Zachary.

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Sesto

<Dodici anni fa>

Avevo anche rassicurato Nate, in mensa, ma ero stato un bugiardo di prima classe. Jonas non è tornato. Non pare intenzionato ad alterare le sue convinzioni.

Consumo l'intera settimana col mio nuovo amico. Ho occhi soltanto per lui. Nate non dà corda ai miei discorsi o alle mie passioni, cerca di sgusciare via dalle situazioni in modo indiretto. Per esempio mercoledì l'avevo invitato alla partita di football che avrei disputato nel weekend, desideroso di vederlo seduto sugli spalti a tifare per la mia squadra, a tifare per me, eppure lui aveva scosso la testa affermando: ― Mi dispiace, non m'interessa il calcio. ― Ho capito subito che gli sarebbe servito più spazio per aprirsi del tutto, anche se il mio obiettivo era stato raggiunto. Gli avevo estratto dalle labbra, senza sforzarmi, un sentimento sincero. Ecco perché gli avevo risposto, sorridendo: ― Non dispiacerti.

Il tempo trascorso in sua compagnia non è tempo sprecato. È questo che vado dicendo a mamma, ogni volta che torno a casa e lei esclama: ― Accidenti! A cosa è dovuta la tua allegria? ― È da un po' che il suo quesito si è trasformato in un: ― Voglio conoscerne l'artefice prima o poi ― e ― È ancora per Nathan, vero?

Non faccio altro che pensare a quanto la sua amicizia mi abbia scombussolato gli ormoni. Per ora è sufficiente essere suo e di nessun altro. Voglio dedicarmi a Nathan più di quanto lui si dedichi alla matematica. Ha delle capacità straordinarie: è un piccolo genio nelle operazioni, un risolutore nei problemi, un ragionatore nella logica. È bravo a scrivere, a recitare, a portare pazienza. Nate è in gamba addirittura nella corsa a ostacoli dove fallisco miseramente ogni anno, nonostante il fisico atletico. Non conosce i videogiochi, o Star Wars, e malgrado ciò non mi annoia mai.

Non sempre si presenta alla fermata dell'autobus e credo dipenda da Isabella che, nel frattempo, non ho più intravisto. La circostanza non mi affligge, né sfiora. Lo passo a trovare all'intervallo e mangiamo nello stesso tavolo a pranzo; faccio il possibile per riuscire almeno a salutarlo e scambiare qualche chiacchiera.

Sono steso a letto, nell'altra camera mio fratello sta scrivendo a matita qualcosa sul muro. Lo so perché volevo guardarlo, cosa che non faccio da molto, e attraverso la fessura l'ho colto in flagrante. Jonas non sembra essersene accorto e uno strano malessere sta crescendo fra le viscere del mio stomaco. Nate è un dono, il dono più grande che potessi ricevere alle medie, ma non sono completamente felice. Forse Giles aveva ragione. Forse il prolungamento di questa condizione mi sta scalfendo dentro. Forse J.J deve schiarirsi le idee e non gli sto mettendo la giusta fretta. Forse dovremmo riappacificarci. Perché non può accettare Nate e farla finita?

Jonas non mi parla più da 9 giorni, 216 ore e 777 600 secondi.

777 601... 602... 603...

[Angolo playlist: Videogames, Lana Del Rey.]

Anima d'acciaioKde žijí příběhy. Začni objevovat