8 - I desideri delle farfalle

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(Volevo un titolo mezzo profondo mezzo misterioso invece è una cagata, ignoratemi)

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(Volevo un titolo mezzo profondo mezzo misterioso invece è una cagata, ignoratemi)

"[...]Proprio sul punto in cui Apollo sta
per afferrare Dafne, ella implora l'aiuto del padre. Il suo aiuto viene ascoltato e la
ninfa si trasforma in una pianta di alloro: il petto si fascia di fibre sottili, i capelli si
allungano e diventano fronde, le braccia si trasformano in rami, i piedi si inchiodano in radici e il volto svanisce in una chioma. Dafne, però, anche sotto questa mutata forma, conserva il suo splendore e Apollo continua ad amarla: sente ancora trepidare il suo cuore sotto la corteccia, stringe tra le
braccia i suoi rami come se fossero un corpo e bacia il legno che ancora si sottrae alle sue labbra. Così Apollo decide che Dafne sarebbe
diventata la sua pianta e che i suoi capelli sarebbero stati sempre adornati di alloro, così da portare il vanto perpetuo delle fronde della ninfa."
Le metamorfosi - Ovidio


— God damn right,
you should be scared of me
Who is in c o n t r o l ?



Mi ero ripromessa di arrivare in orario. In orario perfetto, anzi. Non sono sicura che quando Hades mi ha detto che, anche con un solo minuto di ritardo, mi avrebbe esclusa dal club, fosse serio. Meglio non tentare la sorte, in ogni caso.

E io volevo disperatamente presentarmi alle dieci in punto. Ho fatto in modo che ogni mia azione, a partire dalla sera di sabato, mi portasse ad arrivare al teatro alle dieci in punto.

Invece sono chiusa dentro uno dei bagni, poggiata contro la porta e annoiata a morte.
Sblocco il telefono e controllo l'ora. Le nove e mezza. Dovrei saperlo, visto che ho controllato due secondi fa.

Sbatto la testa contro la parete in legno e chiudo gli occhi. Trenta minuti non sono poi tanti. Non sono tanti. Passano in fretta.

Sto per prendere il cellulare, ancora, quando qualcuno bussa alle mie spalle. Mi pietrifico, immobile come una statua di cemento. Poi mi rendo conto che sono solo in un bagno e non c'è niente per cui debba allarmarmi.

«Occupato,» gracchio. Tossisco. «Occupato.»

«Haven? Sei qui?» È Liam. Che diamine vuole da me?

«Non sono Haven,» provo, abbassando la voce di un tono.

Dall'altra parte segue una pausa di silenzio. «Capisco perché tu ci abbia provato. Non sono tanto sveglio, ma nemmeno così stupido. Lo so che sei tu.»

Solo un ultimo tentativo. «No, non sono Haven.»
«Ora comincio ad avere dei dubbi, in realtà.»

Soffoco una risatina. Ho pur sempre mezz'ora da aspettare, perciò giro la chiave nella serratura e sbircio all'esterno. La faccia di Liam è quasi incollata alla porta.

«Ah, sei tu. Meno male.»

«Cosa vuoi?» domando. «Come facevi a sapere che sono qui?»
Infila l'indice nello spiraglio, cercando di fare pressione per aprire di più. «Fammi entrare, dai.»

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora