0 - I fratelli

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"Alle nozze di Teti e Peleo, vennero invitati tutti gli dèi dell'Olimpo, fatta eccezione Eris, la dea della discordia. Per vendicarsi dell'offesa subita si presentò comunque al banchetto e gettò in mezzo agli invitati una mela d'oro. Su di essa vi era riportata una scritta: alla più bella. Atena, Era e Afrodite, iniziarono a litigare fra loro, ognuna convinta di essere la destinataria della mela. Chiesero aiuto a Zeus, ma lui non volle saperne poiché legato a loro e, per non scatenare la loro ira, reindirizzò il giudizio al principe troiano Paride. Il giovane scelse Afrodite, consolidando così la fama della sua leggendaria bellezza."

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Esistono due tipi di persone al mondo: quelle che vedono il bicchiere mezzo pieno e quelle che lo vedono mezzo vuoto.
A me piace stare nell'esatto centro.

Dunque, guardo il bicchiere per quello che è davvero: un bicchiere d'acqua. Poco mi importa se ne manca metà o se ce n'è metà. L'acqua è lì, in ogni caso.

Se dovessi descrivere la mia vita, la paragonerei a un mezzo bicchiere d'acqua.
Un solo genitore.
Un solo fondo bancario da dividere con mio fratello.
Un cervello abbastanza intelligente da avermi concesso l'ammissione a Yale, ma non superiore a nessuno.
Un solo occhio azzurro. Un solo occhio marrone.

Quando non ti preoccupi di quanto ti manca e di quanto hai, ti resta solo il pensiero che qualcosa almeno ce l'hai. E dovresti esserne grato.
Al tempo stesso, quando hai il minimo necessario, devi lavorare di più per fare in modo che ti basti.

Non hai neanche il tempo di invidiare chi ha un bicchiere pieno, perché sei troppo preoccupata ad assicurarti di avere almeno un po' d'acqua nel tuo.

«Haven!»

Mi volto di scatto, spaventata. Mio fratello mi sta venendo incontro, seguito da due ragazzi e una ragazza a me sconosciuti. Io ho due valigie davanti a me e uno zaino da otto chili in spalla.
«Ehi,» saluto col fiato corto.

Io e mio fratello Newt siamo l'esempio più pratico del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Ciò che non ho io, lo ha lui. E ciò che ha lui, non lo ho io. Un metro e novanta di altezza, lui. Un metro e sessanta, io. Le labbra naturalmente colorate di un rosso ciliegia, io. Le labbra rosa pallido e sottili, lui. La spaventosa bravura per la matematica e i numeri, lui. La mente improntata per le materie umanistiche, io.
Lui è fortunato in amore, io nel gioco.
Lui è nato nel giorno del solstizio d'estate, io nel giorno del solstizio di inverno, un anno dopo.

«Hai l'incontro per le matricole all'auditorium?» chiede la ragazza. Ha i capelli ricci, molto spettinati e la carnagione scura, è alta poco più di mio fratello e ha il corpo smilzo. Delle profonde occhiaie le solcano il viso dall'espressione annoiata.

Annuisco e controllo l'ora sul telefono. «Forse dovrei andare. Newt, puoi portarmi in stanza i bagagli?»

Prima che possa rispondere, uno dei suoi due amici lo scansa e mi si avvicina. «Ci penso io,» esclama con troppo entusiasmo. «Mi chiamo Liam.»

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora