Capitolo Sette

43 3 6
                                    

La mattina seguente uscii di casa guardando fra le mani il cellulare, che non avevo acceso per tutta la serata precedente, fisso su un qualcosa che mai avevo potuto aspettarmi.

Hoseok aveva postato una foto di Yoongi, la quale lasciava davvero poco spazio all'immaginazione e più alla concretezza dei fatti.
Era mezzo nudo, fra le coperte di un letto alquanto sfatto, aveva dei succhiotti sul collo, i capelli spettinati, dei graffi sulla schiena e le labbra gonfie e rosse: non si erano di certo guardati in faccia.

Mi portai le mani davanti alla bocca fermandomi all'improvviso sul marciapiede, situato sulla strada mi avrebbe portato al mio solito bar per la solita colazione, immobile, sentendo una fitta così dannatamente dolorosa al petto che quasi non riuscivo a controllare, quasi m'avrebbe portato ad un pianto disperato. Mi voltai per tornare indietro finché non sentii una vibrazione frequente da parte del telefono che non segnava assolutamente un messaggio.

Infatti Taehyung mi stava chiamando.

"Pronto?" mi schiarii la voce, normalmente sussurrando, cercando di apparire per quanto più normale possibile

"Oh Jiminie, hai visto?" Taehyung sembrò alquanto preoccupato, dal suo tono di voce.

"Mh, si, ho visto"

"Oh, stai bene? Dimmi di si"

"Certo che sto bene, pft, ovvio"

"Mh, adesso dove sei?"

"Sto camminando, e tu?"

"Sono in auto, sto andando al bar dietro l'università"

"Oh, io volevo ma...sto tornando indietro"

"E perché? Jimin dimmi la verità"

"Ho...dimenticato le chiavi"

"Sisi come no. Vuoi un passaggio?"

"No tranquillo, sono arriverò a breve. Ci si vede lì"

"D'accordo, attento che ti aspetto mh?" commento d'accordo per poi staccare la chiamata.

Feci un bel sospiro per poi ricambiare rotta e attraversare la strada verso il mitico e secolare bar. Aveva segnato la maggior parte dei momenti che avevamo passato in università, nonché delka nostra giovinezza generale. Ogni volta che, entrando, mi guardavo intorno potevo sentire l'odore della cioccolata calda di Jin hyung, che prendeva ogni volta che fuori diminuiva la temperatura, sentivo il rumore della forchettina contro il piatto di Namjoon hyung, Hoseok e Taehyung che finivano l'ultima fetta di cheesecake rigorosamente all'oreo, e soprattutto mi piaceva ascoltare il ghiaccio che girava per via del movimento della cannuccia nel caffè americano freddo di Yoongi hyung.

Quel bar poteva essere solo una struttura, solo un posto caldo d'inverno e piacevole d'estate, ma per me significava vita, ricordi, battute, pianti, scleri, litigi.

Significava la mia vita e chissà sé per gli altri poteva essere lo stesso.

Arrivai, quindi entrai, e subito mi sedetti ad un tavolo seguito, inaspettatamente e velocemente, da Taehyung che mi risvegliò dai pensieri portandomi, maledettamente, alla realtà.

"Jiminie" mi abbracciò forte accarezzandomi i capelli

"Hey, Tae" sorrisi debolmente

"Ho visto anche io" sussurrò dopo un breve momento di pausa

"Già, era come previsto" annuii guardandolo sedersi

"Non era così. Era...diverso"

"Come?"

"Era diverso quando parlava di te, quando parlava con te, quando ti guardava"

"Poteva anche essere così, ma ha fatto la sua scelta e..." sorrisi con gli occhi già lucidi "...ed io non sono stato considerato. Dopotutto era logico in quella foto Tae, non hanno contato le pecore"

"Over The Horizon"//Yoonmin (completata) Onde histórias criam vida. Descubra agora