"Bel set" disse la barista, prima che John potesse aprire bocca per gridare il proprio ordine. Sembrava un po' più grande di John, capelli scuri, tette color avorio che praticamente strabordarono dal suo top quando si chinò in avanti. John si assicurò di dare una lunga occhiata solo per risultare malizioso, e poi le fece l'occhiolino.

"Grazie, amore. Servi un whisky a quest'uomo, d'accordo? È un lavoro duro, questo"

"Così sembra" disse la barista, sorridendogli mentre recuperava la bottiglia. "Hai finito per stanotte?". Gli passò il bicchiere attraverso il bancone, e quando John tirò fuori qualche moneta dalla tasca, agitò la mano. "Sulla casa, tesoro".

John arcuò un sopracciglio. La faccenda era firmata, sigillata e consegnata, questo era. Tutto quello che doveva fare ora era chiederle a che ora staccasse, insistendo sui sottintesi, e si sarebbe procurato una scopata facile nel retrobottega, prima di andare a letto.

Era uno schianto, anche, una vera irlandese scura. John non sapeva che cosa cazzo lo avesse fatto voltare e lanciare un'occhiata al palco, di nuovo, ma se ne pentì non appena lo fece.

Paul non era lì.

Era scomparso da qualche parte, e per qualche ragione questo bloccava in gola tutte le ordinarie frasi da rimorchio di John. Avrebbe potuto fare a questa ragazza un altro occhiolino; probabilmente avrebbe dovuto.

Ma improvvisamente tutto quello a cui riusciva a pensare era se Paul se ne fosse davvero andato senza dire niente, e questo spingeva tutto il resto al di fuori della sua testa.

Si stava rammollendo sulla questione, su Paul, e la cosa era insopportabilmente da femminucce.

John si raddrizzò, alzò il suo drink e disse alla barista, con determinazione, "Stacco a mezzanotte. Anche tu?"

La ragazza sorrise, "Spero di sì"

John annuì con il suo migior sorriso lascivo da tipo tosto. Proprio come pensava: firmata, sigillata e consegnata.

Avrebbe dovutò sentirsi un casino più felice di quanto si sentì mentre si allontanava dal bar, gli occhi che scannerizzavano la folla di fronte a lui, cercando, suo malgrado, una particolare testa spettinata.

Fanculo, onestamente.

Se Paul voleva fare il coglione, questo era affar suo, ma non aveva il diritto di mettere le sue piccole grinfie nella testa di John e lasciarle lì, così che John non potesse tornare alla normalità.

Nessun diritto.

C'era un disco che era stato fatto partire da qualche parte, ora, il tipo di tariffa standard che mettevano quando il set era finito ma il locale non aveva ancora iniziato a svuotarsi.

John si immerse nella folla e si imbatté in una piccola fanciulla bionda, la cui scollatura era proprio al livello del bicchiere di John, con il risultato che una buona sorsata di ottimo liquore vi si versò sopra.

"Oh, merda, mi dispiace" disse John, automaticamente, con la mano che scattava verso la tasca alla ricerca di un fazzoletto o qualcosa di simile. La ragazza non sembrava così dspiaciuta, però.

Gli sorrise e scosse la testa, alzando immediatamente la piccola mano per tamponarsi il seno con una specie di cosa tutta pizzi e ricami, del genere che Mimi si portava dietro.

"È tutto ok" disse. Qualcosa nel modo in cui lo stava scrutando fece sospettare a John che, come lui, anche lei avesse lasciato gli occhiali a casa, il che avrebbe grosso modo spiegato la collisione. "Quella era la tua band, vero?"

"Sì" disse John, all'istante, e nel dirlo provò un piccolo impeto vendicativo.Era la sua fottuta band, dannazione. Paul poteva semplicemente – urgh. Pensare a Paul gli aveva fatto tornare voglia di scannerizzare la folla per cercarlo. John represse tenacemente quell'istinto. "Ti siamo piaciuti?"

𝐁𝐎𝐘, 𝐘𝐎𝐔'𝐕𝐄 𝐁𝐄𝐄𝐍 𝐀 𝐍𝐀𝐔𝐆𝐇𝐓𝐘 𝐆𝐈𝐑𝐋 - mclennonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora