Resta

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Kaz e Inej non potevano essere più diversi l'uno dall'altra.
Probabilmente nessuno avrebbe creduto che due persone con così poche cose in comune sarebbero state bene insieme: lui era un pragmatico e crudele calcolatore, lei un'irrimediabile idealista e sognatrice.
Lei desiderava portare un po' di giustizia nel mondo con la sua missione, lui aveva smesso di credere alla giustizia molti anni prima.
Lei credeva fermamente nella religione e nei suoi Santi, lui li considerava solo stupide credenze.
Assolutamente niente in comune.
Eppure, chiunque dica che loro due non sono fatti per stare insieme, conosce solo parte della storia. Non sa come riuscire a vivere una vita con lei sia l'unico sogno che il ragazzo si è permesso di custodire nel suo corotto cuore. Non sa come l'arrivo di Inej sia l'unica giustizia avvenuta nella sua vita e come quella ragazza sia l'unico Santo in cui il bastardo del barile si sia concesso di credere.
Non sa come il cuore della giovane Suli continuava a battere forte mentre, seduta di fronte a Kaz in un piccolo tavolino di un ristorante Suli, gli raccontava dei suoi genitori e del periodo che aveva trascorso a Ravka con loro.

INEJ
<< è stato davvero bellissimo rivedere tutti di nuovo: gli zii, la nonna, oh e anche i miei cugini Ashit e Adim che adesso sono cresciuti così tanto. >>
Kaz soffoccò una risata sentento la parlantina della ragazza solitamente così silenziosa.
<< Poi sono arrivate le domande, su ciò che era successo, ciò che avevo fatto in tutto questo tempo. All'inizio avevo pensato di mentire, non serviva che sapessero tutto ma poi, mi sono fatta forza e ho racontato loro ogni cosa. E, nonostante mi fossi ripromessa di essere forte, sono scoppiata a piangere. E poi sono arrivati gli orribili sguardi di commiserazione. Penserai che io sia patetica>>
<< No, Inej. Affatto. Sei la persona più forte e meravigliosa che io abbia mai conosciuto. E sono pronto a ridurre in pezzi e poi buttare nel canale chiunque dica il contrario.>> mormorò Kaz facendo arrossire la ragazza.
<< inizio a capire perché i miei genitori ti adorano >>
<< davvero? >>
<< già>> fu in quel momento che Inej si rese conto di non sapere nulla sulla famiglia di Kaz.  Voleva chiedere ma non sapeva come farlo. E poi, se lo avesse fatto, Kaz come avrebbe reagito: avrebbe  risposto? Ignorato la domanda? Sarebbe andato via?
Decise di non rischiare, Kaz gliene avrebbe parlato quando sarebbe stato pronto.
<< andiamo? >>
Chiese Kaz dopo un attimo di silenzio.
Inej annuì e si alzò da tavola seguita dal ragazzo.

****
KAZ
Kaz camminava silenziosamente affianco ad Inej. Lei sembrava totalmente assorta nei suoi pensieri e il ragazzo si chiese più volte a cosa stesse pensando o se le avrebbe dato fastidio se lui avesse chiesto.
<< il cielo si sta annuvolato un'altra volta>> decise di dire infine.
<<vero, probabilmente verrà presto a piovere >>
<< per fortuna siamo quasi arrivati >>
<<te ne vai di già? >>
<< ho un sacco di scartoffie su cui lavorare, spettro>>
<< ti do una mano allora>>
<<come vuoi>>
I due voltarono l'angolo ed entrarono nello slat.
<< che strano usare la porta >> mormorò Inej e Kaz soffocò una risata.
Salirono le scale per arrivare in camera di Kaz che prese dei documenti dal tavolo e ne passò una parte ad Inej. La ragazza si dimostrò un assistente migliore di quanto avrebbe mai immaginato e, senza neanche accorgersene, Kaz si ritrovò più di una volta a distogliere la sua attenzione dai libri per osservarla: lo sguardo basso e attento fisso sui fogli, due ciocche scappate dalla treccia le incorniciavano il viso,una strana smorfia di concentrazione sul volto. Il ragazzo pensò che fosse adorabile.
***
I due, finirono di lavorare a tutto prima delle 8 campane.
<< davvero un lavoro impeccabile, spettro>>
<<lo so, sono fantastica>>
<< tch>> "si, lo era." Pensò Kaz "la persona più fantastica che io abbia mia conosciuto"
La ragazza si alzò per dirigersi verso la finestra.
<<ha iniziato a piovere >> sbuffò.
Inej aprì la finestra e l'acqua iniziò a bagnare il pavimento attorno ad essa.
Pioveva davvero forte.
La ragazza fece per scavalcare il davanzale quando la bocca di Kaz si mosse da sola, come se avesse messo di seguire gli ordini del suo cervello.
<< resta>> asclamò

