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Il destino era davvero strano.
L'avrei capito con il tempo.
   <<Non correre!>> puntai lo sguardo alla mia destra quando riconobbi quella voce, e dai suoi occhi sgranati era chiaro che neppure lui si aspettasse di trovarmi lì.
    <<Ciao>> dissi, non sapendo cos'altro fare. Non mi aspettavo di vedere Kilian in quel posto, mentre teneva per mano un bambino.
   <<Ciao>> rispose. L'avevo preso alla sprovvista, ed era una cosa molto strana.
Lui aveva sempre il controllo delle sue azioni e delle sue parole.
   <<Beh, ciao>> ripetei, pronta ad andare via. Infondo non avevamo nulla da dirci, e a me non doveva interessare sapere chi fosse quel bambino.
Dio mio, sperai con tutta me stessa, e senza un reale motivo, che non fosse suo figlio.
   <<Ehi ciao, ci sono anch'io!>>
Odiavo i bambini, nel senso che non li sopportavo.
Li trovavo fastidiosi e irritanti, e sopportavo ancor meno quelli estremamente chiacchieroni.
Non avevo quella dolcezza tale per potermi interfacciare con loro.
   <<Ciao>>. Sembrava che quella fosse l'unica parola che fossi in grado di dire, ma non lui.
Quel nano da giardino aveva molto da raccontare.
   <<Mi chiamo Roger, ho dieci anni e nella vita voglio fare lo scienziato>> alzò il mento per guardarmi, e allungò una mano nella mia direzione.
   <<Wow, programmami la vita Roger!>> sbuffai una risata che lui non ricambiò.
Cazzo, quel poppante poteva essere davvero il figlio di Kilian.
   <<Comunque io sono Rose, ho ventitré anni e ... faccio la cameriera>>.
Merda, non potevo sentirmi così scialba a causa di ragazzino.
   <<Hai un bel nome>> annuì, toccandosi la punta del naso. Era molto buffo, ma presa da quel momento, avevo dimenticato la presenza di un'altra persona che non si era persa neppure un dettaglio di quello che era successo.
   <<Grazie?>> inarcai un sopracciglio. <<Beh, buon proseguimento>> lanciai un'occhiata furtiva al suo accompagnatore, che non mi risparmiò uno sguardo poco consono per il luogo in cui ci trovavamo.
La verità era che Kilian aveva spezzato quel momento, ma sostanzialmente non aveva mai smesso di tormentarmi con gli occhi.
Lui mi guardava senza alcun pudore, anche se pensava - e ne ero sicura - che non sarebbe successo più nulla fra noi due.
   <<È una tua amica?>> chiese Roger, e io attizzai le orecchie in attesa di una sua risposta che ovviamente conoscevo già.
Io e Kilian non eravamo amici!
   <<Una dipendente di mio padre>> mi venne da ridere.
Scoppiai a ridere e non avrei voluto farlo.
Entrambi mi guardarono con un profondo cipiglio stampato in volto, ma quello di Kilian era diverso e mai mi sarei immaginata che lui potesse alludere a quella notte, davanti ad un fottuto bambino.
   <<Ed anche la mia vicina di casa, una vicina molto rumorosa. Urla sempre>>.
Se solo avessi potuto, mi sarei presa a pugni da sola e subito dopo avrei ucciso lui, ma eravamo in un Luna park.
Quindi avrei dovuto rimandare.
   <<Oh, davvero?>> lo guardai negli occhi, sicura della mia prossima mossa. <<Mi creda, quello non è nulla. In passato avevo un'estensione vocale ancor più... forte>>.
Avrei tanto voluto immortalare l'espressione di Kilian, ma ero sicura che non avrei mai potuto dimenticarla.
  <<Bene, sono sicuro che prima o poi avrò il piacere di ascoltarla dal vivo>>.
Stava vincendo, stava per passare in vantaggio e questo io non potevo permetterlo.
   <<Rose, tu canti?>>
Abbassai lo sguardo verso Roger, provando a trovare le parole giuste ma quando sentii Kilian ridere, venni completamente rapita da quel suono.
Era così raro che non ero sicura appartenesse davvero a lui.
   <<Sotto la doccia Roger, solo sotto la doccia>> pressai le labbra fra loro. Volevo ridere, ma avevo l'impressione che quel ragazzino fosse troppo intelligente per non accorgersi di quello che stava accadendo. Dovevo andare!
   <<Oh, capisco>> si grattò la nuca, mentre io mi imposi di guardare solo lui.
Non potevo alzare lo sguardo e affogare in quel mare di peccati e perdizioni.
   <<Comunque sei simpatica>> aggiunse dopo qualche attimo di confusione. <<Se non hai impegni, ti va di fare un giro su qualche giostra con noi?>>
   <<Rose non può, ha da fare>>. Ma in quegli occhi ci caddi, e purtroppo quello che avevo visto pochi attimi prima, non c'era più.
Non avevo avuto neppure il tempo di pensare se accettare quella proposta o meno, ma il suo atteggiamento era stato un'ulteriore conferma.
Kilian avrebbe continuato a stuzzicarmi, a provocarmi per poi allontanarmi con un solo colpo quando mi sarei avvicinata troppo.
Misi sù il più falso dei sorrisi: <<grazie dell'invito, sarà per la prossima volta>>.
Ma non ci sarebbe stata una prossima volta.
Roger sembrò davvero dispiaciuto del mio rifiuto, e un po' anch'io.
In quel momento per me non era più importante sapere chi fosse quel bambino, perché avevo capito chi fosse lui, chi fosse Kilian.
Una persona che amava giocare con il fuoco, ma che non rischiava mai di bruciarsi per davvero. Avrei dovuto imparare da lui, avrei dovuto farlo fin dal primo sguardo.
   <<Va bene>> Roger mi sorrise, mentre io e Kilian non riuscimmo neppure a guardarci in faccia.
Le cose fra noi erano destinare ad andare così.
Avremmo continuato a rincorrerci senza prenderci mai perché, forse, nessuno dei due era disposto a fermarsi.

Prigionieri del destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora