18. L'indagine segreta di Hermione

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Draco Malfoy la afferrò prima che cadesse.

Fortuna che oggi ho i riflessi pronti. Ma che diavolo mi è saltato in testa? Prendere quella maledetta pergamena al volo!

Il taglio sul braccio gli bruciava ma non quando non essere in grado di sollevare una donna di cinquanta chili. La gamba gli mandò più di una fitta quando ne sostenne il peso, cingendone la vita con la mano sinistra mentre con la destra le sorreggeva la testa. Diede un'ultima occhiata alle gocce di sangue sul pavimento, che stavano scomparendo con un sinistro sfrigolio alla luce dell'ultimo eco dei raggi lunari. Doveva allontanarla dalla pergamena.

Si fece passare il braccio della donna attorno alle spalle e la sostenne con il braccio ferito, lo stesso con cui reggeva la propria bacchetta.

-Coraggio, cerca di riprenderti. Proprio un mancamento degno di una dama vittoriana.- protestò lui a mezza voce, arrivando fino alle scale.

Niente da fare: la strega non dava segni di vita.

Pregando di non far ruzzolare entrambi di sotto, la prese in braccio. Scese fino al divanetto all'angolo della stanza, di fronte alla libreria a muro. Non si accorse nemmeno che le gambe della donna gli premevano sulla ferita pulsante, tanto forte protestava la sua gamba sinistra.

La adagiò sui cuscini e riprese fiato, posando un ginocchio a terra per esaminarla. Era pallida, ma respirava. E se la pergamena fosse riuscita a sfiorarla? Lui non aveva l'assoluta certezza di essere riuscito a fermarla prima che le toccasse la mano, anche se avrebbe giurato di aver agito in tempo.

Pensò stupidamente che Potter gli avrebbe staccato la stesta se le fosse successo qualcosa, ma l'ombra di questo pensiero non riuscì a fiaccare il terribile senso di nausea che provava nel vedere il suo viso così pallido ed inerte sotto la luce che filtrava dalle finestre.

Con il braccio che tremava le puntò la bacchetta al petto.

-Reinnerva. Coraggio, sapientona. Non ti ha neanche sfiorato.- mormorò, cercando di convincere anche se stesso.

Una volta che l'incantesimo la raggiunse Draco sospirò di sollievo, vedendola riprendere colore.

Notò con disappunto che si era scottata leggermente le dita, quando aveva aperto la boccetta con i raggi di luna. Le prese la mano e la aprì con delicatezza, cercando di non sfiorare la pelle offesa.

-Ferula.- mormorò e dalla sua bacchetta uscirono delle bende di cotone bianche e sottili, che le si avvolsero attorno alla mano. Pollice, indice e dorso, per poi formare un nodo morbido sul polso. Gli era riuscito bene, per una volta. Non era mai stato bravo con quel genere di incantesimi.

La donna strinse le palpebre e riaprì gli occhi, mettendo a fuoco il soffitto.

Prima che si girasse a guardarlo Draco si alzò, tenendosi il braccio ferito. Strinse le bende imbevute di pozione emostatica. Doveva andare da Madama Chips a farle vedere il braccio ma più di ogni altra cosa, in quel momento, voleva la sua dannata pozione. L'aveva finita e Lumacorno avrebbe già dovuto dargli le nuove dosi un paio di giorni fa. L'aveva razionata, sopportando di dover zoppicare per un po', ma non poteva continuare così. Se non l'avesse avuta quella sera stessa...

Si appoggiò alla scrivania, improvvisamente colto da un forte dolore alla schiena e alla gamba. Chiuse gli occhi, stringendo convulsamente il braccio mentre serrava le labbra.

-Ti fa molto male? Come ti senti?- gli stava chiedendo Hermione che si era alzata dal divano, ancora sospettosamente pallida. Gli era così vicino che gli solleticava il braccio con i capelli. Quando aprì gli occhi se la trovò a poche spanne dal viso, che lo guardava spaventata.

Il ritorno dell'erede di SerpeverdeWhere stories live. Discover now