INEJ
<< resta>> esclamò Kaz.
Inej si voltò verso di lui.
<<qui? >> chiese pentendosene subito dopo. Era entrata in panico e aveva parlato a vanvera... Dove altro sarebbe potuta restare?!
<< ecco, uhm>> il ragazzo prese un respiro profondo passandosi una mano fra i capelli. Inej lo scrutava silenziosa << è pericoloso muoversi sui tetti con questa pioggia. E poi casa di Wylan è lontana, finirai per bagnarti completamente. Quindi, se vuoi puoi restare. Il letto è abbastanza grande o, ecco, posso andare a dormire giù sul divano>> disse quasi sussurrando.
Il cuore di Inej accelerò notevolmente.
<< va bene>> disse infine quasi senza controllare le parole. Ma sapeva che, se ci avesse riflettuto troppo, sarebbe andata nel panico. Meglio agire d'istinto. Se si perde tempo a pensare, si da anche tempo ai demoni che dimorano dentro di sé di uscire allo scoperto. Bisogna essere più rapidi di loro.
Kaz annuì quasi impercettibilmente mentre Inej si avvicinava al letto e si posizionava ad una delle estremità facendo segno a Kaz di andare all'altra.
Lui si infilò i guanti. << scusa, me ecco->>
<< non preoccuparti>> mormorò Inej.
Capiva il perché volesse tenere l'armatura. Lei avrebbe fatto lo stesso non slegando i coltelli che portava legati sulle braccia, sulle cosce è in vita con delle cinghie. Non che avesse intenzione di usarli. Affatto. Semplicemente le infondevano sicurezza, forza.
Kaz avrebbe capito.
I due si sdraiarono ai due lati opposti del letto in modo che i loro corpi non potessero toccarsi ma i loro sguardi non si distoglievano da quello dell'altro.
Fu Inej la prima a prendere parola.
<< Parlami della tua famiglia>> disse sussurrando. Lo sguardo di Kaz cambiò rapidamente << se non ti va non fa niente>> esclamò. Non voleva obbligarlo a fare qualcosa di cui ancora non si sentiva pronto.
Proprio quando pensava che il ragazzo avrebbe ignorato la domanda, la sua voce rauca rimbombò nella stanza.
<< Io, in realtà, non sono di Ketterdam: con la mia famiglia vivevamo a Lij. Mia madre è morta quando sono nato, quindi non l'ho mai conosciuta. Ma papà mi diceva sempre che era una delle persone migliori che avesse mai conosciuto. Successivamente, quando anche mio padre morì, Jordie -mio fratello- decise di vendere la nostra fattoria per guadagnare qualcosa e di venire a Ketterdam in cerca di fortuna>>
<< va avanti>> finisci la storia esclamò Inej quando Kaz sj fermò.
<< scusami io- non ci riesco>> mormorò il ragazzo, il volto coperto dal sudore.
Inej avrebbe voluto avvicinarsi a lui è stringerlo a sé, dirgli che tutto sarebbe andato bene ma sapeva bene che sarebbe stato troppo per entrambi.
Quindi si limitò a dire. << è tutto ok. Finirai la storia quando ti sentirai pronto>>
Kaz sembrò tranquillazarsi.
Passarono solo pochi minuti prima che i due si addormentassero. Quella fu una grande vittoria per entrambi e, sebbene i loro corpi non si toccarono neanche una volta, i loro sguardi rimasero incrociati fino a quando le palpebre si chiusero mandando i ragazzi in un sonno profondo. Degli sguardi di sfida per i loro demoni. "Provate a prenderci adesso, se ci riuscite "

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