mezza malboro

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Era ormai passata una settimana dal fraintendimento tra i due, e tutto pareva essere tornato come prima. Ogni mattina si vedevano a scuola, e sedevano in silenzio fino a che Yoongi andava a fumare.

I due, che col passare del tempo legavano sempre più, avevano deciso che quel giorno si sarebbero visti alla gelateria, ovviamente dopo che Jimin avesse finito i compiti.

"Zanna, eccoti, iniziavo a pensare non venissi." lo salutò Yoongi, preparando già il suo gelato. "Oggi avevano molto da studiare, e a proposito, come fai a conciliare lavoro e scuola?" chiese il platino.

"Quando c'è bisogno di qualcosa lo si fa e basta, non ci si chiede come. Sai che intendo...?" domandò il menta, ricevendo di rimando un'espressione confusa.

"Non voglio dipendere economicamente da mio padre, detesto anche solo l'idea che possa pensare che ho bisogno di lui per farcela. Quindi lavoro, e di notte studio. Ormai sono abituato."

"E non sei stanco se non dormi?" chiese Jimin, che intanto gustava poco a poco il gelato. "Soffro di insonnia, quindi in ogni caso non dormo." gli spiegò l'altro, cercando di minimizzare la cosa per non far preoccupare l'amico.

"Quando non riesco a dormire mi ripeto gli elementi della tavola periodica fino a che crollo." gli propose indirettamente Jimin, cercando di essere utile.

"No Zanna, non è così semplice." e il nominato lo fissò, come attendesse ulteriori spiegazioni. "Vedi, non dormo a causa di brutti pensieri, brutti ricordi che mi portano a cadere in uno stato di paranoia."

A quel punto il platino parve svegliarsi da uno stato di trance, "Prendi dei farmaci?" chiese lecitamente. E Yoongi annuì, "Xanax, e altri per motivi simili."

"Lo xanax viene prescritto alle persone che soffrono di ansia e pensieri intrusivi, tu ne soffri?" chiese curioso Jimin. "Umh, non mi va di parlarne." lo liquidò Yoongi.

Aveva 15 anni quando gli fu prescritto, ne aveva 13 invece quando iniziò a prendere gli altri psicofarmaci. Nessuno oltre alla famiglia lo sapeva, e nessuno lo doveva sapere. Con Jimin si era sbilanciato anche troppo.

"Non c'è nulla di male nel prendere farmaci lo sai? Anche io ne prendo." lo consolò a suo modo il platino, "Non per l'autismo, per altre condizioni, ma Liza mi ha detto di non dirle a nessuno, quindi non posso parlarne."

A quel punto il menta si sentì confuso, non aveva notato ne pensato che Jimin avesse altri disturbi. Rimase leggermente ferito dalla decisione di tenerli per se, ma doveva rispettarlo.

"Mercoledì avremo il test di informatica, Liza ha detto di chiederti se volevi venire da me a studiare. Dice che mi aiuti a livello relazionale e che mi farebbe bene vederti oltre all'ambiente scolastico." propose Jimin, cambiando totalmente discorso.

A quel punto Yoongi spalancò le palpebre, sapeva quanto difficile la cosa sarebbe potuta essere per Jimin, quindi decise di tastare il terreno. "E a te farebbe piacere se io venissi?" chiese infatti.

"Non lo so, non mi è mai capitato prima. Ho valutato bene prima di proportelo, e se prometti di non mettere accessori appariscenti e di restare te stesso, allora puoi." rispose Jimin.

"Restare me stesso?" riflettè Yoongi dopo essersi salutato con l'altro, mentre camminava in strada con mezza malboro fra le labbra.

diciassette occhiatacce Where stories live. Discover now