capitolo 31

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<Le farò pentire di essere nata.> sentii sbraitare, il tono terribilmente alto da farmi ronzare la testa.

<Mi ci devo abituare a questi risvegli.> sussurrai prendendomi la testa tra le mani. Provai ad alzarmi ma cambiai idea quando un senso di nausea mi investì.

<Sei una deficiente.> continuò Kim.

<Che novità.> borbottai.
Di colpo mi trovai in una posizione semi seduta e Kim a un centimetro di distanza con una presa ferrea sulla mia maglia.

<Fossi in te limiterei le battute al momento.> Lo strattone improvviso peggiorò il mal di testa, sul serio che aveva contro i miei colletti?

Gemetti <Oddio il mio peggior incubo si è realizzato. Adesso ci sono due Kim.> mi lamentai vedendo doppio.

La ragazza lasciò la presa spazientita e potei tornare sul letto improvvisato.

Finalmente libera, notai di trovarmi all'interno del container del camion, vi erano diverse casse contrassegnate, alcune con vestiti, altre per coperte e il "letto" consisteva in una mimetica arrotolata. Leonardo si era appropriato dell'unico scatolone adibito al cibo, attorno lui contai almeno cinque pacchetti di patatine, avevo paura a sapere a quale anno risalissero.

<Siamo riusciti a scappare?> chiesi.

<Per adesso. Ci siamo fermati per spostarci all'interno.> mi spiegò Marco.

<E comunque si. Sei davvero un'idiota.> confermò Leonardo dal suo angolo, con il broncio, le braccia incrociate con fare minaccioso e con una mezza barretta che spuntava da dietro il gomito.

<È la terza volta che svieni perché non stai attenta all'ossigeno.> sbottò, evitai di precisare che la seconda volta era stata per colpa di qualcun altro.

<Credi che a me piaccia?>

<A quanto pare.>

<Svieni ad una frequenza talmente alta da fare invidia a Dante Alighieri.> commentò l'asiatica.

<E quando avresti letto la Divina Commedia?>

<Non sei l'unica che legge.>

<Ma non la Divina Commedia.>

<La divina commedia è interessante.> commentò Marco.

<Ma è difficile da leggere.> replicò Leo.

<Okay, adesso che siamo tutti svegli possiamo decidere la prossima mossa.> ci richiamò Dylan dalla postazione del guidatore <E felice che tu stia meglio italiana hai fatto spaventare tutti, soprattutto il bimbo e occhi belli.> specificò sorridendo.

<Non sono un bambino!> gli urlo contro Leo

<Dylan vuoi che sia io a castrarti?> in concomitanza lo minacciò Kim.

Lanciai uno sguardo a Kim per vedere se il braccio fosse a posto.

<Sto bene.> disse velocemente notando la mia domanda muta <Mi hanno preso di striscio.> spiegò confermando le mie supposizioni iniziali.

Annuii tornando ad ascoltare il biondo che riassumeva la situazione.

Mancavano cinque ore di viaggio, ero rimasta K.O. per quattro ore, secondo mio fratello troppe poche. Appena arrivati avremmo abbandonato il camion e continuato a piedi verso il lato Nord-est di Melbourne dove speravamo di trovare aiuto, saremmo arrivati di notte avendo così il buio dalla nostra parte.

Dylan e Thomas si alternavano nella guida, rimanevano uno accanto all'altro sui sedili del guidatore e del passeggero a infastidirsi ogni tanto con qualche battuta e spinta.

SECONDA CHANCE - treasure hunt-Where stories live. Discover now