7. RISOLUZIONE II.

245 18 36
                                    

risoluzione, II, Elia

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

risoluzione, II, Elia.




Per la gente come Elia, il sole non si spegne mai. È una lampadina a risparmio energetico, con il vetro che brucia le mani ed i cavi scoperti, esposti, attaccati al soffitto con il nastro isolante. Se stacchi la corrente, c'è l'impianto d'emergenza, le luci rosse che illuminano porte senza uscita, con le maniglie smontate ed i cardini cementati.

Medici, guardie, infermieri, tossici, studenti, alcolisti, studenti alcolisti — sono poche, le persone con un ritmo simile, muli che trainano l'aratro ad ogni ora del giorno, masticando l'erba stantia, con il cielo che - indifferente, incastonato sopra le loro teste come il soffitto affrescato di una cattedrale - rimane dello stesso colore. Sono cani legati al tronco di un albero, la catena che stringe il collo, le unghie che affondano nel terreno e i denti scoperti, mentre tirano il guinzaglio in attesa del padrone, segnandosi la gola e scavando nella corteccia. Aspetteranno per sempre, sotto la pioggia, il temporale, soffocati dall'afa, perché la pietà, lavata via, ha abbandonato l'uomo alla propria crudeltà, all'egoismo annidato sotto la pelle, scuro e profondo come un nido di ragni. Nessuno ci vuole mettere le mani, provare ad estirparlo, a coprirlo, perché l'essere umano - l'adulto - non è altro che un infante bloccato in un corpo che deperisce, invecchiando: tingendosi le dita d'oscurità, arrivando al cuore del nido, al centro brulicante, la tentazione sarebbe quella di toccarsi la faccia, di strofinarsi gli occhi, di leccare via la sporcizia, come i neonati che, privi di autocontrollo, curiosi, infilano i pugni nel piatto di purè, o nella pittura senza allergeni. La follia - la scintilla di pazzia celata tra le pieghe della mente - infetterebbe l'organismo, libera, rievocando Pan, trascinandolo fuori dalla sua grotta, afferrato per le corna. Il dio caprone che simboleggia la dualità dell'uomo e della natura: il selvaggio e il razionale, le pulsioni ed il controllo, l'animale e la società; parti impegnate in una lotta eterna, in un circolo infinito di violenza e redenzione.

Quando si dorme poco, quando il sole non si spegne ed il desiderio detta legge, irrefrenabile ed impossibile da soddisfare, la stanchezza e l'aggressività prendono il sopravvento: sono risposte fisiologiche al bisogno, il modo in cui il sistema combatte l'ossessività. È così che funzionano le dipendenze: ti mangiano il cervello, rosicchiando i cavi finché l'essenza non si disseca, creando una frattura irreparabile, separando le due entità complementari che convivono in ogni uomo. La parte razionale, indebolita, si spegne, permettendo a Pan di strisciare fuori dal suo buco e tirare le fila. Una volta libero si nutre della paura, accrescendo il desiderio, quel lieve prurito che, stimolato, si trasforma in un eczema che brucia e spinge all'agonia. L'unico modo di placarlo è assecondarlo, lasciandosi tirare e trascinare come una marionetta. Uno spettacolo macabro a cui Elia, nonostante tutto, assiste in silenzio, pagando il biglietto: se ci sono i tossici, sparsi lungo le strade come voragini nell'asfalto, allora c'è anche lui, pronto a punzecchiarli e a spremergli via gli ultimi spicci rimasti nelle tasche bucate.

È una bestia infame, la dipendenza — c'è chi riesce a domarla, compensando l'iperattività e le quattro ore di sonno con il lavoro, con l'appagamento morale ed intellettuale; e chi si fa seppellire. L'equity della vita: chi rimane e chi se ne va, chi entra e chi esce. A quale categoria appartieni lo capisci subito, da ragazzo, con il portafoglio vuoto ed un centinaio di progetti nella testa, novantanove dei quali irrealizzabili (eppure, paradossalmente, i più agognati) ed uno possibile, ma improbabile. La realtà è fatta di strade secondarie; vie sterrate che si imboccano all'ultimo secondo, alla cieca, con una manovra ad U in mezzo al traffico di ferragosto. Elia voleva fare l'ingegnere. Cambiare il mondo, contrastare il cambiamento climatico, lavorare ad auto a bassa emissione o sviluppare fonti di energia rinnovabile. Il nuovo volto della scienza e dell'alta tecnologia, con una laurea pagata grazie al tempo trascorso scaricando i camion del fruttivendolo in fondo alla strada. A ventiquattro anni, però, con una famiglia da mantenere, ancora bloccato all'esame di matematica I, ha spinto il pedale del freno. Adesso traina carrelli pieni di carne e frutta marcia e gestisce una mediocre piazzetta di spaccio per conto di qualcun altro.

Cani randagiWhere stories live. Discover now