Chapter two- Chi lo capisce?

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"Non ci credo! Ci sono sempre più pugliesi qui. E tu sei anche salentina come me." Per quella che Amelia credette essere la quarta volta, Cosmary, una ragazza che veniva da Brindisi, urlò di gioia nel sentir parlare della sua città di provenienza. E Amelia non potè fare altro che continuare a sorridere davanti a quella scena, perché la ragazza, quando era entrata, aveva lo sguardo basso e cupo, che sembrava essersi illuminato nel parlarle.

Tutti i ragazzi avevano età che variavano dai diciotto ai venticinque anni, ognuno sembrava avere una storia diversa dietro a una caratteristica che accomunava tutti. La nuova arrivata non si stupì più di tanto nel sapere che c'era un grande numero di ballerini lì dentro. Il mondo della danza era ben conosciuto per aver causato milioni di avventi di disturbi alimentari tra i ragazzi che praticavano una disciplina così affascinante, ma allo stesso tempo distruggente.

La persona che sino a quel momento aveva attirato di più l'attenzione di Amelia, oltre a Christian, era Carola. Sembrava essere così solare, aveva un rapporto fantastico con tutti, e la nuova arrivata era più che sicura che ciò che le era stato diagnosticato fosse la stessa cosa che aveva rovinato la vita a lei, tuttavia non avevano ancora avuto l'occasione di parlarne. Nonostante ciò, era più che sicura che le due avrebbero stretto un forte legame, la ragazza era stranamente ottimista in una situazione che fino a poche ore prima la spaventava a morte.

"Tu non volevi venire qui, non è vero?" Una voce interruppe i pensieri di Amelia, che si girò verso la direzione da cui proveniva. Incontrò lo sguardo di un ragazzo, che se ne stava in disparte; non aveva partecipato alla conversazione iniziale in cui tutti si erano presentati. Sembrava quasi volersi nascondere, gli occhi, pieni di malinconia, erano accompagnati di un ghigno di sfida che esprimeva superiorità. La ragazza ebbe la sensazione che stesse cercando di nascondere le proprie insicurezze, attraverso un meccanismo di difesa basato sull'essere sfacciati.

"Chi è che sarebbe voluto venire qui?"  Esclamò sarcastico Luigi, che si era presentato poco prima. Amelia tenne lo sguardo sul ragazzo di prima, che venne richiamato da Cosmary. Si chiamava Alex, e lei decise di non volergli dare soddisfazione rispondendogli; si rivolse quindi verso Carola, non prima di aver rivolto al ragazzo un sorriso altrettanto sfacciato, che però non sembrò avere alcun effetto su di lui.

"Ma prima Christian ha detto di avere lezione con una maestra. Di cosa parlava?" Chiese la nuova arrivata, cercando di scoprire sempre di più sul moro, e anche sulla permanenza lì. Fu Guido, un ragazzo biondo che era agli ultimi giorni della sua terapia, a rispondere.  "La maestra Alessandra Celentano, tiene le classi di danza qua dentro. Diciamo che Christian non le sta proprio a genio: lei predilige il classico, infatti crea sempre un confronto tra lui e Carola. Ma lui è testardo, continua a fare lezione con lei nonostante tutto, a volte torna completamente devastato. Effettivamente non so quando possa essere utile alla sua terapia, non capisco." Disse, donando una descrizione dettagliata della situazione, nella quale spiccava il suo accento napoletano.

"Vabbè, ma chi è che capisce Christian? Avanti, siate sinceri." Amelia si aspettava fosse stato di nuovo Alex a parlare, vista l'arroganza della frase appena pronunciata, si stupì invece quando vide quest'ultimo rivolgere uno sguardo, che avrebbe potuto ridurre in cenere chiunque, a Dario, che aveva parlato. "Christian è tanto fragile e altruista, è uno dei motivi per cui io non ho lasciato subito questo posto, quindi puoi anche evitare di parlare così di lui. O devi per caso invalidare i suoi traumi un'altra volta?" Fu una voce femminile mai sentita a pronunciare quelle parole, cariche di un rancore e una freddezza che si poteva sentire nell'aria stessa.

Amelia rimase stupita davanti alla bellezza della ragazza che era appena entrata, che aveva difeso in quel modo quel ragazzo che tanto la attirava senza un vero motivo. Capì subito che quella dovesse essere Serena, perché alle parole di Carola quando aveva detto che era bellissima, non potè fare altro che associare quella figura. Tutto era ammagliante di lei: i capelli, gli occhi, il corpo, anche i lineamenti del viso nonostante in quel momento stesse guardando il ricciolino con aria scocciata, quasi arrabbiata.

Candida. |Christian StefanelliWhere stories live. Discover now