Capitolo 7

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"Aaah... sono un coglione! Un grandissimo coglione! Un miserabile! Per questo non voglio mai bere, perché faccio le cazzate! Io non ci volevo nemmeno venire a Barcellona. Avrei... avrei preferito di gran lunga continuare a pulire il vomito dei bambini con il virus intestinale nel mio studio piuttosto che farmi un'ora e mezza di volo a cagarmi addosso, ubriacarmi in una discoteca sudicia e confessare ad Andrea che sono innamorato di lui. Oh, mio Dio! Non mi perdonerà mai... ho perso il mio migliore amico per sempre perché sono un co..."

"La finisci di darti del coglione, cavolo!" sbraita Alice dall'altra parte del telefono.

Mi blocco con la bocca aperta, sul procinto di darmi per cinquantesima volta del coglione da quando l'ho chiamata.

Serro poi le labbra e deglutisco un paio di volte. Da quando la conosco non ho mai sentito la mia amica perdere la pazienza così. Una gocciolina di sudore intrisa di ansia comincia a scivolarmi per una tempia.

"Fidati quando ti dico che prima o poi sarebbe venuto fuori, Gianmaria. Andrea è stato anche fin troppo cieco a non accorgersi mai di nulla. Da ubriaco sei decisamente più coraggioso che da sobrio," commenta, ritornando al suo tono di voce calmo e pacato, da psicologa comprensiva.

"Ma ti sei fumata qualcosa, stamattina? Andrea è il mio migliore amico e molto probabilmente l'ho perso perché, a quanto pare, da ubriaco ho deciso di confessargli che sono innamorato di lui! Non doveva uscire fuori così! Andrea si deve sposare, cazzo! Penserà che glielo abbia detto apposta perché sono geloso del suo matrimonio con Giorgia!"

Tra l'altro, sono geloso sul serio, ma dettagli. Non sarei mai stato capace di rovinargli il matrimonio intenzionalmente. Per Andrea, scalerei una montagna senza protezioni o mi butterei in un fiume pieno di coccodrilli, se non si fosse capito.

"Ti calmi? Se continui ad agitarti così ti esploderà una vena."

Affondo il capo nel cuscino ed emetto un verso di stizza. Da quando Andrea è scappato via dalla nostra stanza, dopo che gli ho confermato i miei sentimenti per lui, usciti fuori per colpa di uno stupido video fatto per sbaglio quando doveva essere solo una foto che immortalava un me sbronzo, non mi sono nemmeno cambiato e sono collassato ancora in accappatoio e con un fastidioso mal di testa a causa del post sbornia sul letto a ragionare su quanto delle volte la vita faccia proprio schifo.

Ho chiamato Alice per ricevere un po' di supporto psicologico, ma al momento non sta facendo un bel lavoro. Io di certo se fossi un suo paziente dopo una seduta del genere mi rifiuterei di pagarla.

"Gianmaria, ascoltami, se Andrea è una persona intelligente non manderà in fumo tutti questi anni di amicizia, passati a reggervi il moccolo a vicenda. Devi dargli del tempo per metabolizzare, immagino sia stata una bella botta per lui. Quindi, ora smettila di sguazzare nell'autocommiserazione e comportati da uomo maturo."

Dalla mia bocca fuoriesce un altro verso stizzito e lagnoso. "Ma io sono un uomo maturo," borbotto.

Sento Alice sbuffare. "Sei un uomo di trent'anni in un'evidente crisi adolescenziale."

"Quasi trent'anni," la correggo, borbottando.

"Il mese prossimo ne compirai trenta," ribatte Alice, facendomi sentire anche vecchio, dannazione.

Tra l'altro, il mio compleanno capita precisamente due giorni prima del matrimonio di Andrea. Il solito fortunello.

Alice sospira poi avverto un cambiamento nel suo tono di voce. "Andrea prova un affetto non quantificabile per te, Gianmaria. Quando vi vedo insieme ho spesso pensato che due persone più in sintonia di voi due non le ho mai conosciute prima quindi sono sicura che lui, a prescindere da tutto questo casino che è successo, non rinuncerà mai al vostro inconsueto rapporto di amicizia."

Dalla prima elementare: Andrea&Gianmaria Where stories live. Discover now