14 - Due pessime idee

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"Figlio prediletto di Zeus insieme a Ermes, Apollo incarna alcuni dei valori più esaltati nella cultura occidentale: l'uso dell'intelligenza razionale, il distacco, la forma, la pianificazione, la precisione, la chiarezza e la bellezza

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"Figlio prediletto di Zeus insieme a Ermes, Apollo incarna alcuni dei valori più esaltati nella cultura occidentale: l'uso dell'intelligenza razionale, il distacco, la forma, la pianificazione, la precisione, la chiarezza e la bellezza. Nel mito, Apollo, come Ermes, non si unisce a nessuna donna: ama chi lo rifugge, allontana chi lo ama, oppure rovina il rapporto a causa della sua competitività."


— Didn't they tell us
don't rush into things?
Didn't you flash your green eyes at me?
Haven't you heard
what becomes of curious minds?
Didn't it all seem new and exciting?




«Haven mi stai ascoltando?»
Metto a fuoco il viso di Liam, controvoglia. «No.»

Lui non sembra offendersi. Mi ripete qualsiasi cosa stesse dicendo, ma il suono della sua voce non mi arriva, ancora. Cerco di riscuotermi dai miei pensieri. «Scusa, puoi ripetere di nuovo?»

Liam emette uno sbuffo. «Ti raccontavo che quando ho il raffreddore e mi cola il naso, mi metto sempre a testa in giù così il muco non scende.»

«Brillante.»
«Vero? E ti dirò di più...» Si interrompe subito. Un'espressione consapevole campeggia sul suo viso, dal quale non è riuscito a togliere tutti i brillantini usati per il costume di Halloween. «Giocavi con l'aggettivo e i miei glitter, eh?»

Riprende con i discorsi di prima. Allontano la sua voce e mi concentro su ciò che mi circonda. Da quando ho ricevuto quel biglietto, ogni persona che incontro è un potenziale sospettato. Persino John, il bidello che pulisce le aule del dipartimento di Legge. Mi sorride sempre, sì, ma non è quello che dicono degli assassini i vicini di casa che li conoscono? Non ci si può fidare di nessuno.

D'accordo, sto diventando paranoica. Dubitare di chiunque incroci per Yale è più semplice che ammettere ciò che il mio cervello continua a sbattermi in faccia: è probabilissimo che lo abbia scritto uno dei Lively. D'altro canto, chi farebbe queste metafore sul giocare? Il bidello John che pulisce le superfici dei banchi con quel detersivo buonissimo o uno dei cinque ragazzi che organizzano giochi moralmente disturbanti ogni venerdì sera? Ecco.

Ammettere questa possibilità, però, comporta un passo ancora più importante: andare da loro a parlarne. Non che mi faccia problemi dettati dalla timidezza o dalla preoccupazione di disturbare. Non mi interessa, anzi, se posso dare fastidio a Hades o Athena, lo faccio.

So che mi pentirò di quello che sto per fare, ma quando le risorse scarseggiano, tanto vale adattarsi. Lo diceva anche Darwin, mi pare. «Liam, posso chiederti un parere?»

Liam si interrompe di botto. «Nessuno me lo chiede mai. Certo.»

Chissà perché. «Immagina di trovare un bigliettino anonimo sulla porta della tua stanza. Il contenuto è criptico, okay? Però hai un sospetto su chi possa averlo scritto. Andresti subito a parlargliene o lo lasceresti stare? Insomma, magari non è nulla di importante, in fondo.»

Game Of Gods. Discesa agli Inferi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora