16 - Una brioche e una svedese

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"Tutto grazie ad un espresso e un cappuccino" dal punto di vista di Dante

Solito posto, solito ordine, solita mattina prima dell'università; questa volta ho il De Catilinia Coniurationem del prof Cicerone che mi tiene compagnia mentre aspetto che mi arrivi la colazione. Noto tuttavia, con la coda dell'occhio, che quel ragazzo biondo che becco ogni volta in fondo al bar mi fissa anche oggi.
Sembra un tipo simpatico; non ha pupille malevoli, ma timide, quasi rassegnate.

Guido si avvicinò a me col vassoio e notai che ne teneva un altro con la mano opposta; gli chiesi:
«Per chi è l'altro ordine?»
«Per quel ragazzo biondo lì in fondo, come mai?»

Bingo.

«Mi faresti un favore? Da amico ad amico.»
«Mi spaventi se mi dici così.»
«Servimi il suo e porta a lui il mio.»

Guido mi guardò confuso.
«Perchè?»
«Voglio parlarci, ma mi serve una scusa.»

Il mio migliore amico contrasse i muscoli del viso in un ghigno beffardo.
«Ma guarda te il signor Alighieri! Cosa non si fa per rimorchiare!»
«Ancora con questa storia? Non sono gay!»
«Come dici tu!»

Quanto avrei voluto riempirlo di sberle! Almeno fece quello che gli avevo chiesto.

Guardai l'ordine: una svedese ed un cappuccino di soia. Qualcuno qui è intollerante al lattosio, eh?

Mi girai nella sua direzione.

Ci guardammo.

Divenne rosso.

Misi via il libro e mi avvicinai a lui, tenendo brioche e caffè nel vassoio circolare con cui mi erano stati portati.

«Scusami, per caso questo è tuo?»

Gli chiesi, passandogli le sue cose.

«Ehm...Sì...Tieni...Q-Questo è tuo...»

Provò ad imitare il mio stesso gesto, ma le sue mani tremavano e la presa era meno sicura della mia. Risi.

«Ma cosa fai? Tranquillo!»

Mi sedetti davanti a lui, appoggiando l'ordine sul tavolo e avvicinandoglielo.

«Ti vedo spesso in fondo al bar, sembri simpatico. Come ti chiami?»

Sganciata la bomba.

Ci fu un po' di silenzio. Lo incentivai con un gesto del capo e lui mi rispose, tutto d'un fiato:

«Virgilio...»
«Cognome?»
«...Marone...»

Sorrisi e gli porsi la mano.

«Alighieri Dante!»

Cercai di sfruttare quella stretta per cogliere qualche dettaglio della sua figura. Per mia gioia, notai il logo della mia università sulla sua felpa azzurra e commentai con nonchalance:

«Non ci credo! Facciamo la stessa università! Che indirizzo?»
«Uhm...lettere...»
«Anche io! Come ho fatto a non notarti prima!?»

Lui rise imbarazzato facendo spallucce.

«Be' siamo in tanti nell'ateneo...!»
«Hai ragione anche tu!»

Nulla di interessante. Buttai giù il mio espresso e provai ad indagare di più: era così...diverso. C'era qualcosa in lui che mi suscitava un interesse particolare. Dovevo assolutamente saperne di più.

«Sei di qua?»

Si aggiustò con timida eleganza i boccoli biondi che gli cadevano sugli occhi prima di prendere in mano il cappuccino e sorseggiarlo.

One Shots DantilioWhere stories live. Discover now