Capitolo 71-Chris

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Chris

Dopo essere uscito di casa di Gabriella ho guidato vagando un po' per la città, avevo bisogno di scrollarmi di dosso queste emozioni angosciose, sfogare la rabbia che ho cercato per tutto il tempo di reprimere, riuscendoci solo a tratti, il dispiacere nel vedere le lacrime silenziose di una donna che ha tanto da risolvere dentro di sé.
Parcheggio sotto casa di Sara, spengo il motore e resto un attimo con la testa poggiata al sedile, raccolgo i pensieri ad occhi chiusi, avrei voglia di spaccare qualcosa, sarebbe dovuta essere una bella giornata, ieri sera le ho chiesto di sposarmi, eravamo felici, cazzo, in questo momento vorrei tanto avere il mio sacco da boxe a portata di mano.
Salgo e apro la porta, lei è già a casa, ci eravamo sentiti e la sua voce spenta è stata un preludio di ciò che mi avrebbe atteso, non corre felice ad abbracciarmi, non mi accoglie con un sorriso che coinvolge gli occhi e un tenero bacio a fior di labbra come è solita fare, quindi mi preparo ad una serata complicata.
"Ciao."
Sbuca dalla cucina ma non mi viene incontro, resta lì.
Per me è troppo, tutto questo può finire qui, devo subito dirle di Gabriella e che...
"Devo parlarti."
Le sue parole bloccano il flusso dei miei pensieri, mi oltrepassa e va in salotto, sono subito dietro di lei, si siede sul divano, è evidentemente agitata, inizia a mangiucchiare l'unghia e le ricordo che Emma la farebbe fuori se si presentasse fra qualche giorno al matrimonio con la manicure rovinata, in risposta sbuffa e alza gli occhi al cielo.
"Ascolta, devo parlarti anche io, oggi..."
Mai che riesca a finire un discorso.
"Aspetta Chris, è importante, già non so come dirtelo."
É irritante quando ogni volta provo a dirle qualcosa di fondamentale e mi interrompe sempre, ma le sue parole, il suo stato d'animo, iniziano ad agitarmi.
Mi siedo sul divano accanto a lei, ma appena lo faccio scatta in piedi come una molla allontanandosi, la osservo avvicinarsi al balcone e fissare fuori, i secondi passano ed io resto in attesa.
"Mi trasferisco alla clinica associata di Firenze, il mese prossimo."
Resto immobile, nello sconcerto, in silenzio.
"Scusa, non ho capito, puoi ripetere? "
Chiedo disorientato.
Fa un grosso sospiro, aggiusta i capelli dietro le orecchie guardando in basso, poi aggancia i suoi occhi nei miei.
"Ho chiesto il trasferimento nella clinica di Firenze, stamattina."
La vedo giocherellare con i bordi della maglia verde, io continuo a fissarla mentre la mia mente cerca di realizzare ciò che è appena successo, le mie palpebre continuano a chiudersi e aprirsi, strofino la mano sulla barba accennata, prendo un grosso respiro e apro la bocca, ma mi fermo scuotendo la testa perché non è possibile che stia accadendo.
"Sara, io devo aver capito male. Tu hai appena detto che andrai a vivere a Firenze, fra un mese?"
Chiedo calmo, ma questo stato d'animo se ne va a farsi benedire nel momento in cui la sua testa accenna un sí.
Non rispondo di me, mi alzo furioso e quasi urlo, non è un comportamento che mi appartiene, ma qui tutti vogliono farmi uscire pazzo.
" Ti ho chiesto di sposarmi meno di ventiquattr'ore fa, hai accettato, ed ora ti comporti come se io non facessi parte della tua vita progettando un cambiamento radicale come questo, senza parlarmene."
La vedo quasi sobbalzare e mi maledico per questo scatto, poggio le mani sui fianchi, chiudo gli occhi prendendo un enorme respiro e le chiedo scusa, poi continuo.
"Che ne sarà di noi? Sto facendo di tutto per te, e tu..."
Un nodo in gola quasi mi spezza il respiro, lei si avvicina e posa le mani sul mio petto, non riesco a pensare lucidamente forse, ma io sto perdendo la quotidianità con mia figlia per non separarmi da questa donna e lei...non riesco quasi a guardarla.
"Ascoltami, faremo funzionare la cosa, troveremo una soluzione, sarà difficile ma si tratterà di una situazione temporanea."
Aggrotto la fronte a queste parole e alzo il viso trovando il suo a pochi centimetri, mi fissa con dolcezza e determinazione.
"Ho già visto i treni e Firenze dista solo due ore da Milano con la freccia, ho concordato per avere il fine settimana libero e fare i turni lunghi durante la settimana così..."
La interrompo subito d'istinto.
"Aspetta, Milano?"
Afferro le sue spalle e rido sarcasticamente scuotendo la testa fissando il pavimento, che gran casino.
"Ascoltami Chris, stamattina davanti la clinica..."
La bacio, è un bisogno impellente di avere un contatto dopo aver finalmente capito tutto quello che sta accadendo, ancora una volta ha pensato a noi, a me, questa è la realtà.
Le mie labbra sulle sue la colgono di sorpresa, mentre resta con gli occhi spalancati e immobile, quando mi stacco sembra una statua, ancora ferma, mi affretto a spiegarle.
"So tutto, Natalie ti ha vista parlare con Gabriella stamattina davanti la clinica, e poi, oggi ho parlato con lei e abbiamo discusso anche di questo, di come non mi sia piaciuto e soprattutto non debba ripetersi più."
Ripenso per un attimo alla discussione avvenuta con Gabriella poche ore fa.

