1. TITO.

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warnings !

dipendenza da droghe e alcol;
violenza;
possibili scene esplicite;
generale aggressività.

stay safe guys, i personaggi di questa storia hanno uno stile di vita distruttivo. In più, l'utilizzo di droghe pesanti avrà un ruolo centrale e sarà ampiamente trattato.
Il vostro benessere prima di tutto.



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È zucchero bruciato

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È zucchero bruciato.

Tra il sonno e la veglia, l'incoscienza e la lucidità, l'inconsistenza della propria mente alterata, violata e dissecata, Tito lo percepisce nitidamente. Riemerge poco alla volta, lacerando le membrane che lo separano dalla realtà: intorpidita, affaticata dal tempo trascorso sottoterra, insozzata dal lerciume della fossa in cui è precipitata, la sua anima pervade il corpo morto, irradiandolo.

È un feto che si dimena, liberandosi della placenta viscosa per scivolare verso il basso; verso le voci, l'energia, la frenesia che lo attende fuori dal ventre contratto della madre. Vagisce, piangendo, e Tito, una volta sfiorata quella linea sottile, apertosi un varco, fa lo stesso, gemendo piano.

È allora che lo sente — zucchero bruciato. Gli punge la gola, scivola nelle narici e, invadente, gli pugnala gli occhi, costringendolo ad esalare un secondo, sofferente latrato. Il collo, soffocato dalla maglia intrisa di sudore, è bloccato; i muscoli, atrofizzati, gridano insieme alla sua anima stanca; le labbra secche, dagli angoli rigidi, si spezzano ad ogni respiro, tingendosi di rosso. Il suo corpo, abbandonato sul divano, non risponde. Socchiude le palpebre, strappando l'ennesima membrana, guardiana solitaria di un forte diroccato ed abbandonato. Le ciglia, ispessite dalle lacrime, faticano a separarsi: tremano, pesanti, e gli feriscono la pelle, mostrando le iridi annacquate dalla confusione.

Il lezzo di zucchero bruciato lo sta uccidendo: è simile all'odore nauseante del pesticida che, in estate, riversano sulle strade, sterminando le zanzare. Sotto di lui, i cuscini del divano sono ruvidi. Vede delle mani. Mani che fluttuano nel suo campo visivo, sfocate, circondate da un alone luminoso che penetra nei pori e le fa rilucere, portando a galla ogni imperfezione, ogni callo, ogni cicatrice nascosta dalla carnagione olivastra. Sono le mani di Dio. (Ecco, è arrivato il momento), pensa. Cristo è sceso dalla sua croce di legno, strappandosi i chiodi di dosso, per porgli una mano sul capo sudato. La fa scivolare tra i capelli corti, irti, arrivando alla cute sottostante, e la fa calare in avanti, segnandogli la fronte con il sangue e la cenere. L'hanno deposto, coperto solo da un sottile velo bianco; hanno pianto il corpo abbandonato tra la terra ed il fango, stringendo le ossa ed il viso cinereo, specchio della morte; e poi, dopo aver aperto gli occhi, ha raggiunto Tito, carezzandogli la testa reclinata sullo schienale del lercio divano su cui ha perso i sensi.

Cani randagiحيث تعيش القصص. اكتشف الآن