Capitolo 26 - Christian

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Chris

Dovrei sparecchiare i due piatti dalla tavola, sto migliorando con la cena, sono sempre stato una frana ai fornelli, ma stasera credo che la mia biondina abbia gradito.
La pasta è la mia specialità, ha divorato tutto, in genere sembra già stare attenta alla linea, anche se è impossibile.
Non sento più le risate dalla stanza da letto in fondo al corridoio, ho il vago sospetto che si sia addormentata, è letteralmente impazzita quando ha trovato qui Stark.
Ama i cani, ma non può tenerne uno a casa sua, quindi trovarlo qui è stata una gradita sorpresa che mi ha fatto guadagnare punti ai suoi occhi.
Rispondo all'ennesimo messaggio di Sergio, verrà nei prossimi giorni a trovarmi, organizzerò una serata fuori anche con Alex e gli altri, andranno sicuramente d'accordo.
Con il telefono in mano ho la tentazione di comporre il numero di Sara, l'ho imparato a memoria, ma desisto, lei noto con tristezza che non mi ha cercato.

Il campanello suona e Stark corre vicino la porta iniziando ad abbaiare, cerco di zittirlo, lo prendo in braccio per paura che possa scappare fuori, è già successo quando è arrivata lei ore fa.
Apro distrattamente senza guardare prima dallo spioncino, due occhi chiari e un timido sorriso appena accennato sono aldilà di questa.
Il mio cuore credo si sia fermato per qualche istante prima di tornare a battere ancora.

Come diavolo può una donna, nella sua semplicità, ogni volta, anche dopo tutto questo tempo, con un ingenuo sorriso, fermare il mondo che mi circonda?

Torno alla realtà grazie a Stark che vedendola si dimena fra le mie braccia, Sara subito prende il cucciolo che sembra crescere a vista d'occhio.
Lo accarezza mentre la piccola peste gli manifesta il suo affetto leccandole la mano, lei sorride felice ed io come uno sciocco la osservo.
Mi volto allarmato tornando in me a guardare all'interno della casa, non vedo Stefany da nessuna parte per fortuna, cerco di socchiudere la porta uscendo.
"Come mai qui?"
Chiedo sempre più agitato, se lei dovesse arrivare da un momento all'altro, Sara la vedrebbe, e se dovesse arrivare Gabriella sarebbe la fine.

Non vorrei affrontare la verità così.

"Posso entrare? Vorrei spiegarti alcune cose."
Il suo tono è quasi timido.

Cazzo, vorrei tanto dirle di entrare, dirle tutto, ma come faccio a spiegarle la mia storia in due minuti?
Poi mi balena in testa che magari Sara è qui per chiarire e ricominciare, e mi do del coglione, perché vedendo Stefany così senza una spiegazione, non avrò nessuna possibilità.

"Sara, ci sono cose di cui dobbiamo parlare, ma ora credimi se ti dico che non è proprio il momento adatto. Incontriamoci domani."
Cerco di sbirciare in casa e il salotto mi sembra ancora vuoto, sinceramente vorrei capire che fine abbia fatto.
Il mio tormento non demorde.
" Mi dispiace per essermene andata in quel modo, so cosa si prova, immagino la tua rabbia. "

Le sue parole mi bloccano, le immagini di me alla baita solo si alternano a quelle di questa mattina di Francesco fuori dal suo palazzo di prima mattina.
"Ti sei vendicata lasciandomi lì, brava."
Evito di guardarla, entro in casa ma mi ferma mettendo una mano sulla porta.
"Non è così, come puoi pensarlo?"
Sembra quasi risentita ed io mi sento stupido, in fondo so che non è così, è la rabbia a parlare. Il risentimento non è per la sua fuga, ma per il damerino, se solo penso che l'abbia potuta sfiorare, potrei impazzire.
"Torna dal tuo poliziotto Sara, l'ho visto stamattina."
Ringhio sotto voce guardandola male.

Il suo sguardo muta, nei suoi occhi leggo stupore e sensi di colpa forse, si affretta ad entrare, mi oltrepassa e posa il cane a terra, io non so come fermare tutto questo.
Panico, sapevo che sarebbe arrivato il momento della verità, ne ho parlato proprio oggi con Alex, mi ha detto 'forza Christian, affronta tutto, con le menzogne la perderai lo stesso', bene, credo sia il momento.

I miei occhi sono sempre fissi verso le stanze da letto, mentre la donna che amo finalmente è qui e cerca di parlarmi, forse vuole finalmente fare un passo avanti in questo vortice in cui siamo incastrati.
Sono stanco di tutto questo, siamo alla resa dei conti, quel che sarà, sarà.

