Capitolo 34

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ELEONOR

"Non è vero, come dicono molti,  che si può seppellire il passato. Il passato si aggrappa con gli artigli al presente"
Khaled Hosseini

Un soffio d'aria fresca si insinua sotto le lenzuola, provocandomi dei leggeri brividi lungo la schiena.
Apro gli occhi e la luce del sole appena sorto che filtra dalla finestra mi acceca.
Avverto un calore alle mie spalle, così mi volto... Alex dorme serenamente e per la prima volta il suo viso, privo di qualsiasi espressione, appare disteso e tranquillo... Illuminato dalle luci dell'alba è ancora più bello.

Continuo ad osservarlo, la sua bocca carnosa e perfetta è appena dischiusa...al solo ricordo di dove si sia poggiata ieri, sento il mio viso avvampare dalla vergogna.

Sono innamorata di lui da quando avevo appena cinque anni e il sogno che lui un giorno potesse ricambiare i miei sentimenti si era spezzato già da tempo.
Non rivederlo per tutti questi anni aveva giovato al mio cuore, fino a che quel uomo, che aveva dominato tutte le mie fantasie più sfrenate, era riapparso.
In quel momento, con un solo sguardo, è riuscito a far sanguinare quella ferita che il tempo pensavo avesse cicatrizzato...vederlo ora dormire tranquillo nel mio letto, dopo la notte appena trascorsa, mi fa saltare un battito.

Sorrido al pensiero della sua dichiarazione, mentre una strana sensazione di euforia mi attraversa il cuore, quasi fossero delle piccole scosse elettriche che gli ridanno vita.

Un leggero, ma insistente rumore mi riporta al presente. É come se qualcuno stesse picchiettando sul vetro.

Mi volto verso la finestra. Un corvo accovacciato sul davanzale continua imperterrito a battere il becco nero sul vetro della finestra socchiusa, quasi volesse attirare la mia attenzione.

Scosto le lenzuola bianche e mi dirigo verso il mio nuovo amico per osservarlo meglio.
É piuttosto robusto, le sue piume scure come la notte vengono illuminate al sole, grazie al quale si possono notare dei riflessi metallici sulle tonalità del blu.

È una creatura bellissima.

Non appena sono abbastanza vicino, smette di beccare e fissa i suoi occhi nei miei. Da quello che so normalmente gli occhi di questi volatili sono bianco-azzurrino, ma i suoi sono di un giallo sgargiante, quasi ipnotico.

La mia vista si offusca all'istante.

Mi ritrovo a piedi nudi a vagare in una pianura selvaggia. Avverto l'erba fredda e umida, a causa della rugiada mattutina, ad ogni passo.
Mi guardo attorno... Dei fitti banchi di nebbia aleggiano in questo luogo sconosciuto, impedendomi di muovermi in sicurezza. Allargo le braccia in cerca di qualsiasi cosa che mi possa far capire in che posto mi trovo.
Riesco a percepire qualcosa ... Una superficie liscia e fredda raggiunge la mia mano. Continuo a tastarla per esaminarla e avverto la presenza di alcune incisioni... Mi avvicino ad essa nella speranza di riuscire a vedere cosa ci sia scritto.

In quel momento mi accorgo che quella che sto toccando è una lapide, ma la cosa che più mi atterrisce è che quello che inciso è il mio nome.

Un canto suadente si ode provenire della nebbia più fitta.

<< Sarai fuoco, tutto si ridurrà in cenere al tuo passaggio, ma tu no... non arderai, danzerai tra le fiamme! >>

La voce suadente echeggia in questo posto che sembra essere la mia tomba. Mi giro per vedere chi fosse l'autrice di quella dolce, ma allo stesso tempo, tetra melodia.

Una figura indistinta mi appare dinanzi agli occhi, è come un'ombra, non riesco a coglierne i dettagli.
Tende una mano verso di me, come se mi invitasse a seguirla, sto per raggiungerla quando...

La luna nera (IN REVISIONE) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora