Capitolo 24 - Christian

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Chris

Le sue unghie fucsia lunghe e brillanti risaltano sulle mani che accarezzano il mio petto attraverso il maglione nero, mi spingono sulla parete dell'anti bagno in comune fra uomini e donne qui in azienda.
"Andiamo dentro prima che venga qualcuno caro."
Mi tira per un braccio e come una marionetta le vado dietro, sembro uno spettatore, poco coinvolto.
"Forse era meglio lo stanzino, dovremo fare in fretta e in silenzio."
Chiude la porta a chiave mentre continua a parlare, a fare tutto lei, tanto per me è uguale, qui o da un'altra parte, lei o un'altra, che differenza fa?

Afferra la mia cintura ed inizia a slacciarla, la osservo dall'alto, sarà almeno dieci centimetri più bassa di me, tutta eccitata, io voglio solo arrivare al dunque e andare via.
La mora si lecca le labbra gonfie di botox o quelle merde che usano le donne per rifarsi bocca e altro, sono rosso fuoco, le lunghe ciglia, il seno come sempre in mostra.
Per l'ennesima volta tenta di baciarmi, ancora una volta mi tiro indietro, sarà una cosa stupida visto che sto per fare sesso con lei, ma ho baciato Sara l'ultima volta, ho il suo sapore e non voglio quello di nessun'altra.
Ciò che sta succedendo qui è solo qualcosa di fisico, in realtà non ne sono convinto per niente, sono solo incazzato, con il sottoscritto, con Sara, con il passato, con il destino che gioca sempre con me e perdo ad ogni partita.
Sono furioso con me per essere qui invece di andare a prendere a pugni quel poliziotto tutto pompato, con Sara per essere fuggita dopo avermi illuso, dopo avermi fatto credere di avere una possibilità, invece è subito corsa fra le braccia di Francesco.

Tocco il suo sedere mentre lei mi si spalma addosso e inizia a strusciarmisi sui gioielli, lecca il mio collo e con la mano tenta di stuzzicare il cavallo dei pantaloni che, anche se con lentezza, inizia a darsi una svegliata.
Ho la testa fissa da un'altra parte, ma è istinto, basta stuzzicare un po' ed il gioco è fatto, lui sarà in forma per questa scopata.

"Ti ho detto niente baci."
Quasi ringhio perdendo la pazienza quando cerca di leccare le mie labbra all'improvviso, la mia voce attira proprio l'ultima persona che al momento voglio vedere o sentire, Alex che entra nel bagno accanto.
"Christian, che diavolo stai facendo lì dentro?"
Bussa ripetutamente alla porta del bagno dove mi trovo con Monica, la nostra collega, lei scoppia a ridere cercando di trattenersi inutilmente.
"Vattene Alex."
Gli intimo con le buone nonostante il mio tono seccato.
"Esci immediatamente o butto giù la porta."
Il suo tono incazzato mi fa innervosire.

"Alex, sei geloso o vuoi unirti a noi?"
Squittisce la mora.

"Non dire cazzate."
Sento il mio amico dall'altro lato della porta.

Sospirando mi preparo a ferire con garbo l'ego di questa donna.
"Senti, mi dispiace, non è il caso di continuare."
Mi ricompongo ignorando le occhiatacce della ragazza di fianco a me, apro la porta e un Alex amareggiato si sposta per far passare Monica che subito va via.
Senza dir nulla afferra il collo del mio maglione e mi spinge al muro con violenza, la sua faccia è talmente vicina e livida di rabbia che temo possa prendermi a pugni da un momento all'altro.
"Che cazzo fai?"
Urla e nel verde dei suoi occhi vedo delusione.
Lo sposto spingendolo via, gli urlo di rimando che non lo so che cazzo sto facendo, perché in fondo è questa la verità, so solo che sto soffrendo e sono confuso, ma tutto questo me lo merito per la mia codardia di quattro anni fa.

"Il tuo piano per riprenderti Sara è questo? Scoparti Monica nel bagno tra una pausa caffè e l'altra?"
Mi osserva a braccia aperte e sguardo torvo.

"Ho chiuso con Sara."
Dico a denti stretti cercando di oltrepassarlo, ma mi blocca con una mano sul petto.

"Che diavolo è successo? Eri in montagna con lei quando ci siamo sentiti, avete litigato?"
Gli si aggrotta la fronta, l'ultima volta gli ho detto che era tutto ok, anzi, ero ottimista e ora questo.
"Molto peggio, abbiamo fatto l'amore, mi ha fatto credere di avere una possibilità, poi al mattino per vendicarsi e ripagarmi con la stessa moneta di anni fa, mi sono svegliato e lei era fuggita."
Mi sembra di scorgere pena negli occhi del mio amico e la provo da solo per me stesso.
Esco dal bagno turbato con Alex che mi corre dietro e cerca di convincermi ad uscire fuori a pranzo visto che praticamente fra una decina di minuti siamo in pausa.
Di sicuro il cibo è l'ultimo dei miei pensieri e il mio stomaco è totalmente chiuso, ma forse ho bisogno di quattro chiacchiere ed è l'unico motivo che mi spinge a cedere le armi.
Arriviamo in un localino dietro l'ufficio, di certo non avevo voglia di camminare, per fortuna non c'è molta gente nonostante l'ora, lui ordina come al solito un enorme panino con dentro praticamente l'intero menù, o quasi, io un toast, non so neanche se lo mangerò.
"Allora, da dove vuoi iniziare?"
Bella domanda caro Alex, vorrei iniziare tutto da capo per evitare alcuni errori, alcune scelte, ma i viaggi nel tempo non li hanno inventati, maledizione.

Come due pezzi di un puzzle. Where stories live. Discover now