Attaccare

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INEJ

Quella mattina, Inej si svegliò particolarmente tardi. Era ormai da tempo che non dormiva così bene ma questo a Jesper non lo avrebbe mai detto. Non poteva di certo dargliela vinta e ammettere che il letto di quella stanza fosse più comodo della cabina della sua nave. Sbuffando all'idea del sorriso soddisfatto dell'amico decise che era giunto il momento di alzarsi e quindi, ancora cullata dalla dolce torbidezza -resto della notte trascorsa- condusse il suo corpo alla finestra nel tentativo di spalancarla. Ben presto, i raggi di sole illuminarono avidamente ogni angolo della sua camera, dal vecchio letto intagliato in legno, al grande armadio bianco all'altro angolo.
Poi, dopo che la luce abbagliante della mattinata aveva messo fine alla nebulosa confusione nella sua mente, portandola a destarsi del tutto, l'amaro pensiero della conversazione con Kaz della sera prima riafioró alla sua mente. All'inizio aveva pensato di essere stata affrettata e che, probabilmente, lui l'avrebbe raggiunta e avrebbero chiarito e così lo aveva aspettato seduta sul davanzale della sua stanza a villa Van Eck ma lui non era mai arrivato. La ragazza cercò di scacciare via il pensiero dalla sua testa -Kaz aveva fatto la sua scelta, adesso era inutile rimurginarci sopra- e aprì le pesanti ante dell'armadio per poi indossare una semplice maglietta viola e un pantalone nero.
Non appena ebbe finito di raccogliere i suoi lunghi capelli neri in una treccia, scese con passo felpato la scalinata di marmo che portava al piano inferiore dove, Wylan e Jesper erano accocolati sul divano. Il ragazzo Zemeni stava sussurrando nell'orecchio del rosso qualcosa che lo fece arrossire a tal punto che il suo volto prese la stessa tinta dei suoi capelli.
Inej sorrise alla scena e quasi le dispiacque doverli interrompere <<Buongiorno, ragazzi!>>
<< Buongiorno Inej>> esclamarono i due sorridendole.
<<Allora, come è andata ieri?>> le domandò Jesper lanciandole uno sguardo carico di sottintesi.
Inej sbuffò << Tutto normale credo, ho fatto un giro per la città, o meglio per i suoi tetti, e ho mangiato delle cialde>> mentre le delusione faceva breccia sul volto del ragazzo, Inej giustificò se stessa pensando che, in fondo, non era del tutto una bugia quella che aveva raccontato ai suoi amici: quando era uscita aveva davvero l'intenzione di comprare delle cialde (anche se poi non lo aveva fatto, il che era stato un grave errore: lei amava le cialde) E poi, non le andava di parlare ai due di ciò che era successo, non ancora almeno.
<< Tutto qui?>>
<< Tutto qui>> ribatté la ragazza Suli <<e adesso esco di nuovo>> annunciò dirigendosi alla porta.
<< Dove vai?>> domandò Wylan sinceramente curioso.
"A comprare quelle maledette cialde " pensò fra sé e sé la ragazza per poi dire semplicemente  <<a controllare la barca>>

***
Inej lasciò la presa con entrambe le mani dalla linea di gronda del tetto dandosi con le gambe la spinta necessaria ad atterrare perfettamente accovacciata sulle umide strade sottostanti. I venditori di cialde erano a pochi metri dalla sua posizione ormai e, probabilmente, se non fosse stato per il sobbalzo che udì alle sue spalle al momento del suo atterraggio, adesso sarebbe già stata sulla strada del ritorno a casa con il dolce sapore della pietanza sulle labbra.  Invece, sembrava proprio che l'universo avesse preso parte ad una sorta di complotto contro di lei.
<< Spettro, sei tu. Mi hai fatto prendere un colpo>>
<< Hey, Rotty>> esclamò Inej salutando il vecchio amico. <<Che ci fa qui? >>
<< cerco notizie su Brekker >>
<<in che senso? >>
<< ieri sera è uscito nel bel mezzo della notte con l'artiglieria pesante e non è tornato. Non ha detto a nessuno niente su dove andasse e così->>
<<Kaz è sparito da ieri sera? >>
<< già, lui è->>
Inej corse via senza dare tempo all'uomo di finire la frase. Certo, era arrabbiata con Kaz per il modo in cui l'aveva trattata ma non poteva sopportare l'idea che gli fosse successo qualcosa o che fosse in pericolo. Così, si arrampicò silenziosamente sulle mura del campanile e, con il caldo vento primaverile che le spettinava i capelli,  mentre ripassava a mente i nomi dei suoi coltelli, si ritrovò ad ammettere che il suo vecchio lavoro in fondo le era mancato. Lo spettro era tornato a Ketterdam e, se qualcuno aveva fatto del male a Kaz avrebbe dovuto affrontare le sue lame.

//QUESTO SAREBBE DOVUTO ESSERE CONNESSO AL CAPITOLO SUCCESSIVO MA DATO CHE IL TUTTO SAREBBE VENUTO TROPPO LUNGO HO PREFERITO DIVIDERLO IN DUE PARTI E FARE OGGI UN DOPPIO AGGIORNAMENTO.

Demons ~Kanej~Where stories live. Discover now