IV

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ormai erano passati tre giorni dagli insegnamenti di minho, e jisung era migliorato parecchio.

e per questo non aveva spiccato nemmeno una parola con il capo.

lo vedeva di sfuggita qualche volta, ma ovviamente non parlavano, alla fine non erano amici e tra poco neanche chissà che conoscenti.

ma nonostante ciò quel pensiero gli faceva leggermente male, non sapeva neanche lui perché.

quella giornata passata con il maggiore lo fece molto felice, si era divertito, aveva provato emozioni che non provava da tempo, insomma era stato fantastico.

ma il pensiero che quella fosse stata la prima e anche ultima volta gli faceva male.

almeno in quei giorni aveva fatto amicizia con chan, si erano anche scambiati i numeri passando così le serate a parlare di stronzate.

quella mattina jisung aveva deciso di restare a casa, non era del miglior umore e non se la sentiva proprio di andare.

prese pigramente il telefono e premette sulla chat con chan, preferiva avvisare della sua assenza.

chan-hyung

chan-hyung

oggi non vengo, non sto tanto bene :(

che hai jis?

in realtà non me la sento

però dici al capo che ho la febbre o non so, inventa qualcosa


mhh d'accordo

ricordati però che mr Lee non è stupido

-

jisung visualizzò quei messaggi e fece spallucce posando il telefono sul comodino.

si sarebbe giustificato il giorno dopo dicendo che stava male, che sarebbe mai successo?

tornò a stendersi sul letto e una volta chiusi gli occhi tornò anche nel mondo dei sogni.

la sua dormita durò però solo due ore poiché il rumore del campanello lo riportò sul mondo terreno.

mugolando si alzò dal letto e senza nemmeno indossare le ciabatte, si recò alla porta aprendola poco dopo.

non aveva nemmeno aperto per bene gli occhi e solo in quel momento riuscì a mettere a fuoco la vista, rendendosi conto di chi avesse davanti.

"b-buongiorno."

si inchinò immediatamente chiedendosi mentalmente cosa cazzo ci facesse lì a casa sua il suo capo e come avrebbe finto di essere malato.

"buongiorno han, ho saputo che hai la febbre."

jisung deglutì leggermente, era un pessimo bugiardo e gli era difficile mentire, specialmente con persone come un capo.

"oh sì... ecco le consiglio di starmi lontano perché non voglio che si infetti!"

si allontanò dalla porta coprendosi bocca e naso con il colletto della maglia del pigiama, ma facendo così permise solamente al maggiore di entrare e chiudere la porta.

"sono qui per farti guarire, non mi infetti con una febbre tranquillo."

da quando un capo viene a casa tua per farti guarire?

jisung iniziò a simulare una tosse scuotendo la testa in disapprovazione, sperando di far cambiare idea al capo.

"non camminare scalzo, magari è un inizio, e vai a letto."

senza dire nulla, il minore obbedì tornando in camera e nascondendosi sotto le coperte.

prese il telefono e chiamò il suo amato hyung.

"chan mi spieghi che cazzo ci fa minho qui?"

parlò ovviamente a voce bassa, mentre si dava dei leggeri pugnetti in testa.

"io te l'ho detto che non è stupido, però magari vuole veramente prendersi cura di te, non è mica senza cuore."

all'ultima affermazione il minore arrossì leggermente e staccò la chiamata appena sentì la porta aprirsi.

voleva prendersi cura di lui o voleva semplicemente sgamare il ragazzo?

"misuriamo un po' questa febbre."

cazzo.

"n-no! cioè, io non ho la febbre."

minho inclinò leggermente la testa guardando il ragazzo con un piccolo sorrisetto soddisfatto.

la verità viene sempre a galla.

"se vuoi prenderti una giornata libera puoi pur sempre farlo, ma non chiamare chan, chiama me ed avvisami il giorno prima, non la mattina stessa."

jisung tirò un piccolo sospiro di sollievo, aveva già immaginato la sua peggio fine, lì, sul suo amato letto.

il suo sospiro di sollievo durò ben poco poiché si ritrovò improvvisamente con il capo vicino al proprio viso, cosa che gli fece bloccare il fiato.

"ma ciò non toglie il fatto che sono arrabbiato con te, perché non sei venuto oggi a lavoro? Volevi dormire di più o avevi qualche appuntamento mattutino?"

non era nessuna delle due e jisung non sapeva cosa dire in quel momento. Non se la sentiva e basta di andare lì, gli era venuta ansia al solo pensiero.

ma aveva ansia di lavorare o di vedere il suo capo?

minho era lì davanti al suo viso ad aspettare una risposta, mentre jisung si era perso nei propri pensieri incantandosi.

"quindi han?"

il ragazzo scosse la testa e si allontanò dal suo viso guardandolo male.

"non mi andava di venire oggi, va bene? Adesso lasciami in pace e vattene."

tornò a nascondersi sotto le coperte e si girò su un fianco per dare le spalle al maggiore, che però non se ne andò.

"che ne dici di farci un giro? Sai una sorte di uscita tra amici, e puoi chiamarmi minho, ma solo per oggi."

autore

holas amigos scusate l'assenza ma ero in un periodo senza ispirazione e e e e nulla ok godetevi questo piccolo capitolo di passaggio perché nel prossimo ci sarà "l'uscita tra amici" :)

jisung, come sei imbranato.Where stories live. Discover now