"Non c'è nulla fra me e Francesco, non posso creare niente con lui, stamattina l'ho visto per dirgli questo."
La sua voce si fa strada fra il groviglio di pensieri negativi, i miei occhi saettano nei suoi, che ad un tratto si guardano intorno, il suo viso cambia e si allontana da me di scatto.
Inizialmente non mi rendo conto del perché di questo suo repentino cambio d'umore, io vorrei solo abbracciarla, ma poi seguo la direzione dei suoi occhi. Il suo sguardo si sposta dal tavolo, apparecchiato per due, alla sciarpa azzurra elegante da donna sulla sedia.
"C'è una donna, sei con una donna."
Non è una domanda, ma una constatazione che fa a sé stessa, i suoi piedi si muovono direttamente verso la porta ma la blocco con entrambe le mani sulle spalle e una presa salda.
"Sara, non c'è nessuna donna nella mia vita che non sia tu, nemmeno se volessi e giuro di aver provato in tutti i modi a sfuggire da ciò che mi lega a te, ma è più forte che mai."
Le sue pozze chiare che mi incantano come sempre in questo momento mi sembrano di un verde smeraldo talmente brillante da specchiarmici.
Si avvicina chiudendo gli occhi, le sue labbra ad un soffio, socchiuse, rosee e carnose, sembrano un invito al quale è difficile rinunciare.
Dio come vorrei baciarla, ma mi sembra così sbagliato in questo istante, almeno fino a quando non sarò completamente onesto.

Mi ritraggo e la allontano dolcemente, la sua fronte aggrottata è segno del suo stupore ma subito dopo sembra imbarazzata.
Si sente rifiutata, cosa ho combinato?

"Sara, ti vorrei, ti voglio sempre, ti voglio dal primo giorno in cui ti ho vista a quella festa, ti voglio ogni giorno..."
"Si, certo, ho capito."
Mi interrompe senza guardarmi diventando rossa in viso.
"Ci sono delle cose che dobbiamo chiarire prima di poter iniziare qualcosa fra noi, o prima di riprendere da dove ci siamo interrotti anni fa, è più giusto così, credimi."
Cerco di spiegarle, mentre lei inizia a diventare sospettosa.
"Perché non volevi farmi entrare e ora mi respingi?"
Indica la tavola e poi la sciarpa.
"Di chi sono? Cosa mi nascondi?"

Mai scelta di parole fu più giusta.

"Sara, ci sono tante cose che devo spiegarti, a partire da quella notte e del perché sono stato costretto a lasciarti, ma non ora."
Poso entrambe le mani sul suo viso, incastro i nostri occhi perché voglio che vi legga ciò che provo.
"Sara, non scappare da me ti prego, ti chiedo solo un po' di fiducia e sarò sincero con te, va a casa e ti raggiungerò lì."

Lei fa un passo indietro aggrottando la fronte e scuotendo la testa.
"Non ha senso tutto questo, lo capisci? Perché non puoi parlarmene ora?"
Ovviamente la sua domanda è lecita, ma come posso dirle semplicemente che sul mio letto sta dormendo....
Resto in silenzio e questo mio comportamento non viene preso bene dalla donna davanti a me che scuotendo la testa si avvia alla porta.
La apre e io con un colpo la richiudo, non si muove di un millimetro, resto alle sue spalle respirando fra i suoi capelli.
Le sussurro di aver bisogno solo di una possibilità per spiegarle tutto, in risposta riapre la porta, ma questa volta non la fermo.

Sospiro frustrato tirando un pugno sul muro, il dolore alla mano non è nulla, non posso credere che proprio questa sera, erano entrambe qui.
Sara è venuta per darmi una possibilità e da coglione me la sono fatta scappare, ma come potevo raccontarle tutto così dal nulla con Stefany a due passi da noi?
 
Riuscirò a rimediare, le dirò ogni cosa.

"Papà."

La vocina della mia piccola biondina mi fa girare, tutta assonnata mi viene incontro, la accolgo fra le braccia, è l'unica ragione di vita per me, l'unica che mi abbia dato la forza per andare avanti.
Ora ho un motivo in più per lottare.

Ciao a tutti, avevate ragione, ha una bimba

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Ciao a tutti, avevate ragione, ha una bimba.... Scusate per i depistaggi vari.

Come due pezzi di un puzzle. Where stories live. Discover now