26. Patrick.

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È quasi ora di cena ma non ho fame, lo stomaco è attorcigliato in una morsa straziante e non per colpa delle farfalle. Saranno tre ore che ho lasciato Liam, tre ore nelle quali ho pianto fino a farmi venire l'emicrania. Per calmarmi ho deciso di leggere, si amo leggere quando qualcosa nella mia vita va storto. Leggo per lo più romanzi rosa perché hanno la capacità di farmi sognare che prima o poi quella felicità scritta su una pagina di carta busserà amche alla mia porta. Incontrato Liam ero sicura di averla trovata, lui ha tutto ciò che voglio in uomo se non fosse per quello che è successo.
Cercando nella mia libreria ho trovato questo libro che mi regalò Beatrice ad un compleanno, la copertina già parla da sola: una ragazza con i capelli rossi davanti alla luna piena che tiene per mano l'uomo che ama. Parla di un ragazzo che va a vivere in un'altra città per concretizzare la sua passione nel lavoro, una sera mentre strimpella qualche nota con la sua chitarra in un parco incontra una ragazza dai capelli rossi...lui aveva già ammesso di amare le ragazze dai capelli rossi e a volte il destino ci ascolta. Un'altra cosa che adora è la luna, per lui la luna è qualcosa di straordinario, infatti pensò che quella notte passata in compagnia di questa ragazza rossa di cui si innamorò doveva essere per forza grazie ad essa.

Strano no? Quanti riferimenti ci sono? I miei capelli rossi, Liam che dal Minnesota si trasferisce qui a Manhattan, la luna...

Eccole che ritornano queste maledette lacrime. Non è più facile odiare? Perché non riesco ad odiarlo?

<<Devo uscire da questa maledetta casa.>> Coda di cavallo, tuta e piumino Nike, Air force e cuffiette. Esco di casa, prendo la macchina combattendo contro l'impulso di alzare gli occhi e vedere se Liam è a casa e parto verso il Central Park, sono le 22.15 ma non sembra per niente buio. I grattacieli insieme ai lampioni illuminano il prato creando un po' di atmosfera quasi malinconica o forse sono io che la voglio vedere in questo stato.

La musica è alta tanto da non far sentire il rumore delle macchine che sfrecciano intorno al parco ma troppo bassa per non sentire il miei pensieri.
Abito alla porta accanto dell'uomo che amo e che sta aiutando una donna che in passato l'ha rovinato e che dopo 5 anni con solo una notte è riuscita a rovinargli anche una bella storia, perché anche per te, Liam, era una bella storia vero? . Le ho viste le lacrime sul suo volto, ero arrabbiata non ceca. So che sta male anche lui ma la mia parte egoista ne è felice, almeno quando cercherà di aiutare Penelope e passerà del tempo con lei si ricorderà che per colpa sua ha perso me...o almeno lo spero.

LIAM

Sono affacciato alla finestra mentre cerco di capire come sistemare la situazione. Inoltre mi sto anche preoccupando, la macchina di Jasmine ancora non c'è e sta grandinando, per quanto sia brava a guidare, di notte insieme alla pioggia forte è pericoloso. Chissà dove sarà andata o da chi. Cazzo ancora non credo a ciò che è successo, non posso nemmeno pensare che mi abbia mollato così su due piedi, la odio, odio come sta facendo sentire e odio il fatto che la amo e non riesco a odiarla a dovere.

Il telefono squilla, mi allontano dalla finestra per prenderlo ma un secondo dopo mentre rispondo sono di nuovo incollato a fissare la stradina semi buia. <<Si devi venire qui, dobbiamo parlarci al telefono.>>

Una macchina arriva ma non è la 500 bianca di Jasmine.
Ho paura che veda Jasmine, per quanto sono disposto ad aiutarla gli ho detto che deve lasciarla perdere e che non si deve mai azzardare a dirgli qualcosa.

Il citofono suona, sospiro nervoso e le apro la porta di casa <<Buonasera bellissimo principe!>> urla sulla soglia della porta, tattica alquanto inutile perché per fortuna Jasmine non è in casa <<Entra dentro invece di fare la bambina, sono molto incazzato Penelope quindi non oltrepassare il limite.>> le ringhio mentre stringo i pugni nell'intento di calmarmi.
Chiude la porta e si toglie il cappotto, rivelando un vestito di lana corto abbastanza, a 35 anni è ancora molto giovane e il fisico statuario per la sua altezza.
Ancora fisso sulla finestra spero di vedere Jasmine tornare ma mi arrendo poco dopo, sono ore che è uscita sicuramente non tornerà.
Mi giro verso di lei che si è accomodata sul divano, per un momento non ci vedo nulla di strano, poi però, rivedo Jasmine con le gambe nude stese sulle mie coscie mentre le accarezzo le caviglie <<Non. Lì. >> le ordino di alzarsi <<Siediti a questo dannato tavolo.>> mi guarda con un sorrisetto malizioso <<Che c'è hai paura che succeda qualcosa fra me e te?>> mi stuzzica alzandosi <<Penelope te lo dico ora, ieri notte è stato un errore. Non voglio che mi tocchi mai più, non sfiorarmi, voglio solo che questa faccenda si chiuda in fretta e che tu sparisca di nuovo e questa volta per sempre.>>
Non ribatte, alza un sopracciglio e compone il numero dello spacciatore dopo avermi obbedito e sistemata sulla sedia. È uno dei pezzi grossi e anche molto potente qui a New york, Penelope gli ha preso tanta merce a buffo dicendogli che gli avrebbe dato tutto insieme ma la situazione le è sfuggita di mano -come al solito d'altronde- è arrivata alla cifra di 15.000 dollari. Non ne ha nemmeno la metà e io non posso pagare una cifra così per lei, voglio contrattare per arrivare ad una cifra giusta su cui posso mettere qualcosa. <<Non risponde, che ti ho detto, fa lo stronzo! Sparisce così fa crescere gli interessi! Liam, sono nella merda.>> piagnucola isterica, potevi pensarci prima invece di fare la tossica del cazzo.

Prenditi cura di me.Where stories live. Discover now