Capitolo 57

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Il ronzio del motore fu la prima cosa che sentii quando aprii gli occhi. Il sole stava sorgendo lentamente in lontananza. Avevo dormito tutta la notte come un sasso e priva di qualsiasi tipo di sogno. Controllai gli altri di sfuggita mentre cercavo di scrollarmi il sonno che ancora mi appesantiva le palpebre. Marco e Leo stavano dormendo nonostante la sera prima avessero chiuso gli occhi prima di me, Leonardo era quasi del tutto coricato su Kevin che si limitava a sbuffare quando riceveva un piede sul volto ma non si lamentò, preferendo osservare l'alba.

Thomas guidava senza dar segno di stanchezza nonostante avesse passato tutta la notte sveglio, probabilmente a causa di troppi pensieri per la testa.

Giunti abbastanza lontani dalla città lui e Kim si erano dati il cambio e la ragazza preferì condividere il sedile del passeggero con me che rimanere schiacciata dietro, in quel momento dormiva con la testa sulla mia spalla, gliel'avevo spostata per evitare che sbattesse contro il finestrino, aveva già una ferita di arma da fuoco al torace preferii evitare di aggiungere un trauma cranico alla lista.

Cercai di limitare al minimo i movimenti per non svegliarla nonostante sentissi gli arti chiedermi pietà, in particolare il braccio con del peso aggiuntivo.

<Stai tranquilla siamo quasi arrivati.> mi parlò Thomas.

<Quanto ho dormito?>

<Sette ore.>

<E hai guidato per tutto questo tempo?> abbassai velocemente la voce sentendo Kim muoversi.

<Si ma c'era sempre qualcuno sveglio a farmi compagnia.>

<Vuoi fare un po' a cambio?>

<No, siamo quasi arrivati tanto.>

<Come fai a dirlo?>

<La Layton mi ha dato le indicazioni precise prima di partire.> quello strano prurito al collo tornò come poco prima o forse era solo la ferita che pizzicava.

<Non posso ancora credere che ci siamo riusciti.>

<Siamo stati fortunati.> disse Kevin da dietro.

<Oh, sicuramente di fortuna ne hai avuta negli ultimi giorni tu.> scherzai, mi zittii sentendo Kim muoversi nel sonno.

<Ti preoccupa così tanto svegliarla?> mi chiese Thomas lanciandomi uno sguardo divertito.

<Da quando le hanno sparato non si è ancora fermata. Voglio che si riposi un po'.> uno sbuffo di scherno provenne dal guidatore.

<Buffo, è la stessa cosa che mi ha detto lei un paio d'ore fa.>

Mi accigliai <Ma non sono ferita.>

<Ah, quindi il taglio sul collo è una nuova moda?> alzai gli occhi al cielo portandomi una mano sulla fasciatura.

<Per curiosità posso sapere chi è stato? Ha l'aria di essere qualcosa sul personale.>

<Erika.> ammisi <Non ha preso bene il mio rifiuto ad unirmi a lei.>

<Forse perché nessuno si è mai rifiutato. Sei stata la prima e da quel che mi hai raccontato su di lei, anche l'ultima.>

<Una cosa degna di nota.> commentai.

L'auto si arrestò <Sveglia gli altri, siamo arrivati.>

Ci eravamo fermati in un vecchio parcheggio con solo un cartello malridotto a segnare la sua esistenza, anche se del nome era possibile leggere solo la lettera iniziale. A pochi metri di distanza si presentava quello che una volta doveva essere stato un porto.

SECONDA CHANCE - treasure hunt-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora