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Si stava ritrovando di nuovo faccia a faccia con se stesso, e stavolta non voleva più ignorarsi, non voleva più continuare a fingere che tutto andava bene, che tutto era normale, e che quel modo di comportarsi era giusto, perché sapeva benissimo che non lo era.
Era definitivamente stanco delle apparenze, era deciso a dissolvere il velo che copriva tutto ciò che lo faceva stare male. Anche i suoi sogni manifestavano la sua sofferenza interiore; vedeva sangue, facce squarciate, persone travolte dai treni, sbranate dai cani. Tutto questo lo spingeva a chiedersi con insistenza, curiosità, e anche con sofferenza perché così tante persone manifestavano il bisogno di apparire, invece di essere se stessi. Effettivamente, la risposta non era poi così difficile: perché erano vuote, come se in loro la scintilla del bene fosse morta, soffocata dai meccanismi di una mente oppressiva e delle emozioni negative da cui si facevano dominare.
Ophys conosceva benissimo quei meccanismi, quelle emozioni, le aveva subite e le subiva ancora, con la differenza che stavolta avrebbe imparato delle lezioni importanti, dissolvendo poco per volta il velo che copriva la verità.
La sua famiglia voleva apparire come fossero persone altruista, buone, con tante qualità positive, simili a degli angeli... Peccato che dietro tutto questo, c'erano degli abissi e delle creature terrificanti. Ophys lo vedeva, sempre più chiaramente, vedeva la loro terrificante e mostruosa oscurità, la loro vera natura.

Hypnö Where stories live. Discover now