Capitolo 6

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"Gianmaria!" lo chiamo, continuando a colpire con entrambi i pugni contro il legno della porta del bagno.

Apre la porta, avvolto nel morbido accappatoio con lo stemma dell'hotel stampato sulla destra della spugna. I capelli castani ancora umidi gli ricadono flosci sulla fronte leggermente accigliata.

"Perché urli? E dov'è la mia colazione?" mi domanda, ma io ignoro le sue richieste e gli sbatto contro il petto il mio cellulare ormai in procinto di spegnersi nuovamente.

Gianmaria lo prende e lo guarda, sembra confuso, ma mai quanto me in questo momento, che sembra mi abbia impossessato il demonio.

"Dimmi che non è vero. Dimmi che non è vero, cazzo!"

"Ma si può sapere cosa cavolo ti prende? Sei ancora ubriaco?"

Mi riprendo il telefono, faccio ripartire il video che ormai ho imparato a memoria dato che l'ho rivisto circa dieci volte, e glielo metto davanti agli occhi.

Gianmaria guarda attentamente tutta la scena che ci ritrae protagonisti fino a quando non arriva il momento clou, il momento del bacio, e mi ritrovo ad osservarlo sbiancare in diretta.

"Perché hai scelto lei? Io sono... sono un coglione. Sono un coglione dalla cazzo di prima elementare."

Serro le mani in due pugni, mi conficco le unghie nella carne e rilascio un respiro spezzato.

"Mi dispiace."

"Di-di cosa?"

"Di amarti da sempre, Andrea."

Si sente un tonfo, il mio telefono ricade a terra. Gianmaria lo riprende di scatto e me lo restituisce con una mano tramante.

Pesco chissà dove il coraggio di guardarlo negli occhi e li trovo sgranati. Ha le pupille dilatate come un gatto spaventato e la sua carnagione, normalmente olivastra, ha perso un paio di toni di colore.

Le occhiaie appaiono più violacee e io non so se ho più voglia di prenderlo a pugni o abbracciarlo, dannazione, perché nonostante tutto questo casino continuo ad odiare quando Gianmaria è in difficoltà.

Respiro ed ispiro un paio di volte, la voglia di ritornare di corsa in Italia che diventa ogni minuto che passa sempre più pressante.

"Io... io..." comincia a dire, esitante. Il suo pomo d'Adamo compie dei movimenti convulsi, come se non riuscisse bene a deglutire, alza una mano e se la poggia al centro del petto, stringendo fino a farsi sbiancare le nocche la spugna dell'accappatoio.

"Perché?" gli domando di getto, il battere del cuore che mi romba furioso nelle orecchie, fino a farmele fischiare.

Gianmaria, come se fosse umanamente possibile, ingrandisce ancora di più gli occhi. Si passa la lingua sulle labbra secche e io seguo quel gesto come se fosse normale, ritrovarsi improvvisamente ad osservare il movimento della lingua del tuo migliore amico.

Poi, di colpo, non capisco bene cosa si modifica all'interno del mio migliore amico, come se avvenisse un click in lui. Osservo in diretta Gianmaria alzare il mento, risoluto, nei suoi occhi ancora qualche traccia di panico.

"Non doveva uscire fuori così. Non avrebbe mai dovuto uscire fuori. Ma sì, Andrea, ormai siamo in ballo e facciamoci questa samba anche se la mia coordinazione in tutti i sensi è indubbiamente pessima. Ti ricordi il primo giorno che ci siamo conosciuti?"

Sentendomi decisamente spaesato, mi ritrovo ad annuire come uno sciocco senza aggiungere null'altro.

Gianmaria accenna un sorriso triste e malinconico. "Quel giorno della prima elementare quando ti ho visto ho pensato che avevi il naso pieno di lentiggini più carino del mondo e ora eccomi qui, a quasi trent'anni a pensare che il tuo sia ancora il naso pieno di lentiggini piu bello che possa esistere e... e sono innamorato di te, Andrea. Dalla prima elementare."  

Guardo Gianmaria, guardo questo scemo che conosco da quasi tutta la vita. Lo guardo come se lo stessi vedendo per la prima volta e nella mia testa, improvvisamente e come tante istantanee un po' scolorite dal tempo, immagini che ritraggono me e il mio migliore amico negli anni si susseguono come se cercassero di aiutarmi a comprendere come non mi sia mai accorto dei suoi sentimenti per me.

Sono stato davvero così cieco? E, pure se non lo fossi stato, sarebbe cambiato qualcosa?

Mi viene in mente quando mio padre venne a mancare. Ero fidanzato da circa un anno con Claudia Mish Italia, eppure, quella notte orrenda quando ci avvisarono della morte di papà io corsi a casa sua nel cuore della notte perché l'unica persona che volevo avere accanto era solo lui.

Gianmaria ha passato tutto il resto della notte a stringermi forte e a raccogliere le mie lacrime di dolore e io mi sono sentito... protetto.

Io sono stato la prima persona a cui ha confessato di essere omosessuale e non ho battuto ciglio perché non c'era e non c'è nulla di male. A differenza sua, io non sono mai stato attratto dagli uomini, ma ammetto di aver avuto sempre uno strano senso di protezione, delle volte morboso, nei suoi confronti.

Ogni volta che mi diceva che si stava frequentando con un tipo nuovo ho sempre sperato interiormente che si rivelasse un coglione perché nessuno si merita Gianmaria. Lui è... speciale.

Sono fidanzato con Giorgia da cinque anni, tra poco meno di un mese la sposerò, stiamo rimodernando la vecchia casa dei suoi genitori per andarci a vivere insieme, per costruirci la nostra famiglia eppure... Eppure, ogni volta che mi sono ritrovato a pensare alla mia famiglia c'era sempre questo cretino in mezzo.

Lui, che mi conosce meglio di Giorgia o di mia madre o di mio fratello. Lui che sa perfettamente quanto odi il cibo gourmet e che preferisco ingozzarmi al Mc Donald's il sabato sera come un quattordicenne qualunque.

Tra l'altro Giorgia e Gianmaria non sono mai andati d'accordo, dal primo momento che li ho presentati.

Gianmaria non si è mai sbilanciato nel dare una sua opinione sulla mia futura moglie anche se ho sempre percepito dell'astio tra di loro. Lo stesso non vale per Giorgia che quando vuole è una vera vipera e non ha mai perso un'occasione per rammentarmi quanto Gianmaria sia appiccicoso nei miei confronti e quanto io lo sia con lui.

Ma io amo davvero Giorgia? Sono convinto di voler creare un futuro insieme a lei? E perché solo dopo aver visto quel dannato video ho iniziato a pormi queste domande, ad avere dei dubbi?

Perché non mi ricordo di quel bacio che ci siamo dati la notte scorsa? E perché, il non ricordarmelo, mi sta causando questo fastidioso senso di delusione?"

Sgrano gli occhi. Che sia anche io sempre stato innamorato del mio migliore amico e non me ne sia mai accorto prima?

"Per favore... parla, dimmi qualcosa o..." inizia a dire Gianmaria, ma io alzo una mano per interromperlo.

"No," parlo con un filo di voce rauca. "Io... ho bisogno di... di andare..." e senza giungere altro guizzo via dalla camera d'albergo pensando a quanto questo addio al celibato si sia evoluto in un cazzo di dramma adolescenziale.





Nota di Jenny

Buona domenica, amici.

Che ne dite, questi altri due cuori di panna tonti ce la faranno a sopravvivere a questo dramma adolescenziale? 😂❤️

Dalla prima elementare: Andrea&Gianmaria Where stories live. Discover now