Legame

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INEJ

Quella mattina il mare era caratterizzato da una strana e singolare tranquillità: non un onda osava sfregiare il limpido e lineare bacino d'acqua cristallina su cui lo spettro procedeva spedito verso la terra ferma, dove le autorità locali gli attendevano per condurre in prigione li schiavisti fatti prigionieri e riconsegnare i bambini salvati alle proprie famiglie.

Inej era accovacciata sul pontile dell'imbarcazione di fianco a Layla, la bambina Suli che, solo il giorno prima, avevano strappato dalle fameliche e violente fauci degli schiavisti e che, in un disperato atto di coraggio, aveva salvato la vita a tutti loro. Le due erano intente a disegnare con dei carboncini  su alcuni vecchi fogli che avevano trovato in qualche cassetto.

<<Allora, ti piace?>> le chiese Inej mostrando il suo alla bambina.

<<E cosa sarebbe?>>

<<Ma come? E' un albero, non lo vedi?>>
<<Cosa? Quel coso un albero? Ma è orribile!>> disse Layla abbandonandosi in una risata che si fuse alla brezza primaverile in un'armoniosa e dolce melodia.

<< Adesso sono offesa!>> esclamò Inej fingendo il broncio più convincente che potesse fare per poi scoppiare nuovamente a ridere. Le sonore risa della due vennero interrotte dal rumore irregolare dei passi di Kaz che si avvicinava. <<Ehi, come va ragazze?>> gracchiò lui accennando un lieve sorriso che forse molti avrebbero tralasciato, ma Inej aveva imparato a riconoscere e notare ogni più apparentemente infima espressione del ragazzo. E non le era di sicuro sfuggito come i lievi sorrisetti di Kaz divenissero più frequenti introno alla piccola Layla: si era mostrato sin da subito particolarmente legato alla bambina. Forse gli ricordava se stesso, di quando era stato anche lui un bambino, di quando anche lui aveva avuto bisogno di aggrapparsi accanitamente alla vita con ogni mezzo a sua disposizione.

<<Layla insulta il mio meraviglioso albero>>

<<Beh Layla fa bene. Quell' albero è orrendo >> esclamò soffocando una risata.

<<Non ci credo, anche tu! Questo è un complotto contro di me!>>

<<Semplicemente dovresti accettare che il disegno non è il tuo forte>>

<<Idiota>> mormorò Inej sorridendo.

<<E' un uccello quello ?>> chiese Layla scrutando attentamente l'elaborato capo del bastone 

<<Un corvo>>

<<Posso vederlo?>> 

<<Certo. >> gli disse Kaz passandoglielo.

La bambina lo rigirò fra le mani, studiandolo attentamente.

<<è bello>>

<<I corvi sono animali speciali, sai. Perché sono capaci di ricordare i volti, sia delle persone che gli hanno fatto del male, sia di chi invece gli è alleato>>

<<Forte. Grazie>> proferì restituendo il bastano al ragazzo <<E grazie anche per avermi aiutato ieri>> disse poi Layla cingendo Kaz con le braccia. Inej balzò in piedi rapidamente, quasi un gesto involontario, pronta a proteggere Kaz, ad aiutarlo nel caso quel contatto lo turbasse, ma non avvenne niente del genere: il ragazzo ricambiò con una strana dolcezza l'abbraccio della bambina.

I tre furono interrotti da un membro della ciurma.

<<Inej, Kaz, ho bisogno di parlare con voi. Potreste seguirmi un attimo?>>
<<Certo>> 

****

<<Di cosa devi parlarci?>> 

<<Ci è stata recapitata la corrispondenza dalla squadra che si sta occupando di rintracciare le famiglie dei bambini e purtroppo i genitori di Layla sono morti. Hanno provato a proteggerla  dagli schiavisti al momento del rapimento ma loro erano disarmati e ne sono rimasti uccisi>> rivelò l'uomo. Nella stanza calò il gelido silenzio,  fedele seguace della morte.

Demons ~Kanej~Where stories live. Discover now