34: Fears

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Dopo pochi squilli appare l'immagine di Sofia sullo schermo del mio cellulare e le sorrido.
Mi saluta e poi la vedo sedersi alla scrivania.

<<Contenta che ho fatto uscire "Finché non mi seppelliscono"?>> le chiedo con un ghigno, mentre mi porto la sigaretta alla bocca.

Son seduta sul divanetto del giardino sul retro della casa, col telefono in una mano e una sigaretta nell'altra.

<<Solo contenta? CAPISCI CHE MI HAI DEDICATO UNA CANZONE??>>
<<Sisi l'ho capito ma non urlare che i timpani mi servono ancora grazie>>
<<Come faccio a non sclerare scusa? Sei stata dolce, anche se non lo vuoi ammettere>>

Parliamo un po' del più e del meno e scherziamo un pò.

Mentre rido sento la porta aprirsi. Carola è sulla soglia di casa e la sua faccia non mi sembra essere molto felice.
<<Grace, possiamo parlar-Oh sei a telefono, aspetto che hai finito allora>> dice e prima che possa tornare dentro la richiamo.

<<Sofi ora devo staccare, ci sentiamo domani. Salutami tutti>> saluto velocemente la mia migliore amica e nel mentre Carola si avvicina.

<<Cos'è successo?>> mi giro nella sua direzione, osservando il suo viso.
<<Nulla, è solo che sono un pò triste e ho bisogno di te per svagarmi>>
<<Hai bisogno di me, quindi>> faccio un ghigno, sapendo che ora inizierà a blaterare per cercare di giustificare quello che ha appena detto.
<<Non fraintendere, io non ho bisogno di nessuno ma è anche vero che tu mi stai simpatica>>

<<Mhhh...allora, come mai sei triste?>> chiedo cauta e mi sistemo meglio.
<<Veramente non c'è un motivo in particolare>> alza le spalle, facendo la vaga
<<C'entra qualcosa Gigi?>>
Lei sentendo il suo nome sospira e questo sta a significare che ho centrato l'argomento.
<<Ha fatto qualcosa? Se ha fatto lo stronzo dimmelo, che ci penso io a metterlo a posto>>
<<Lo so che picchiare qualcuno non ti dispiacerebbe, ma dovrai contenerti perché non ha fatto nulla di chè.>>
<<Se stai male qualcosa deve pur aver fatto>>
<<È solo che lo vedo un pò distante ultimamente e boh, ho paura di aver sbagliato qualcosa io>>
<<In che senso "distante"?>>
<<Nel senso che negli ultimi giorni sta sempre sulle sue e non abbiamo parlato praticamente>>

<<Forse è solo perché sta male per l'uscita di Guido, non credo tu abbia fatto qualcosa>>
<<Anche io ci ho pensato, ma non ne sono sicura>>
<<Perché non provi a parlarci allora?>>
<<Non voglio dargli fastidio>>
<<O forse ti fai semplicemente troppe paranoie>>
<<Probabile>>

<<Secondo me ne devi parlare con lui, magari dopo cena>>
<<Hai ragione, dopo ci parlo>>

<<Un abbraccio? Dai, sono triste quindi me lo merito>> fa il labbruccio e io ridacchio.

Ci abbracciamo e lei ride contenta.

<<Grazie Grace, sei l'unica che riesce a farmi ragionare su ste cose>>
<<Lo so, è un talento naturale>>

"Paure"

Meloncholy // amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora