22 - Un velo di ipocrisia

299 78 12
                                    

"Non fingere mai un amore che non senti realmente, perchè non sta a noi comandare l'amore"Alan Wilson Watts

Ups! Ten obraz nie jest zgodny z naszymi wytycznymi. Aby kontynuować, spróbuj go usunąć lub użyć innego.

"Non fingere mai un amore che non senti realmente, perchè non sta a noi comandare l'amore"
Alan Wilson Watts

ALEX

Dopo sei lunghissime ed estenuanti ore in cui ho cercato in tutti modi di frenare la lingua vivace del mio accompagnatore raggiungiamo Madison, nello specifico un quartiere poco isolato dal centro cittadino di Fitchburg.

«Quindi tu cosa le hai detto?».
Come per tutto il tempo di quel viaggio, apparentemente infinito, Matt continua ad interrogarmi su quanto fosse successo il giorno prima. A studiarmi con sguardo inquisitore cercando di leggere oltre la mia espressione flemmatica e fin troppo distesa di chi ha appena allontanato una delle poche persone per cui ha interesse. A mie spese ho imparato a seppellire non solo cadaveri, ma anche le mie emozioni. Ho anestetizzato per troppo tempo i miei sentimenti, riponendoli con cura dietro quella maschera di imperturbabilità che, ormai, è diventata una seconda pelle. Per questo non è difficile celare la preoccupazione che mi ha tenuto sveglio tutta la notte.
«Niente, le ho lasciato credere che la sua supposizione fosse giusta».
«Per cui le hai mentito!».
«Mentito...non si può mentire se non si è detto nulla. Sarebbe meglio dire che ho omesso qualche particolare. E' ben diverso».
Trascurare i dettagli in una conversazione. Ultimamente sono diventato un campione anche in quello, perfino con il mio migliore amico.
Gli servo qualche informazione alla rinfusa di un quadro generale e poco definito della lite con Eleonor, facendo attenzione a non fare parola della dichiarazione tabù.
Evito di trattare l'argomento non perché non mi fidi del mio migliore amico, ma perché mi sono imposto di non pensare più a lei.

Se non tralasciassi quelli che lui definirebbe dettagli succulenti sarei costretto a vedere sfrecciare nuovamente l'istantanea del suo volto davanti agli occhi ed io non sono un cazzo di kamikaze disposto a farsi esplodere. El, come una maledetta edera velenosa, sta affondando le radici dentro di me infettando ogni cosa. Devo porre rimedio a questa catastrofe. Devo reciderla. Estirparla. Subito. Liberarmene per sempre.

Piega la bocca di lato e arriccia il naso non soddisfatto delle mie misere spiegazioni.
«Sei fortunato che siamo arrivati, ma riprenderemo il discorso. Ora fermati, dovrebbe essere quella!».
Freno di colpo inchiodando sull'asfalto, le ruote stridono e un polverone si leva in aria dietro di noi.
Una lunga schiera di case multicolore costeggiano entrambi i lati della carreggiata, piccoli appezzamenti di verde anticipano l'ingresso di quelle che sembrano essere le tipiche abitazioni dei classici quartieri residenziali a stelle e strisce.
Matt sporge un braccio fuori dal finestrino e con l'indice ben teso indica un modesto villino bianco. Lentamente riprendo a muovermi e accosto, per poi dirigere lo sguardo nel punto indicato dal mio amico. E' una delle case più piccole e modeste del quartiere, ma non per questo meno dignitosa. Gli angoli della facciata ravvivati dal caldo colore marrone bruciato dei mattoncini e il piccolo viale di ciottoli che dà il benvenuto agli ospiti, accompagnandoli fino al portico, mi ricorda casa mia in Texas.

La luna nera (IN REVISIONE) Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz