Capitolo 12.

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«Ma qual buon vento, bambina? Pensavo ti fossi già dimenticata di me!» disse nonna Heaven circondandomi in una abbraccio caldo e rassicurante. Profumava di lavanda, come sempre, e qualcosa mi disse che lei c'entrava qualcosa con la lettera che avevo trovato quella mattina.

«Non potrei mai, Heaven.» le sorrisi dolcemente.

«Mmmh.» mugugnò. «Qui deve essere sicuramente successo qualcosa, e ho come l'impressione di centrare qualcosa, o sbaglio? Non mi hai mai chiamata solo per nome.»

«Che ne dici se ci sediamo e mi fai uno dei tuoi frullati strepitosi?»

«Chris!» urlò rivolta al piano di sopra. «Devi sgombrare, io e la piccola dobbiamo parlare!»

Le sorrisi e ripensai a quando mi raccontò la loro storia d'amore. Era contorta ma pura. Chris lavorava in una gelateria nell'agriturismo di famiglia. Heaven ci era andata con i suoi cugini più piccoli, per aiutare sua zia, e non appena si videro, scattò la scintilla. La loro storia d'amore, per quanto mi avevano raccontato entrambi, era stata molto travagliata. Le loro famiglie non approvavano la loro storia, e neanche loro lo facevano poi molto. Odiavano il sentimento che li legava, e odiavano il fatto di doversi mettere contro le loro famiglie. Sarebbero stati quasi come Romeo e Giulietta, ma per fortuna, sia Heaven che Chris erano stati molto più furbi.

«Ho già capito tutto, vado in giardino a togliere le erbacce!» mi risvegliò nonno Chris dai miei pensieri. «Ciao bambolina!»

«Ehila Chris!»

Nonna Heaven alzò gli occhi al cielo e sorrise.

«Vedi, lo amo proprio per questo. Mi capisce senza che mi spieghi. Sa qual è il suo lavoro.»

«Heaven!» scoppiai a ridere.

«Heaven Sophie Patel!» gridò Chris.

«Christian Micheal Mc. Gibby!» scoppiò a ridere Heaven.

Mi bloccai improvvisamente. Mc. Gibby. Quel cognome mi risuonò in testa. Tutto tornava: il cognome, il profumo di lavanda, il campeggio.

Francine Mc. Gibby era la figlia di Heaven e Chris... ed era morta. Allora era sua la camera misteriosa? E come c'era finita quella lettera sotto al mio letto?

«Tutto bene tesoro? Sembri un cadavere!» esclamò nonna Heaven.

«Starò meglio quando avremo parlato.» sussurrai.

«D'accordo piccola, vuoi che prima ti prepari il solito frullato?» domandò premurosa. Avrei tanto voluto avere una mamma così.

«Sì, per favore.»

Lei sorrise e andò in cucina a prepararmi il solito frullato ai frutti di bosco che tanto amavo. Girai un po' per il salotto, alla ricerca di qualcosa che mi aiutasse a capire qualcosa di Francine, che anche se inconsapevolmente, mi aveva capita.

Girando nel salotto, trovai una foto con una cornice dorata. Quando guardai la foto rimasi di sasso. Era una bellissima donna, con lunghi capelli ricci dorati, occhi azzurri agghiaccianti e un sorriso splendente e acceso. Le due fossette ai lati della bocca e la sua aria così solare si abbinavano perfettamente alla cornice della foto. Era lei Francine? Di certo non la immaginavo così... perfetta.

Inconsapevolmente passai le dita sulla foto, cercando di capire qualcosa, ma mi era impossibile. Avevo così tante domande che mi passavano per la testa che sarei scoppiata da un momento all'altro.

«Ecco il frullato, tesoro.» mi girai di scatto sentendo la voce di nonna Heaven.

«Oh, sì. Grazie.» presi il frullato e mi sedetti sul divano bianco, mentre Heaven si posizionò sulla sua poltrona di fronte a me.

Never let me go.Where stories live. Discover now