6| Fare una scenata in un luogo pubblico

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Tornare a Lione non era nei piani più prossimi, rimanerci per mesi, ancora meno. I primi giorni, la lontananza da casa era quasi impercettibile, sentivo Francesco tutti i giorni, era così dolce e premuroso. Durante la terza settimana, la nonna peggiorò, papà era distrutto, ma fortunatamente c'era la mamma a stargli vicino: era rassicurante vedere come, nonostante il divorzio, fossero ancora così uniti. Cesi ebbe un crollo, mi dedicai completamente a lui, alla mia famiglia, trascurando Francesco e tutto ciò che rappresentava casa. Mi mancava, ovviamente, ma la famiglia era sempre al primo posto. Nel mese successivo, persi il telefono in metropolitana, lo interpretai come un segno. Piansi quando mi resi conto di non avere modo di recuperare il suo numero, papà mi comprò un telefono nuovo, francese, giusto in tempo per Natale. Più passava il tempo, più mi perdevo l'appetito, al contrario del malumore. Nonna mancò qualche giorno dopo il capodanno; rimanemmo con papà nelle settimane successive, fino a quando si riprese, giusto in tempo per il mio compleanno, il giorno stesso dei biglietti del ritorno.

Quando uscimmo dalle porte a vetri degli arrivi, in aeroporto, trovammo Tommy ad aspettarci, con una tortina e le candeline accese sopra.

«Bentornati e buon compleanno Rirì» affermò sorridente, guardandomi sbalordito subito dopo, solo in quel momento mi resi davvero conto di aver perso davvero peso. Sorrisi, soffiando sulle candeline. «Grazie e grazie di esserci venuto a prendere» affermai, salutandolo affettuosamente. Cesare era spaesato, come mia madre. «Santo cielo, mi sono dimenticato del compleanno di mia sorella» affermò con tristezza. «Mi dispiace Rirì, sono stata così presa da tutto quello che è successo, dai pacchi con le cose della nonna da spedire che...» disse mamma, scoppiando a piangere. «Ecco, hai fatto scatenare il Kraken» sussurrai a Tommy, andando ad abbracciare mamma e Cesi. «Non è successo nulla, tranquilli, è solo un compleanno, vi voglio bene» affermai con sicurezza, cercando di tirarli su. «Andiamo a cena fuori» propose Cesare. «Cesi, siamo tutti sfatti, torniamo a casa e basta. Domani ci pensiamo» continuai. «La Rirì del 2017 non avrebbe mai detto di no ad una cena fuori» commentò Cesi, sospirando. «La Rirì del 2018 è più saggia e anziana: risparmiamo i soldini e andiamo a dormire. Hai tutto il tempo che vuoi per farmi riprendere i chili perduti» dissi scherzando, mentre mamma continuava a piangere. «Tommy, ti prego, dì qualcosa, aiutami» sussurrai. «Stavo pensando che è da un po' che nessuno mi fa le carte» affermò subito. Mamma tirò su con il naso e lo guardò. «Quest'anno è il tuo anno Tommy, su tutti i fronti» disse riprendendosi. Lo ringraziai con il labiale, iniziando ad incamminarmi come capo fila.

Stava piovendo fuori, come l'anno scorso. Quando la macchina di Tommy raggiunse il parcheggio di casa mia, rimasi un attimo incerta sul da farsi. Se fosse stato qua? Cosa avrei dovuto dire? Si ricordava di me? Mi aveva rimpiazzata? «Che cosa fai Rirì, scendi o vieni a casa con me?» domandò mamma. «Vi dispiace se... Vorrei andare al Paradiso» affermai timidamente. «Non c'è problema, ti porto subito lì, le valigie le puoi prendere tranquillamente domani» affermò premuroso Tommy, mentre mamma mi sistemava i capelli sconquassati dal viaggio.

Arrivammo poco dopo al bar, promisi a mamma che se fosse successo qualcosa l'avrei chiamata, ma sapevo che Nicola non avrebbe rifiutato di darmi un passaggio a casa. La cosa che non mi aspettavo, invece, era ritrovarmi in una serata a tema. "Trova l'amore al Paradiso. Un minuto e potrai trovare il futuro dei tuoi sogni" recitava la scritta sulla lavagnetta. Corrugai lo sguardo, facendo suonare la campanella della porta alla mia entrata. «Ciao, sei qui per trovare l'amore o per bere?» domandò Carlo, sorridendo un po' troppo. «Non mi riconosci più?» domandai divertita. «Santo cielo Arianna, quasi sparisci» constatò abbracciandomi con foga. «Vieni vieni, Nicola impazzirà di gioia» continuò euforico, tirandomi con sé verso il bar. «Nico, guarda chi si è ricordata di avere un lavoro» esclamò divertito facendomi l'occhiolino. «Carlo, smettila di fare il sarcastico, l'hai voluta tu questa serata, ora occupatene» disse Nicola, sbucando fuori dal suo stanzino. Lo guardai sorridente, mentre il suo sguardo mutava dal seccato al sorpreso. «Ari? Sei davvero tu?» domandò incredulo. Annuii, esagerando con il sorriso. «Piccola disgraziata che non si fa viva per mesi» affermò entusiasta, scavalcando la porticina del bancone per venirmi ad abbracciare. «Ciao Boss» dissi solamente ricambiando l'abbraccio. «Mi dispiace, ho perso il telefono e anche un po' me stessa nell'ultimo periodo, ma ora sono tornata. Davvero» dissi subito dopo, sospirando. Nicola sorrise. «Giusto in tempo per assistere alla serata degli speed date organizzata da Carlo» commentò ridacchiando, vedendo il nipote trotterellare da un tavolo all'altro con il vassoio colmo di drink. Ridacchiai. «Ciao rossa, posso offrirti da bere?» sentii alle mie spalle. Mi girai di scatto, trovando un viso quantomeno familiare, Alex, l'amico di Francesco. Sussultai. Se c'era Alex, le possibilità di trovare qui Francesco erano alte. «Sei venuto a trovare l'amore della tua vita?» domandai ironica, lui scosse la testa. «A controllare che una ragazza faccia la brava. Se avessi saputo di incontrarti, avrei fatto venire Fra. Me lo hai distrutto» commentò con tono severo, sospirai. «Non sarei stata in grado di gestire anche questa cosa oggi, ho bisogno di tempo per parlare con lui e spiegargli la situazione» affermai sincera, con lo sguardo assente. «Il ragazzo lo hai lasciato in Francia, Rirì?» sentii alla mia destra. «Sì, l'ho fatto venire comunque» commentò Alex, sparendo dalla mia vista. Questa non è un'esercitazione. Mi girai verso la sua voce, con il corpo e il viso in tensione. «Buon compleanno» disse Francesco, allungandomi un drink. «Grazie» dissi timidamente. «Che cosa ti è successo?» domandò cercando di nascondere l'espressione preoccupata, in una seccata. «Sono peggiorate le cose» risposi sospirando. «Capisco, avrai avuto le tue buone ragioni» rispose con un mezzo sorriso.

Nella tela di Arianna - COMPLETAWhere stories live. Discover now