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Vivevo con la costante sensazione di essere incompleta. Alla fine, dopo che lui era andato via, ero rientrata in casa ma non avevo dormito per tutta la notte. Tuttavia, il mattino seguente, non avrei mai immaginato che qualcuno potesse bussare alla mia porta.

Cara aveva l'aspetto di una persona che era stata investita da un camion, e anche se sapevo che fosse arrivata a Parigi, sperai ugualmente di non incontrarla.

«Ciao» mormorai, guardandola dalla testa ai piedi, ma lei era una tosta. Non si sarebbe lasciata scalfire dalla mia maleducazione.

«Rose, scusami per l'ora, ma devo parlarti!»

Erano le otto del mattino, ero sfinita ma non avrei provato a dormire.

«Entra» dissi, perché purtroppo temevo quello che stava per dirmi.

«Kilian non è tornato stanotte.»

Provai a combattere il fastidio al sol pensiero che avrebbero dormito insieme, in quel letto

«Io come posso esserti utile?»

Mi guardò male quando misi su il caffè, ignorando la gravità della situazione. In realtà ero preoccupata, volevo che tornasse e che non andasse più via, ma non ero disposta a condividere i miei sentimenti con lei.

Venne al mio fianco.

«So tutto, so quello che ti ha detto e come si è comportato.»

«Quando Kilian ha dei problemi con me, corre sempre da te.»

«Non essere gelosa!» mi sorrise e avrei voluto avere il potere di incenerirla con uno sguardo. «Quel ragazzo morirebbe per te.»

Il barattolo con lo zucchero scivolò dalle mie mani.

«Non dire sciocchezze, mi odia» mi abbassai sulle ginocchia. Avevo fatto un gran casino.

«Gli piacerebbe» sbuffò una risata, poi si abbassò alla mia altezza, afferrò le mie mani e mi aiutò a rimettermi in piedi. «Ci tiene molto a te, Rose. Più di quanto pensi, solo che...Kilian è molto più fragile di quello che sembra. Sua madre era molto importante per lui.»

«Non lo metto in dubbio» mi allontanai, andando a sedermi attorno al tavolo. Ovviamente lei mi raggiunse.

Cara era una vera combattente. «Non pensare che lui non sappia quanto anche tu stia soffrendo per la tua perdita.»

«Eppure non sembra» mi passai le mani sugli occhi.

Era tutto così contorto.

«Credo che tu sia l'unica persona in grado di capirlo, invece. Kilian è complicato. Per lui è più facile odiare piuttosto che amare.»

La guardai con il cuore in gola e lei subito cambiò argomento.

«Mi aiuteresti a cercarlo?»

«Meglio di no» dissi, ma ero ancora ferma a quella frase.

Forse Cara aveva espresso un pensiero generico sul suo amico, e in quelle parole non c'erano riferimenti per me.

Lui non mi odiava perché aveva paura di amarmi...

Lui non mi amava, giusto?

«Non vuole vedermi» aggiunsi, sospirando profondamente.

«Sono preoccupata Rose, è uscito di casa quando noi siamo arrivati e poi non è più tornato.»

«In realtà sì, l'ho trovato fuori la porta di casa mia» sussurrai con fare incerto. In tutto quel caos non gli avevo chiesto perché si fosse seduto proprio lì. «Abbiamo litigato e poi è andato via.» Iniziai a temere che fosse scappato chissà dove, proprio a causa di quello che gli avevo detto circa la mia idea di lasciare Parigi.

Prigionieri del destinoOù les histoires vivent. Découvrez maintenant