capitolo 7: panico...

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La cornice con la foto mia e di mia madre si ruppe così come io. 

Caddi con le ginocchia tra i vetri rotti prendendo la foto mia e di mia madre abbracciate difronte la casa. Non riuscì a trattenerle che scoppiai... scoppiai in un pianto liberatorio... in un pianto che si tramutò in attacchi di panico. Stavo per fare la mia "ricaduta" non volevo finire in ospedale, non di nuovo...

Chiamai una persona che mi avrebbe calmato e si trovava lontano da me 

uno,
due,
tre,
quattro...
squilli...

ecco la sua voce...

x: ehi principessa come va? 
D: n-non b-bene s-stanno r-ritornando 
x: calmati Lilly... respira.. ricordi cosa facevamo quando avevi una ricaduta? 
D: C-ci a-abbuffavamo d-di c-cibo 
X: quello dopo.. *
rise dietro al telefono* prima cosa facevamo... 
D: r-respiravamo i-insieme, c-contando le d-dita e d-dopo mi a-abbracciavi... 
X: ok.. fallo Lily fallo.. 

Feci come disse e funzionò 

D: grazie mio eroe 
X: prego Lily... cosa ti ha provocato la ricaduta? 
D: La casa e mio fratello 
X: dai piccola non pensarci... fai come se io sono lì con te, promesso? 
D: Vorrei che fossi qui... 
x: lo sarò piccola... dai tra quattro giorni è il tuo compleanno! 
D: non me lo ricordare... lo sai che non lo festeggio e lo sai che giorno è domani... 
X: Tranquilla, io sarò con te e lo supererai anche domani promesso 
D: ciao mio eroe
X: ciao Lily

Era una persona affidabile il mio eroe e sono felice di averlo incontrato... 

Con le lacrime agli occhi mettevo in ordine la stanza e mi disinfettavo sia la ferita che le ginocchia per i vetri rotti. Mi misi a letto e caddi in un sonno profondo... 

**********************

Il sole mi svegliò rompendomi il cazzo come ogni mattina. 

Questa mattina era diversa: era il giorno dell'incendio e fra tre giorni sarebbe stato il mio compleanno. Non festeggio il mio compleanno da quando Derek... be' ormai sapete la storia. Mi lavai, mi truccai leggera e mi misi un abbigliamento comodo... eravamo a fine novembre e l'aria fredda si faceva sentire. 

Scesi giù e c'era un silenzio assurdo

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Scesi giù e c'era un silenzio assurdo. Derek si allenava e Peter leggeva mentre beveva del caffè. 

Daisy: buongiorno... nn mi aspettate per pranzo, credo che sarò qui per cena. 
Derek: cerca di venire, a pranzo verranno i ragazzi si allenano e resteranno anche a cena
Daisy: Derek non rompere... a.pranzo.non.ci.sono *dissi fredda e scandendo ogni parola
Derek: da quando sei fredda? Cos'è successo? *disse asciugandosi il sudore*

Oh Derek dimmelo tu.... Guarda non lo so proprio. MA SEI COGLIONE!? 

Non risposi alla sua domanda e scesi di casa. Volevo andare all'ospedale di Beacon Hills per vedere se le "miei ricadute" hanno causato qualcosa. Camminai verso l'ospedale e come se non bastasse mi ritrovai la jeep di Stiles. Che ci faceva qui? 

Li unici a cui "tenevo" erano Stiles, Lydia e leggermente Theo... solo perchè mi hanno aiutato. Ma ormai non sono la Daisy di prima... è una nuovo Daisy. 

Entrai nell'ospedale e chiesi se potevo avere una visita di controllo anche senza prenotazione, la signora mi disse che forse ci sarebbe qualcuno, ma dovevo aspettare 5 minuti lì. Mi sedetti e aspettai.

 All'improvviso sentì una mano sulla spalla e una voce familiare. 

Stiles: ehi Daisy! Come va? 
Daisy: ciao... Stiles, Scott *feci un cenno con il capo e dissi fredda*... che ci fate qui?  
Scott: mia madre lavora qui e li ho portato il pranzo, tu? 
Daisy: niente d'importante

questi  attimi di silenzio rompono... un miracolo?

Signora: signorina venga

grazie!

Daisy: scusate ci si vede

Salutai i ragazzi e seguì la signora che mi portò in uno studio dove c'era un infermiera che aveva l'aria familiare: corpo magno, rughe, occhiaie da lavoro, pelle leggermente scura, tratti del viso lineari, capelli neri e ricci. Ma l'avevo già vista? Bho! 

X: Buongiorno, si accomodi. Come si chiama? 
Daisy: Daisy, Daisy Hale
X: OK... è venuta per? 
Daisy: si.. una visita di controllo signora 
X: oh cara chiamami Melissa, Melissa Mccall

Mccall... Scott?

Daisy: scusi per la domanda... ma Scott Mccall è? 
Melissa: mio figlio, una peste. 

Ecco perchè sembrava così familiare... 

Melissa: Perchè vuole fare un controllo? 
Daisy: vede... un paio di anni fa sono "guarita" da uno "stato malato". Sono stata colpita da stress, ansia e depressione, ho sofferto di bullismo e ciò mi ha provocato un "cambiamento celebrale"... mi dissero che all'inizio non era nulla di preoccupante, ma poi sono stato in terapia e curata. Ho avuto una ricaduta l'altra sera e volevo fare una visita.
Melissa: ok, alza la manica le prelievo un po' di sangue e tra una settimana saprò i risultati...
Daisy: la ringrazio
Melissa: scusa la domanda... per caso ha studiato medicina? Sa perchè si nota.. 
Daisy: odio hhaha, si sto studiando medicina, prima di Natale ho un test e se lo passo posso lavorare come assistente medico mentre segue i miei studi 
Melissa: se vuoi qui abbiamo bisogno di personale... dopo il test mi faccia sapere e le dirò. Comunque ho finito
Daisy: la ringrazio, ci vediamo 

Uscì da quell'ospedale e mi recai al cimitero di Beacon. Volevo vederli

************************
Eccomi qui: seduta sulla tomba dei miei genitori a parlarli dei miei problemi e di tutto il casino, la mia vita a New York e la mia "malattia". Non lo mai reputata una malattia ma neanche un peso. Sono una persona a New York non me lo faceva pesare ed ora che non è qui con me non riesco a controllarmi. Mi arriva un messaggio da mio fratello

E' tardi... sei fuori tutto il giorno... dove sei? Torna a casa per le 19 
                                                                                                                                        Derek

Mancava solo mezz'ora. Decisi di alzarmi, ma di ritornare domani... in fondo stavo bene lì. M'incamminai verso il bosco, sapevo orientarmi abbastanza bene. Stavo camminando finchè non sentì qualcuno che mi seguiva 

Daisy: chi c'è!? 

Rumori, 

rami che si spezzano

 vento

passi

Daisy: chi c'è!? 

I passi si facevano più forti finchè una figura non comparve.. non poteva essere lui. 

Deucalion: felice di vedermi?

C𝔲𝔬𝔯𝔦 𝔡𝔦 𝔤𝔥𝔦𝔞𝔠𝔠𝔦𝔬 // 𝔗𝔥𝔢𝔬 R𝔞𝔢𝔨𝔢𝔫Where stories live. Discover now