Prologo [Kim Seokjin]

174 11 5
                                    

Kim seokjin sospirò e si asciugò la fronte dal sudore, gli era stato chiesto di portare delle scatole abbastanza pesanti per il negozio dove lavorava.

le posai nel retro del negozio e sospirai posando l'utima di una serie di scatole che avevo portato lì. "ah cavolo... la mia schiena... chissà cosa contengono" chiesi a me stesso.

"ci sono delle decorazioni" feci un salto per lo spavento e mi voltai vedendo il mio capo che mi stava sorridendo. tirai un sospiro di sollievo e gli sorrisi anch'io.

"comunque il tuo turno è finito, ci vediamo martedì e sii puntale, non ti voglio vedere arrivare in ritardo" disse e io annuì, mi cambiai lasciando la divisa nello spogliatoio afferrando il mio zaino ed uscì dal negozio, dove lavoravo part-time.

"a martedì, capo!" dissi salutandolo con la mano, lui fece lo stesso. ricuperai la mia bici che avevo lasciato contro il muro laterale del negozio e ci salì, iniziando a pedalare verso il mio posto preferito, Starbucks.

.

.

.

pedalai per qualche minuto tra le strade piene di macchine e giunsi da Starbucks così scesi e inizia a cercare un posto dove posare la mia bici.

trovai un luogo adatto e la parcheggiai quando...

"hey, Jin". mi girai sorpreso e vidi un ragazzo, della mia età, con dei capelli grigi che guardava dritto verso di me. guardai intorno per vedere se parlava con qualcun'altro ma nessuno lo degnava di uno sguardo.

lo sentì sospirare e lo guardai negli occhi. "potrei prenderla in prestito un attimo?" sbattei le palpebre incredulo e la mia bocca si aprì leggermente, in cerca di modi per rispondere.

"io...uhm..." cercai di dire, ma prima che potessi fare qualcosa lo vidi montare sulla mia bici. "grazie" e si allontanò pedalando velocemente. "che- aspetta!" provai ma la frustrazione prese possesso di me. "quel bastardo, chi si crede di essere?!"

aprì violentemente la porta del locale e andai verso il bancone, ignorando gli sguardi straniti che la gente mi rivolgeva. "un frappuccino alla crema e fragole, per favore" ordinai e alzai lo sguardo vedendo la faccia divertita di Kim Taehyung, o come lo chiamavo io, V.

"hey... come mai così arrabbiato?" ha chiesto. scrisse il mio ordine sulla macchina e poi lo disse agli altri dipendenti. pagai e mise i soldi nel apposito scompartimento, dandomi il resto.

"grazie... e sto bene, non sono arrabbiato" V ridacchiò e incrociò le braccia al petto. "si, come no. quindi tu mi stai dicendo che aprire la porta violentemente e venire al bancone sbattendo i piedi non fa di te un uomo arrabbiato?" disse, e io arrossì dato che aveva fatto centro. "va bene, d'accordo... sono arrabbiato".

mi passai una mano sulla fronte ed emisi un suono di disapprovazione nascosto sotto il respiro. "un ragazzo della nostra età mi ha appena rubato la bici, ecco il perché" dico, e V posizione il mio ordine davanti a me. "grazie" borbottai e presi un sorso dal mio bicchiere.

"ascolta, chiunque sia questo ragazzo sono sicuro che ti restituirà la bici. ora spostati, Hyung. ci sono altri clienti in fila" guardai dietro di me e vidi alcuni sguardi frustrati, risi nervosamente prima di dare un pizzicotto alla guancia di V e andarmene.

"hey, ha fatto male!"

sentì V lamentarsi abbastanza forte da farsi sentire da me, così gli sventolai una mano in segno di saluto. posso già immaginare il suo tenero broncio.

mi guardai attorno per cercare qualche posto libero per sedermi. trovai un posto all'angolo del negozio, così mi sedetti lì.

sospirai di nuovo e presi un lungo sorso della mia bevanda. "rivoglio solamente la mia bici... aspetta solo di vedere le mie mani sul quel-" ma i miei pensieri furono interrotti quando sentì qualcosa di freddo colpirmi il cervello.

massaggiai lentamente la mia testa. "ouch... ho il cervello congelato...". gemei mentre continuai a massaggiarmi, sperando che mi sarebbe passato al più presto.

COFFEE [Namjin]Where stories live. Discover now