Flashback
Prima di andare via devo assolutamente mettere in chiaro un ultimo punto, una volta per tutte.
" Gabriella, so che questa mattina sei stata da Sara, e non mi piacciono questi mezzucci."
Lei accenna una smorfia.
"Te lo ha subito riferito."
Come si vede che non la conosce.
"Invece come al solito ti sbagli, ti hanno vista lì. Lei non mi ha detto nulla. Di cosa avete parlato?"
Evita di rispondere, proprio come evita i miei occhi.
"Le hai detto sicuramente che resterò qui abbandonando mia figlia, a causa sua, vero?"
La sua testa si volta di scatto nella mia direzione, come se l'avessi sorpresa sul fatto.
Mia cara, ti conosco.
"Non devi azzardarti mai più, se vuoi avere un rapporto con me."
Il mio tono, seppur abbastanza basso, è davvero risoluto.
"Non risolverai niente così, mi allontanerai, mi perderai come persona, come alleato, e ti ho sempre detto che noi due dovremmo essere una squadra, per il bene della bambina."
Abbassa lo sguardo colpevole.
"Mi dispiace, non la coinvolgerò più."
Sono quasi tentato di chiederle di ripetere.
Fine Flashback

"Devi seguire tua figlia Christian, non ti permetterò di far crescere quella bambina con un padre part time, come me, te ne pentiresti e non è giusto."
Accarezzo il suo viso, è una donna meravigliosa.
"Non spetta a te decidere e sai che non sarei come tuo padre, farei di tutto per essere presente, andrei ogni weekend a Milano, farei..."
Ora è lei ad interrompere me.
"Chris, non sarebbe sufficiente per nessuno dei due. "
Le sue parole fanno male, ma so che ha perfettamente ragione.
" Devi solo darmi un po' di tempo e ti seguirò a Milano. Inizierò ad inviare curriculum, ma per il momento mi è sembrato logico chiedere il trasferimento a Firenze, per quanto lontani, saremo comunque più vicini. "
Mi sorride dolcemente ed io so quanto sia un sacrificio abbandonare tutto per lei, il suo lavoro qui, le amiche che sono come sorelle, il fratello, la madre a sole due ore che viene spesso o va lei.
" Faresti questo per me? "
La mia domanda è quasi un sussurro, perché mi sento davvero colpevole, ancora una volta, è lei a rimetterci.
Afferra il mio volto fra le mani e nei suoi splendidi occhi verdi, vi leggo tutto il suo amore.
" Chris, neanche io voglio perderti, sono pronta a tutto per questo amore. "
Bastano queste parole a far fermare il mio cuore.
La stringo a me non potendone fare a meno, non riuscendo più a non bramare il suo corpo sul mio, mentre le nostre bocche si sfidano e le nostre lingue combattono le urlo quanto la amo.
I vestiti iniziano a spargersi sul pavimento, le mani viaggiano accarezzando e graffiando, la mia pelle sulla sua, mi da sempre grandi brividi.
Ed io mi perdo nel verde dei suoi occhi, abbagliato da un sorriso sincero, nel labirinto del suo cuore candido, specchiandomi nella sua anima pura.
Non ho intenzione di salvarmi.

Come due pezzi di un puzzle. Where stories live. Discover now