5. Claw

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-Butta via la bacchetta.- le intimò duramente e lei strinse tremando gli angoli della sua veste fradicia. Stava piangendo.

Harry esitò, abbassando impercettibilmente la sua.

-Caduta.- gemette, guardando terrorizzata la punta della bacchetta di Harry. -Mi è caduta nell'acqua.- disse, cercando di non singhiozzare, con gli occhi spalancati pieni di terrore. Era fuori di sé, sembrava che stesse aspettando che lui la uccidesse, da un momento all'altro.

Era ferita, aveva un taglio sulla fronte. Doveva essere successo quando, colpita dalla fattura di Harry, era finita a terra all'ingresso della camera. L'auror strinse le labbra, poi abbassò la bacchetta.

Non stava lavorando come auror e quella non era una strega ricercata. Era una studentessa, minorenne, disarmata e lui era il preside. Logico che fosse spaventata.

-Andrà tutto bene. Ora devi calmarti, Bianca. Calmati, usciamo e andiamo da madama Chips.- la sua voce era calma ma autoritaria.

-No!- urlò, terrorizzata, e la stanza prese a tremare.

Harry si guardò intorno nervosamente, mentre le pietre sulle pareti della stanza delle Necessità cominciavano a bollire e a cambiare forma. Le luci delle strette feritoie cominciarono ad affievolirsi, un profondo scricchiolio scosse l'aria. Le pietre sulle pareti cominciarono a vorticare, mentre gli schiocchi secchi della stanza che collassava su se stessa risuonavano nell'aria.

Non aveva mai visto la Stanza delle Necessità comportarsi così.

Harry si abbassò, per evitare lo scoppio dei vetri di un'oggetto lì vicino e alzò le mani in un gesto di resa, ponendo i suoi occhi all'altezza di quelli della ragazza, pur senza avvicinarsi.

-Non ce ne andiamo se non è quello che vuoi. Ma per favore, Bianca, cerca di calmarti e non succederà niente di male.-

La ragazza aprì le palpebre e nuove lacrime si formarono sul fondo dei suoi occhi. Respirava velocemente, un rivolo di sangue le colava lungo la guancia, probabilmente era sotto shock. Spinse i libri sul pavimento e afferrò le pergamene, portandole vicino al petto.

-Non mi chiamo Bianca.- disse in tono monocorde tra un singhiozzo e l'altro, guardandolo con i suoi occhi enormi e spaventati, cercando di controllare il tremito che la scuoteva. Non sembrava fare caso alla confusione che la circondava.

-Claw.- disse Harry con voce ferma e lei annuì.

Le pareti parvero tornare a stabilizzarsi, così Harry si arrischiò a mettere via la bacchetta.

-So che ora sei sconvolta ma non ti devi preoccupare, va bene? Non hai fatto niente di male fino a prova contraria, questo lo sai, no? Ti darò la possibilità di spiegare tutto, ma non qui e non ora.-

Lei gemette e Harry temette di aver detto qualcosa di male.

-Mi porterete via da Hogwarts! Non me ne posso andare ora, lei non capisce!- gridò, ricominciando a piangere in modo straziante, stringendo a sè le pergamene e piegandosi in avanti. I suoi occhi erano fissi nel vuoto, colmi di disperazione. Si guardava attorno come un'animale braccato.

-Non farò nulla del genere. Se sei solo entrata nella camera dei segreti e, per formidabile che sia, ora che ci penso...- aggiunse in tono calmo. -Non hai fatto nulla di male, perché il mostro non poteva essere liberato, è morto da anni. Non c'è nessuna maledizione dell'erede, Claw.-

Lei lo guardò, per la prima volta da quando era caduta in quello stato pietoso. Era immobile ora, totalmente in silenzio.

La sua espressione si fece improvvisamente impassibile, Harry si sentì studiato con grande attenzione mentre Claw rifletteva, gli occhi penetranti ed inespressivi piantati nei suoi. Sembrava un serpente sul punto di attaccare.

Il ritorno dell'erede di SerpeverdeWhere stories live. Discover now