17 - L'ira di Ade

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"Athena è simbolo di un femminile guerriero, incontaminato dalle relazioni affettive che potrebbero secondo lei recare emozioni viste come causa di sconfitta e fallimento

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"Athena è simbolo di un femminile guerriero, incontaminato dalle relazioni affettive che potrebbero secondo lei recare emozioni viste come causa di sconfitta e fallimento."



— I said too much, it o v e r f l o w e d.
Why do I always spill?
God, I wish I never spoke.




Ora, tutto, acquista il senso che non riuscivo a trovare. Hades mi pregava di non accettare l'invito perché non voleva lottare con me. Apollo mi aveva detto che i giochi di Athena e Hades erano "fisici". E così come Athena è la Campionessa degli incontri di Hades, lui è il Campione degli incontri della sorella.

Inchiodo lo sguardo sul viso di Hades, che molleggia sulle gambe a qualche metro da me. I capelli neri sono una massa informe e spettinata. È truccato, come la sera dei suoi giochi. Due righe perfette di eyeliner e la cicatrice segnata di nero. Si sfila la felpa che indossa e rimane a petto nudo, i muscoli delle braccia che guizzano.

Farà male. Sì, farà decisamente male. Non ricordo nemmeno se, quando si dà un pugno, il pollice debba rimanere fuori o vada messo dentro la mano. L'unica volta in cui ho provato l'autodifesa – quando Newt mi diede uno spray al peperoncino da portare in borsa – l'ho spruzzato in faccia a me stessa. Sono finita al pronto soccorso e non l'ho mai più preso in mano.

Come posso cavarmela con Hades? L'ho visto prendere a pugni un sacco da boxe a mani nude. Io mi farei male anche colpendo l'acqua.

Mi viene da vomitare. E da svenire. E da scappare via. E da maledire la mia intera esistenza e ogni singola decisione che ho preso.

Athena prende posto fuori dal ring, su una sedia diversa dalle altre. Accavalla le gambe nude, la gonna del vestito le si apre lateralmente, con uno spacco che lascia in vista la coscia perlacea. «Iniziamo!»

Le urla esplodono attorno a noi. Sono così forti che mi tappo le orecchie e strizzo gli occhi.

«Haven,» urla Hades. Si è mosso di qualche passo verso di me.
«Perché non me lo hai detto?» ricambio con voce ancora più alta. «Perché non mi hai detto che avresti lottato? Non avrei mai accettato l'invito!»

È incazzato. Con me. Ci impiego qualche secondo a capirlo, troppo sconvolta. Non ne ha alcun diritto. «Ti ho pregata di non presentarti. In ogni modo possibile. Non potevo rivelarti i giochi, è contro le regole.»

«Le regole si possono infrangere. Voi lo fate sempre.»

Cominciamo a girare in cerchio. I suoi occhi sono fissi nei miei, mentre io studio ogni dettaglio del suo corpo, in attesa di un indizio che mi dica quale sarà la sua prima mossa. Non che questo possa aiutarmi a evitarla, anzi. Almeno so in anticipo dove aspettarmi il dolore.

«Non puoi davvero colpirmi,» dico, mettendo le mani avanti.

Hades scuote il capo e lo sento ridere in modo flebile. «Haven, devo. Se non partecipo... finirò nei guai. In guai molto più seri di quanto tu possa immaginare. Non ho scelta.»

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora