VIII

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venerdì, 21:06.

jisung scese dal taxi e prese la propria valigia, pagò il tassista e cercò con lo sguardo il suo capo.

il traghetto sarebbe partito alle 21:30, perciò non restava ancora tanto tempo.
Il ragazzo aveva tanta ansia e lo si poteva notare dal suo viso pallido.

improvvisamente sentì una mano arruffargli i capelli e, una volta giratosi, notò che fosse proprio il suo capo.

"il viaggio non durerà molto, saremo lì per mezzanotte. Puoi dormire tranquillamente e in caso tu ti senta male ho preso delle pillole apposite."

il minore annuì semplicemente e così si avvicinarono al traghetto. Mostrarono i biglietti, diedero i bagagli e dopodiché salirono a bordo.

una volta raggiunta la loro cabina, jisung si buttò sul letto e chiuse gli occhi tirando un piccolo sospiro. Era abbastanza stanco, aveva sia dormito poco e sia lavorato.

poco dopo sentì una mano accarezzargli la testa, ma non aveva forze per spalancare gli occhi dalla sorpresa quindi arrossì semplicemente, sapendo fosse minho.

"dormi bene jisungie."

e così lasciò il minore da solo, assorto nei suoi pensieri con il suono delle onde che colpivano la finestra della cabina.

sarebbe stato un weekend lungo e complesso per il suo cuore.

erano le 23 quando jisung si risvegliò poiché era appena caduto dal letto. Diciamo che non era abituato a dormire sulle navi.

dopo aver aperto del tutto gli occhi, notò di essere ancora solo nella cabina, ma non ci fece tanto caso.

probabilmente il maggiore era nella zona bar o da qualche altra parte, ma sicuramente non era scappato magicamente.

il ragazzo si alzò, massaggiandosi il fianco leggermente dolorante per la caduta per poi stiracchiarsi ed uscire dalla cabina.

notò quanto tutto fosse completamente silenzioso, a parte il motore della nave e le onde che la colpivano. Ma cosa poteva aspettarsi alle undici di sera?

percorse il corridoio per poi uscire fuori, dove un leggero vento lo colpì, facendogli venire la pelle d'oca. Aveva una semplice t-shirt quindi era abbastanza scoperto.

lasciò perdere la temperatura e si appoggiò alla ringhiera osservando il cielo stellato.

amava guardarlo ma purtroppo in città le stelle non si vedevano più di tanto, motivo per cui preferiva la campagna.

provò a cercare con lo sguardo qualche costellazione, fallendo miseramente. Non era ancora così bravo in questo campo, ma voleva migliorare.

un'altra folata di vento colpì la sua pelle scoperta e così si sentì costretto ad incrociare le braccia e stringerle al proprio petto per farsi un minimo di calore.

improvvisamente sentì un qualcosa di morbido e caldo poggiarsi sulle proprie spalle, notando poco dopo che fosse la giacca di minho.

"ti sei già svegliato?"

jisung girò la testa ritrovandosi il maggiore al proprio fianco che osservava il cielo.

il venticello gli accarezzava i capelli, si poteva notare la luce delle stelle riflessa nei suoi occhi mentre le labbra erano lievemente sollevate in un piccolo sorriso.

quella vista fece perdere un battito al ragazzo che distolse lo sguardo sperando che l'altro non si fosse accorto di nulla.

"oh... sì, sono caduto dal letto."

quell'affermazione fece ridere di buon gusto minho che scompigliò i capelli al minore, gesto che fece arrossire, per la millesima volta, quest'ultimo.

"sei proprio un imbranato."

jisung roteò gli occhi e gli diede un leggero pugno, tornando a guardare il cielo.

"da piccolo guardavo sempre le stelle dal tetto di casa mia. I miei genitori dicevano sempre che fosse pericoloso salire lì sopra, ma era il posto migliore per guardarle."

la voce soffice di minho interruppe quel silenzio, ciò attirò l'attenzione dell'altro che lo ascoltò in silenzio mentre lo osservava.

"mi ero promesso che un giorno ne avrei catturata una. Però nessuno l'avrebbe mai vista, avevo paura di perderla in quel modo."

ridacchiò leggermente per poi girare il proprio viso, così da guardare negli occhi jisung, che continuò ad ascoltarlo.

"alla fine l'ho davvero catturata ed è buffo vederla guardare le proprie coetanee."

dopo aver detto ciò, si avvicinò al viso del minore e sorrise, continuando a tenere il contatto visivo.

jisung sentì un'improvvisa ondata di calore colpirgli il viso a causa di tale vicinanza, ma decise di ignorarla per non allontanarsi e rovinare quel piccolo momento.

"tu sei la mia stella polare, hannie."

autore

capitolo molto, troppo, soft ma mi andava si ecco ciao

jisung, come sei imbranato.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora