CAPITOLO 6

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Leona si sentiva come se avesse passato la giornata al circo, senza però, essersi divertita. Dopo la cerimonia, si erano trovati tutti a casa di River e Samaire Shields per un barbecue. I bambini si erano divertiti immensamente e Leona era riuscita a rilassarsi un po' finché Neo non fece un secondo brindisi. Quello era stato decisamente il segnale che dovevano andare via.

Una volta a casa, i bambini, ancora molto carichi di energia dopo aver mangiato torta e gelato, decisero di aiutare Jude a sistemarsi. Intanto lei aveva preparato una cena da vero gourmet a base di panini con burro di noccioline e marmellata e zuppa di pollo.

Poi, finalmente, i bambini erano crollati stanchissimi e lei li aveva messi a letto. In tutta la casa era ritornata adesso a regnare la calma. Una volta uscita in corridoio, Leona si appoggiò al muro a occhi chiusi. Sospirò.

Gli unici suoni che si sentivano erano il ticchettio dell'orologio al piano di sotto e il computer di Jude, che stava finendo di mettere a posto il suo ufficio. Passò il pollice sulla fede nuziale, che ancora era una presenza innaturale. Aveva bisogno di stare un po' da sola, ma non volendo ancora ritirarsi in camera da letto, scese in salotto e si sdraiò sul divano.

Qualche istante più tardi, Jude apparve sulla porta. Una figura con ampie spalle che emanava calma e forza solo con la sua semplice presenza. Leona si chiese se quella forza fosse solo il frutto della propria immaginazione. Dopotutto non sapeva quasi nulla di lui.

"Ho una domanda..." pronunciò lui con voce bassa e profonda. "Quando i bambini decidono di aiutarti, come fai a portare qualcosa a termine?"

Leona sorrise.

"C'è una regola... Se sei femmina, devi aggiungere un'ora al tempo previsto per ogni bambino che ti aiuta."

Jude le si avvicinò e la guardò.

"E se sei maschio?"

"Allora devi aggiungerne otto," rispose Leona sorridendo.

"Otto?"

Lei annuì, tenendo la testa sul cuscino.

"Otto per ogni bambino che ti aiuta. È brutto dirlo, ma gli uomini hanno difficoltà a concentrarsi su più di una cosa alla volta. Non sono sicura se sia un fattore di ormoni o di cromosomi."

"E questa dove l'hai sentita?"

"Oh, è una cosa risaputa. Chiedi a qualsiasi donna sposata che ha dei figli..."

Fece un bel respiro e lo guardò. Un uomo estraneo in casa sua.

Suo marito.

Il suo cuore trasalì. Chiuse gli occhi pensando che, forse, se non lo avesse guardato tanto, non avrebbe provato certe emozioni.

"Una delle ragioni che ti hanno spinto a offrirti di sposarmi è che hai vissuto per un certo periodo al Silver Oak Institute?"

"Vedo che Samaire ti ha messo al corrente su alcune cose."

"Solo un pochino," ammise lei chiedendosi perché mai la sua voce sembrasse una carezza proibita. "Samaire è molto simpatica e ha cercato di aiutarmi a capire meglio certe cose... Comunque, non hai risposto alla mia domanda."

"La mia esperienza al Silver Oak Institute può avermi influenzato, ma non è stato il fattore determinante."

"La tua missione è stata il fattore determinante..." disse lei ricordandolo sia a lui che a sé stessa.

Sentendo la sua mano stringersi intorno alla sua caviglia, aprì gli occhi e lo guardò totalmente sorpresa.

"Ho la tua attenzione?"

IL PREZZO DELLA PASSIONE (2 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Where stories live. Discover now