Capitolo V

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Ogni giorno mi siedo vicino a due Infermiere: Reena e Donna. La ragione è che mangiano poco. Divorata la mia razione, termino quello che loro lasciano nei vassoi, stando ben attenta che nessuna delle Consorelle mi veda. Inizio di nuovo a sentirmi forte, non vedo l'ora di mettere su un po' di carne. Rob è diventato motivo di pettegolezzo fra tutto il personale femminile. È attraente e disponibile, con un sorriso beffardo stampato in faccia tutto il giorno. Le infermiere fanno a gara a farsi mettere di turno come assistenti del Dottor Shaw. Ho visto arrossire persino l'inflessibile Justine, quella volta che Rob le ha ordinato di riporre le cartelle nell'archivio.

Reena ha avuto il coraggio di chiedergli se era già stato accoppiato, e il Dottor Shaw le ha risposto che aspetta ancora il momento giusto. Da quel momento Reena non parla d'altro, è arrivata persino a dire che ha un parente nell'Ufficio delle Unioni, e gli farà sicuramente presente quanto lei e il dottore abbiano in comune.

A me scappa ogni volta da ridere quando lo vedo attorniato da giovani infermiere prodighe e disponibili. Se solo sapessero che razza di bastardo, millantatore e traditore è...
«Oggi ti occuperai della camerata E» mi ordina Justine, mentre distribuiamo i vassoi con i medicinali. «Per quale motivo?»

«È ora di passare a qualcosa di più impegnativo. E poi ho notato quanto ti stanno a cuore le due bambine. È nostro dovere non affezionarci ai pazienti... ricorda che vengono e vanno» m'informa con uno sguardo duro.

Vorrei risponderle che non è solo affetto, quelle due bambine sono le uniche persone lì dentro che mi mostrano i loro poteri volontariamente. Ho tentato di corrompere qualche altro paziente, ma ho dovuto rinunciare quando una donna ha avuto una crisi isterica in cui gridava come un'ossessa che l'avrebbero arrostita con la scossa un'altra volta.

«Sono pazienti psichiatrici» prosegue Justine «Stai attenta a quelli legati al letto.»

Mi dirigo verso la camerata E insieme a tre colleghe e mi accorgo subito della differenza. Qui la maggior parte dei pazienti non ha controllo sfinterico. È la prima cosa che senti quando entri: puzza di feci mista a piscio rancido. Ci sono circa venti persone, come anticipato da Justine, più della metà legate al letto, le altre in stato catatonico. Un uomo è in piedi e fissa con estrema attenzione il muro, ondeggiando avanti e indietro come un pendolo.

Accanto al tenace odore di escrementi e sudore, l'aria è riempita da grida stonate e mugolii. Sembra di essere nell'anticamera della morte. È necessario che un'infermiera tenga ferma la testa di ogni paziente, mentre io gli faccio scendere in gola quelle dannate pillole. Hanno i denti marci, consumati, come se non facessero altro che digrignare e mordere.

Sto per sentirmi male, l'odore e la vista delle lenzuola sporche è insopportabile. Non ho mai visto relitti umani del genere. A Nuova Londra non ci sono. Lì al massimo si sente parlare di depressione, quando un familiare muore, o di comportamenti isterici, quando una donna è giudicata particolarmente irriverente. Ma non questo. Questa è angoscia liquida. Ti riempie i polmoni e ti affoga.

«La prima volta non è facile» mi soccorre Reena, cogliendo la mia espressione sconcertata. «Ma considera che sono fortunati. Il Dottor Crane li ha salvati, fuori di qui sarebbero già morti. Non sono utili a Nuova Alba, non potrebbero lavorare e neppure procreare. La loro malattia mentale si trasmetterebbe ai loro figli e noi non vogliamo che Alba diventi un luogo pieno di persone malate e pericolose.»

Pericolose per chi? Potrei spezzare il collo in un secondo a ognuna di loro. Le cicatrici e il calco dei morsi che pervadono i loro corpi mi dicono solamente che questa povera gente è autolesionista, null'altro. E, forse, se riacquisissero per un solo istante la capacità di decidere, sceglierebbero di morire.

Rimangono in vita solo fino a quando Crane ne avrà bisogno.

La mattinata passa tutta a ripulire la merda. La doccia annessa alla camerata è in realtà uno stanzino, dove obbligano a entrare i pazienti uno alla volta. Con una pompa Reena li lava alla bell'e meglio, tenendosi a distanza, mentre noi cambiamo le lenzuola. Per alcuni di loro è necessaria la presenza continua di un agente di sicurezza.

RebornWhere stories live. Discover now