CAPITOLO 8

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 Il pomeriggio seguente, Leona si ritrovò nei guai. La sua lezione pomeridiana sarebbe iniziata di lì a pochi minuti e la babysitter aveva chiamato dicendo che aveva avuto un imprevisto e che non avrebbe potuto tenere ancora Faith, Keith e Clive. Qualcuno doveva andare a prenderli.

Piuttosto che farlo si sarebbe staccata un braccio a morsi, alla fine Leona dovette decidersi a chiamare Jude. Lo trovò a casa.

"Dimmi tutto," le chiese.

Il solo sentire la pace e la forza della sua voce, la calmò.

"Ho un problema e ho bisogno d'aiuto. La babysitter ha avuto un'emergenza ed io sono bloccata qui a scuola, per cui... Uhm... qualcuno dovrebbe andare a prendere i bambini a casa sua."

Seguì una lunga pausa e Leona trattenne il respiro. Poi venne presa dai rimorsi. "Sai cosa? Lascia stare... Risolverò in qualche modo..." aggiunse Leona velocemente. "Non devi..."

"Per l'amor del cielo, Leona, dammi un secondo," ribatté Jude. "Il mercato è ancora aperto e lo sarà per qualche minuto ancora. Dove abita la babysitter?"

Leona gli diede tutte le indicazioni pensando a quanto le desse fastidio dover chiedere il suo aiuto ma sollevata allo stesso tempo.

"Jude, lo apprezzo molto, davvero..." gli disse. "Ti devo un..."

S'interruppe prima di dire un immenso favore, visti i guai in cui si era messa l'ultima volta che lo aveva detto proprio a Jude.

"Non preoccuparti. Ci vediamo," la salutò lui.

Nessuna battutina sexy da parte sua riguardo al 'immenso favore' non pronunciato... Leona ci rimase male... Mise giù il telefono cercando di cacciare via l'amaro dispiacere che quella telefonata le aveva lasciato in bocca.

Forse Jude non era poi così interessato come sembrava.

"Bene... Va bene così..." sussurrò lei annuendo.

E allora perché si sentiva così spaesata?

Si ripeté per tutto il pomeriggio che andava bene così e continuò anche quando si fermò al fast-food a prendere degli hamburger. Mandando giù il boccone amaro, si avviò verso casa, sperando solo che la giornata non finisse con la visita della signora Hatcher.

Aprendo la porta, ricordò a sé stessa di limitare le richieste d'aiuto e la propria gratitudine nei confronti di Jude. Non doveva mettersi nuovamente nei guai. Le ci volle solo un secondo per sentire qualcuno toccare i tasti di un... Un pianoforte?

"Ma cosa...?"

Per un istante si chiese se fosse una registrazione, ma le note non erano certo quelle di un professionista. Entrò nel soggiorno e vide Faith e i suoi fratelli seduti davanti a un piano verticale. Leona quasi fece cadere gli hamburger.

"Faith? Tesoro...?" le chiese. "Da dove viene quel pianoforte?"

I due gemelli sollevarono lo sguardo verso di lei.

"È stato Jude, zia Leona!" gridarono loro in coro.

Faith saltò giù dalla panchetta con un gran sorriso.

"Zia, Leona, Jude l'ha comprato! Questo pianoforte è tutto nostro!"

Jude fece capolino dal corridoio. Era al telefono. Leona fece un respiro profondo e guardò il pianoforte. Era molto bello e si adattava perfettamente alla stanza. Lei stessa non avrebbe potuto scegliere meglio.

Keith annusò l'aria e si passò una manina sulla pancia.

"Sento odore di hamburger..."

"Non puoi magiare l'hamburger, Keith, perché prima hai vomitato nella macchina di Jude," dichiarò Clive.

IL PREZZO DELLA PASSIONE (2 LIBRO DELLA SERIE "IL CLUB DEI MILIONARI")Where stories live. Discover now