7° rituale (giapponese)

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~spazio autrice: non mi prendo nessuna responsabilità se decidete di eseguire il rituale,porto questo format a titolo informativo e non per altro~

Rituale di origini antichissime che trova i suoi natali nel Periodo Edo (1603-1868), all’epoca in cui i samurai ancora recavano onore al nome della nazione con le loro nobili gesta.

È proprio tra i samurai, infatti, che nasce questo macabro e spaventoso rituale che metteva a dura prova il sangue freddo e il coraggio dei suoi partecipanti.

I guerrieri, nelle notti d’estate sotto la luce della luna nuova, erano soliti radunarsi in gruppo per sfidarsi al gioco dello “Hyakumonogatari kaidankai” e verificare chi tra di loro fosse il più coraggioso.

Letteralmente, “Hyakumonogatari kaidankai” significa “Raccolta di cento racconti sovrannaturali”. La parola “kaidankai”, deriva da “kaidan”, ovvero “storia di fantasmi”.

Non occorre molto per prendere parte a questo rituale: bastano solo cento candele, molta fantasia, e tanto, tanto coraggio.

Il procedimento è molto semplice: si dispongono le candele in cerchio e ogni partecipante, a turno, racconta un aneddoto, una storiella,una leggenda, o anche un’esperienza personale che riguardi il mondo dei fantasmi, del paranormale e dell’occulto. Concluso il racconto, si soffia su una delle candele, creando così un’atmosfera sempre più buia, inquietante e suggestiva. In pochi, persino tra i samurai, hanno il coraggio di andare fino in fondo spegnendo anche l’ultima candela.

Si dice che, soffiato sulla centesima fiammella, si assisterà all’apparizione di uno spirito evocato proprio dal susseguirsi di racconti che hanno contribuito ad alimentare l’atmosfera occulta e suggestiva.

In molti casi non si tratta di semplici storie di paura, ma di vere e proprie piccole parabole filosofiche tratte dai pensieri buddisti o zen, che racchiudono una profonda morale che va al di là del semplice senso di terrore suscitato dal racconto.

Originariamente, il rituale prendeva il semplice nome di “Otogi  Monogatari”, e vi era un unico narratore (solitamente il maestro dei samurai) che approfittava dell’occasione sia per testare il sangue freddo dei suoi allievi ma anche per infondere la saggezza e la conoscenza tramite la morale delle storielle.

Successivamente, il rito ha iniziato a diffondersi anche tra la gente comune e non solo tra le alte caste. Bastò poco perché lo Hyakumonogatari kaidankai si diffondesse per tutto il Giappone, e divenne così popolare che ancora oggi è possibile trovare in commercio numerose raccolte che contengono proprio cento storie dell’orrore pronte all’uso per una seduta in compagnia.

La prima raccolta venne pubblicata nel 1677 con il nome di “Shokoku Hyakumonogatari”, ovvero “Cento storie di molti paesi”.

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