splendidamente quella serata è l'esclamazione di un Irlandese che parlando veloce non ci fece capire nulla, cioè io e mio padre fraintendemmo e capimmo:"TE LO LECCO IO IL CULO"

Sputai la birra a terra e mi piegai in due dalle risate

Che bei ricordi

Mio padre mi guarda divertito e imita quell'irlandese facendomi ridere ancora di più guadagandomi delle occhiate confuse dai ragazzi seduti a tavola con noi

Inizio a spiegare loro cosa successe e Lorenzo stava quasi per svenire dalle risate, tanto che si fece tutto rosso e si bevve mezzo litro d'acqua in 5 minuti per riprendersi





Campioni d'Europa||Federico ChiesaWhere stories live. Discover now