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Simone aprì gli occhi a causa della luce che entrava dalla finestra e maledisse mentalmente Manuel per non aver chiuso la serranda la sera prima. Si girò nel letto pronto a fare una piazzata al ragazzo al suo fianco ma appena puntò gli occhi sul letto di fianco a lui lo trovò vuoto.
Alzò la testa guardando nella stanza e poi allungò la mano per afferrare il telefono.

8.13

Dove diavolo era andato alle 8.13 in quarantena?

Spostò le coperte per alzarsi alzarsi dal letto e sentì delle voci provenire dalla cucina quindi si affrettò a scendere al piano inferiore per vedere che cosa stessero combinando, quando però arrivò nella stanza trovò tutti tranne Manuel.

«dov'è Manuel?»
«buongiorno anche a te, è nella casetta»

Superò il tavolo della cucina lasciando un bacio sulla guancia a sua nonna ed uscì in giardino ancora più confuso di prima, perché a quell'ora si era alzato ed era andato nella casetta in giardino? Quando arrivò fuori la porta la spinse leggermente sentendo i passi del ragazzo all'interno.

«Manu?»
«non entrá aspetta!»

La porta venne chiusa prima che riuscisse a guardare dentro e rimase a fissare la superficie in legno per qualche secondo. Sentiva dei rumori all'interno ma non riusciva ad identificarli finché la testa riccia di Manuel non spuntò dalla porta un un sorriso enorme.

«non hai magnato ve?»
«no, avevo qualcuno da cercare»
«bene»

Il maggiore aprì la porta e lo tirò dentro, si era svegliato alle 6.30 per dare vita a quell'idea che aveva avuto, era sceso in cucina ed aveva iniziato a preparare una crostata alla marmellata di fragole ripensando a quel giorno in cui, facendo colazione in cucina, Simone gli aveva detto di essere veramente felice solo quando iniziava la giornata se mangiava quella. Quindi si era ritrovato a quell'ora in cucina con le mani ed i vestiti tutti sporchi, ma fortunatamente era corsa in suo soccorso Virginia poco dopo aiutandolo a preparare il dolce, il caffè ed anche dei biscotti che stava finendo di sistemare quando Simone era arrivato.

Appena Simone mise a fuoco quella stanzetta con il bancone pieno di cose per la colazione e la piccola panchina con dei cuscini sopra, cercò di controllare il magone che gli si formò allo stomaco al pensiero che Manuel si fosse alzato per fare una cosa del genere solo per lui.

«dove l'hai prese ste cose?»
«l'ho fatte io» Il minore si girò verso di lui con gli occhi spalancati.
«non è vero»
«che vuol dí non è vero? Ma quanta fiducia c'hai nelle mie capacità?»

Simone strinse le labbra per cercare di trattenere una risata e lo tirò a se per abbracciarlo, nascose la testa nell'incavo del suo collo e gli lasciò un bacio leggero.

«ok mi ha aiutato Virginia però avevo iniziato da solo»

Simone ridacchiò stringendolo di più a se, non gli sembrava vero che dopo tutto quello che avevano passato, dopo l'incidente, i suoi attacchi ed ora una quarantena, loro due non solo non si erano separati, ma avevano rafforzato il loro rapporto mettendosi addirittura insieme, contro ogni sua aspettativa.

«grazie»
«ancora non sai che ho fatto»
«e grazie comunque, mica te ringrazio solo se hai fatto qualcosa che mi piace» Manuel si staccò giusto il necessario per baciarlo.
«mettiti seduto»

Simone si mise sulla panchina e Manuel si avvicinò al bancone prendendo i due piatti che aveva preparato, lo raggiunse mettendosi vicino a lui e gliene porse uno.

«manu»
«ao»
«ti amo»

Il minore aveva preso il vizio di dirglielo ogni giorno e la maggior parte delle volte lo faceva durante la colazione, ma nonostante fossero passate tre settimane Manuel ancora non si era abituato a quelle parole dette da lui.

«solo perché t'ho fatto la crostata co la marmellata de fragole» Simone sorrise posando il piatto sulle sue gambe ed allungando una mano sulla sua guancia.
«non c'ho più bisogno della marmellata de fragole»
«no?»
«no, ci stai tu che mi rendi felice adesso»

Level of Concern | SimuelWhere stories live. Discover now