13 - Lettera per una persona che non la leggerà mai

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Sono un ipocrita.

Ho sempre ritenuto l'amore un sentimento di pura follia, dannoso più che lieto, stupido più che profondo, insensato più che idilliaco...ma poi sei arrivato tu.

Questo calore che brucia dentro di me, che mi deteriora, che mi carbonizza ed incenera si fa sempre più strada nel mio cuore...ed il dardo infernale che ha causato questo incendio lo hai scoccato tu.

Sono una vittima della mia stessa idea, della mia stessa fiamma, del mio stesso furor.

Provo a spegnere quest'ustione con le mie lacrime, ma esse la peggiorano soltanto.

Dovrei soffocarla, ma non riesco:è troppo estesa ed il mio cervello si rifiuta di farti andare via dai miei pensieri; dei quali sei ormai sovrano, tiranno, dittatore.

Espandi il tuo dominio nei miei sogni, ti appropri dei miei occhi, strappi l'aria dai miei polmoni semplicemente esistendo.

Perchè deve fare così male?

Perchè amarti mi deve fare stare in condizioni misere?

Perchè devi essere così idilliaco?

La tua mente, le tue idee, la tua anima mi sono arrivate al cuore prima della tua bellezza; sono loro che mi hanno colpito in primis con frecce di fuoco, il tuo volto é stato legna ed i tuoi occhi truciolato.

Vorrei poterti donare tutto il mio amore, avere il coraggio di darti dolci carezze e teneri baci, ma lei mi blocca.

Se fossi donna, mi ameresti mai?

Riceverei gli stessi sguardi che tu concedi alla tua bella?

Sarei mai tuo?

Ahi, questo è il cruccio!

Tu hai la mia stessa malattia, forse pure i miei stessi sintomi, ma l'untore è diverso.

Non ti biasimo mio Sole, lei è proprio bella; peccato per il carattere, ma, forse, è così solo con me, che ho come unica colpa l'amarti.

Lei, però, ti piace tanto, quindi deve essere bella anche dentro, deduco.

Eppure non riesco a non odiarla.

La gelosia è la rovina degli uomini:ti consuma e devia l'intelletto, facendoti provare odio per chi non ha colpe.

Guarda caso, molte volte è sintomo d'amore.

Non voglio odiare, eppure odio.

Non voglio desiderare l'impossibile, eppure ti voglio.

Lascio che questa lettera sia acqua per il mio fuoco, che l'inchiostro sia composto dalle mie lacrime per non versarne altre, ma più scrivo e più sto male.

Mi vieni in mente tu, il tuo sorriso, la tua voce quando mi chiami ed il suono che fanno le mie labbra quando dico il tuo nome: Dante...
La lingua batte e poi si rilassa, le vocali che volano nell'aria, la enne che dà ritmo.

Amo pure questo di te, ti rendi conto?
Guarda come mi hai ridotto!

Io, che son poeta dell'imperator stesso, mi dilanio dal dolore per un uomo umile che non rivedrò mai più.

Prima non capivo perchè il Limbo fosse un luogo così desolato come dicono:ci sono molti miei conoscenti, miei grandi maestri, eccelsi uomini; non ci arriva la luce di Dio, ma perchè a me, pagano, avrebbe dovuto interessare?

Ora comprendo la desolazione di questo luogo.

La luce che manca, però, sei tu.

Non avrei mai pensato che mi sarei messo ad odiare l'essere nato prima della venuta del Cristo.

One Shots DantilioWhere stories live. Discover now